di Ilaria Palumbo

Villa De Sario, l'elegante edificio dell'800 situato nella zona più spettrale di Bari
BARI – Si trova in mezzo al nulla, tra l’area dell’ex Fibronit in via di bonifica e un cantiere bloccato per problemi di inquinamento. Parliamo dell’elegante Villa De Sario, edificio risalente alla metà dell’Ottocento che si erge all’inizio di via Caldarola, nel quartiere Japigia di Bari (foto 1). Seppur vincolato, il fabbricato è disabitato da tempo e nasconde tra le sue mura bizzarrie architettoniche e un giardino “segreto” visibile solo dall’alto. (Vedi foto galleria)

Per incontrare la dimora basta superare l’incrocio con via Oberdan e procedere per duecento metri, fin quando con il suo color rosso sbiadito non appare sulla nostra destra (2).

Si presenta con una facciata in stile neoclassico (3), con due livelli che terminano con un timpano centrale di forma triangolare (4). L’ultimo è caratterizzato da particolari semicolonne pensili che richiamano al gotico (5). Il portone di ingresso arcuato è poi sovrastato da una porta-finestra terminante su un balconcino arricchito da una ringhiera in ferro battuto (6).

Ma sono le sue pareti laterali a svelare curiosi elementi architettonici, probabilmente inseriti all'inizio del 900. Quella di sinistra, su cui quasi si appoggia un’alta palma, è caratterizzata da due finestrelle ad arco trilobato dal gusto medievaleggiante (7). Mentre quella di destra presenta una trifora con archetti trilobati a sesto acuto scandita da due colonnine, su cui capeggiano delle decorazioni floreali (8): un elemento che dona alla tenuta un aspetto signorile e seducente (9).

A catturare infine la nostra attenzione è un’edicola votiva posta all’angolo del basso fabbricato adiacente alla villa (10). Un tempietto che in passato ospitava un’immagine sacra, ma che oggi risulta completamente vuota, abbellita unicamente da una corona di fiori finti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


La De Sario è chiusa con catene e lucchetti, ma sappiamo che al suo interno cela una volta decorata (11). Dietro l'edificio appare anche un’area verde, che non è però possibile ammirare per intero. Ci serviamo così di un drone, che dal cielo permette di svelare ai nostri occhi un giardino “segreto” situato alle spalle della dimora (12).

Il parco è caratterizzato da due colonne (13) che introducono a un breve sentiero, grazie al quale si accede allo spazio centrale, di forma concentrica, in cui spunta quella che sembra essere una fontana in pietra (14). Al suo interno riusciamo a distinguere alcuni arbusti, un canneto e persino un mandorlo colorato dai suoi piccoli fiori bianchi sbocciati in questo inizio di primavera (15). Un piccolo angolo bucolico conservatosi in mezzo a tanta aridità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché tutto intorno è il nulla. A nord si estende un’area di 20mila metri quadri sulla quale si sarebbero dovuti costruire uffici e appartamenti, ma il cui cantiere (“Seven 41”) risulta fermo (16). C’è solo un'inutilizzata gru a testimoniare l’inizio dei lavori che sono stati infatti bloccati a causa dell’inquinamento del terreno, su cui in passato sarebbero stati sversati carburanti. A ovest la villa confina con i binari della Ferrovia Sud-Est, mentre a sud si apre l’enorme zona che fino a poco tempo fa ospitava i capannoni della Fibronit: la “fabbrica della morte” che ha ucciso con il suo amianto centinaia di persone (17).

Una zona oggi desertica, oggetto di una bonifica che dovrebbe presto restituirla alla città sotto forma di spazio verde: il cosiddetto “Parco della Rinascita”. E chissà che questa risurrezione non possa coinvolgere Villa De Sario, solitario simbolo di bellezza situato nella parte più spettrale della città (18).

(Vedi galleria fotografica di Ilaria Palumbo e Francesco Cocco-fkdrone)


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