di Gabriella Quercia

Bari e le librerie: un rapporto difficile. La ''Villari'' oasi nel deserto
BARI - Bari e le librerie: un rapporto difficile. Se in tutto l’hinterland del capoluogo pugliese sono soltanto tre le librerie aperte, anche la città non è che si caratterizzi per “fame letteraria”: i suoi 300mila abitanti (ai quali bisogna aggiungere le migliaia di studenti universitari fuori sede) sono serviti solo da una trentina di librerie, contro le 80 presenti a Bologna, le 110 di Firenze e le quasi 50 della pur meridionale Catania (solo per citare i centri con pari popolazione a Bari).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Del resto anche il direttore del megastore Feltrinelli ce lo aveva detto: «Se si potesse inserire un “conta-persone” probabilmente a Bari si riscontrerebbe lo stesso pubblico delle Feltrinelli sparse a Roma o Milano. Ma i dati in termini di scontrini rivelano che qui si vendono meno libri, un 20% rispetto alle altre città».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

D’accordo, ma è solo un problema di lettori? Quanto l’amore per i libri è invogliato da coloro che i libri devono venderli? Andando a scorrere l’elenco di quella trentina di negozi presenti a Bari, emerge un dato lampante: a vincere è sempre il “generico”. I colossi Feltrinelli e Laterza hanno tutti i bestseller, le nuove uscite, i volumi più famosi e così tutte le altre più piccole librerie presenti in città. Ma se si prova a chiedere un titolo “diverso”, più raro, più specifico, più di nicchia, è facile che il commesso di turno dopo averci guardato con occhi smarriti ci risponda con un “non c’è, è da ordinare”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma a quel punto allora perché andare in libreria quando su internet, tramite siti come Amazon o Ibs, è possibile accedere a biblioteche ricchissime, ordinare (noi) il volume che vogliamo e farcelo spedire direttamente a casa?

Insomma le librerie appaiono sempre più come una “vetrina” per i libri, contenitori privi di contenuto, che hanno perso il fascino di “luoghi della scoperta” e nelle quali è sempre più difficile trovarsi tra le mani qualcosa capace di suscitare la nostra curiosità, qualcosa che ci faccia venir voglia di leggere, qualcosa magari che il libraio ci abbia consigliato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per fortuna però ci sono le eccezioni, delle “oasi nel deserto”. Abbiamo raccontato del librario Gianluca Rossiello, di Bitonto, che ha deciso di trasformare il suo mestiere nella missione di diffondere cultura e dare spazio ai giovani e sconosciuti autori. Abbiamo parlato della libreria “Barium” di via Roberto da Bari, dedita alla vendita di testi antichi e oggi vi faremo scoprire la piccola “Villari”, che dal 1979 propone nel capoluogo pugliese un’idea diversa di libreria. (Vedi foto galleria)

Situata al numero 28 di via Francesco Lombardi, una traversa di corso Vittorio Emanuele, di fronte al Palace Hotel, la graziosa e accogliente libreria Villari unisce in un connubio perfetto la gentilezza della sua proprietaria, la signora 84enne Isabella De Michele e la ricercatezza dei libri venduti. Ci rechiamo qui in una fredda giornata di gennaio e appena varchiamo la soglia il profumo di pagine nuove si intreccia con quello dei vecchi scaffali, delle piccole poltrone e della moquette verde, assistenti impassibili in 35 anni di attività.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Aprii la mia libreria nel lontano 1979 – ci racconta la signora Isabella (che purtroppo non ha voluto farsi fotografare) -. Sono di Castellana Grotte, un paesino piccolo e provinciale, che non vedeva di buon occhio alcuna forma di emancipazione. Infatti è stato merito di mio zio se ora sono qui. Lui mi convinse ad avventurarmi in un progetto così ostico, considerato che all’epoca il destino delle donne era ben diverso. Era Carlo Francavilla, vincitore negli anni 70 del premio Viareggio con l’opera “Terre della sete”. Prima di pubblicare le sue opere le faceva leggere a me: ero la sua prima lettrice. Quando intuì il mio amore per la letteratura mi disse che il mio futuro sarebbe stato in una libreria».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Dal quel momento l’idea di aprire un luogo deputato alla diffusione della cultura e non solo al semplice commercio librario, iniziò a farsi strada nella vita della signora Isabella. «Negli anni 60 andai per un periodo a Milano da mia cugina - continua  - eravamo a una cena dove era presente il famoso giornalista Giorgio Bocca. Mi chiese che cosa ci facesse lì una ragazza del Sud quale io ero. Gli dissi che stavo pensando di aprire una libreria a Bari ma che ero un po’ timorosa. E lui mi disse: “Vada a fare un tirocinio nella libreria della signora Annamaria Gandini, quella di fianco al Teatro alla Scala. La conosco personalmente, so che lavorare per lei le sarà d’aiuto”. E così fu. Feci un mese di apprendistato durante il quale mettevo a posto i libri, parlavo con i clienti, davo consigli di lettura. La libreria esiste tuttora ed è uno dei posti storici di Milano. Quello fu un passo molto importante verso il mio sogno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E così nel dicembre del 1979 a Bari nasce la libreria Villari, in un piccolo locale ad angolo che la signora prende in affitto per diecimila lire al mese e che in seguito diventa di sua proprietà. In tutti questi anni Isabella ha cercato di portare avanti il suo concetto di libreria, un negozio diverso dagli altri, ricco di testi e volumi di storia locale e di autori meridionali (noti e non), di libri che trattano di arte, di saggi di case editrici italiane minori che, ci assicura la libraia, «sono validissime».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E anche la clientela di questo posto rifugge dai soliti negozi. «I miei clienti sono per lo più docenti universitari, funzionari della Soprintendenza e della Provincia – sottolinea la libraia -. Questo perché ho testi sulla storia del territorio che sono difficili da reperire e che costituiscono il mio punto forte. Anche i saggi che vendo qui sono poco diffusi altrove, perché i libri che scelgo di vendere non sono quelli che vengono sponsorizzati. Molto spesso i clienti che vanno alla Feltrinelli vengono mandati qui dai commessi del negozio. In ogni caso cerco di acquistare in base a un criterio di qualità, non di profitto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche se con una libreria così si sopravvive a malapena, come ammette la stessa Isabella. «Bari è una città in cui, purtroppo, si legge molto poco – afferma -. Sarebbe bello se si formassero dei circoli letterari con dei bravi oratori, come quelli che c’erano una volta. Quando aprii anni orsono, ogni pomeriggio c’erano gruppi di studenti che venivano qui, si sedevano in cerchio e leggevano ogni tipo di libro che catturasse la loro attenzione. Col tempo questa cosa è svanita e solo pochi affezionati continuano a venire a trovarmi. Ecco perché posti come il mio non ce ne sono, perché non si può vivere di questo mestiere, non al giorno d’oggi. Io infatti mi sostengo grazie alla pensione. Con i libri che vendo ci guadagno ben poco, ma questo posto è tutta la mia vita».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La signora Isabella ci mostra il suo “libro degli ospiti” con delle dediche di chi, come noi, è passato di qui e ne è rimasto subito affascinato, compresi noti personaggi del mondo dello spettacolo quali la cantante Milva e l’attrice Franca Valeri, solo per citarne alcuni. A quel punto notiamo in un angolo un foglietto ingiallito dagli anni, sul quale riconosciamo la calligrafia di un bambino. «Questo è un foglietto di “scuse” che scrisse molti anni fa Carletto, un bambino di 5 anni che adesso è diventato ormai un uomo  - ci racconta nostalgicamente Isabella -. La nonna gli aveva regalato un libro acquistato da me ma lui l’aveva smarrito. Così lei gli disse che, da quella volta in poi, gli avrebbe comprato solo giocattoli. E lui, dispiaciuto e costernato per l’accaduto, scrisse questo biglietto: “I libri sono la mia vita: più libri ho, più vita ho!”. La nonna allora mi portò il biglietto, che è qui appeso da allora. Quella riga è la sintesi perfetta di questo posto, la mia libreria».


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Gabriella Quercia
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  • beppe - Mi piace leggere di queste persone che hanno dedicato la loro esistenza in qualcosa in cui credevano.
  • Mireille - Is Signora De Michele still working at the bookshop? May I email her? I'm doing some research on Bari and the area and would love to ask her a few questions. I am a writer, from Sydney Australia. Thank you.


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