di Katia Moro

Piccoli palcoscenici crescono: il teatro barese non cala più il sipario
BARI – E’ calato il sipario sulla città di Bari? Solo un anno fa unanime si levava da ogni dove il grido di dolore: “in città i teatri stanno chiudendo uno dopo l’altro”. Ma troppo impegnati ad intonare il de profundis, non ci si è accorti che non solo quelle strutture hanno nel frattempo riaperto i battenti (dopo opere di adeguamento legate alle norme sulla sicurezza), ma che addirittura nuovi esercizi sono sorti in città, segno che il teatro a Bari è vivo e vegeto. (Vedi ampia galleria fotografica)

«Noi crediamo nel teatro», rivendica orgogliosamente Roberto Signorile, proprietario del teatro Palazzo di corso Sonnino, nato in sordina e nel silenzio generale nel maggio scorso. «Non è stato semplice – afferma il gestore - ma dopo aver dovuto chiudere il cinema che non ha retto la concorrenza delle nascenti multisale, abbiamo fortemente voluto reinventarci per non disperdere uno spazio così ampio e funzionale con 706 posti a sedere e palcoscenico attrezzato». Il Nuovo Palazzo sinora ha ospitato spettacoli organizzati da altri enti e associazioni, ma a partire dal prossimo gennaio presenterà un proprio cartellone che offrirà un ampio spettro di prosa, concerti e danza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma a rivitalizzare la scena barese c’è anche l’elegante teatro Forma, capace di ospitare 272 posti a sedere e sorto in via Fanelli nel 2009 per offrire musica jazz e prosa, puntando sulla valorizzazione dei talenti locali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Così come di nuova apertura, in un quartiere periferico come quello di Japigia (in via padre Kolbe), c’è il teatro Nuovo Abeliano, che con una capienza di 300 posti raccoglie sotto la direzione artistica di Vito Signorile l’eredità del suo predecessore, il teatro Abeliano, chiuso nel 2012 dopo essere stato ubicato per 35 anni in largo 2 Giugno. Prima struttura professionale organizzata in forma di cooperativa in Puglia, in convenzione con il Comune e la Regione, produce spettacoli che vanno dai grandi classici agli autori contemporanei, alle produzioni scolastiche e per ragazzi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La struttura si trova alla spalle della parrocchia della Resurrezione: la comunità guidata da padre Enrico D’Abbicco ha ceduto un proprio terreno al teatro, per «trasformare – come dice il parroco - un luogo di morte, dove si spacciava droga, in un luogo di città e di vita, creando un contenitore per l’integrazione socio-culturale».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Pur tra mille difficoltà e continui rischi di chiusura, svolge tenacemente la sua attività, anche in questo caso in una zona periferica della città di Bari, il teatro Kismet OperA. Seguendo il suo “felice destino”, significato della parola kismet in sanscrito, una compagnia di giovani attori poco più che maggiorenni scelse, nel 1989, un ex capannone industriale in strada San Giorgio Martire (tra i rioni Picone e Stanic) per dar vita ad un’idea di teatro come officina artistica aperta a sperimentazioni e contaminazioni. Idea che permane ancora a distanza di 25 anni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dal 1994 invece si affaccia su corso Alcide de Gasperi il teatro Di Cagno, sorto all'interno dell'Istituto Di Cagno Abbrescia gestito dai padri gesuiti di Bari. Sin dal primo anno la sua peculiarità è stata l'attenzione per la musica e il suo palcoscenico ospita musicisti e orchestre locali e nazionali. Da quest'anno invece il rinnovamento della direzione artistica ha indotto a una virata in direzione del cabaret e della comicità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Poi c’è la lista dei teatri che hanno chiuso i battenti per un periodo e che hanno riaperto dopo essersi messi (più o meno) a norma. E’ questo il caso del Piccolo teatro della città di Bari. Sito nel rione Carrassi, in strada Borrelli, è stato così denominato per distinguerlo dal Piccolo di Milano. Il Piccolo ha dribblato l’ostacolo burocratico utilizzando l’escamotage della trasformazione in circolo privato, evitando così l’obbligo delle dispendiose ristrutturazioni e riuscendo a continuare a inscenare, anche se solo per i propri soci, le rassegne del teatro popolare barese interpretate dalla sua colonna portante, l’attrice Nietta Tempesta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel vicino quartiere Picone, in un ex opificio di via Cotugno con una capienza di 80 posti, ha riaperto il sipario a marzo, dopo aver effettuato i regolari lavori di adeguamento, il teatro Duse. Ospitato in precedenza dal teatro Bravò, torna dunque nella sua sede sbandierando la storica compagnia dialettale di attori baresi “Pupetta e le Battagliere”. Ma il teatro Duse non offre solo commedia dialettale: gestito dal 2000 dall’associazione culturale CodiceArte, si impegna a diffondere e valorizzare la prosa dei grandi classici e degli autori contemporanei.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


E prosegue imperterrito la sua attività dopo aver soppiantato l’ex storico cinema a luci rosse “Salottino” in via Stoppelli, il teatro Bravò. Pur se relegato in una zona poco visibile della città, ai piedi del ponte che dal quartiere Japigia conduce in via Omodeo, sta cercando di imporsi nella vita culturale cittadina come punto di riferimento per l’attività cabarettistica nazionale e locale. 

Mentre l’inossidabile coppia Tiziana Schiavarelli e Dante Mormone, fondatori del teatro dell’Anonima nel 1999, hanno dovuto rinunciare alla propria sede, a causa della mancata “messa a norma”, è ritornato a essere un baluardo della comicità dialettale barese (dopo la temporanea chiusura) il teatro Purgatorio, feudo del più noto paio di baffi della città di Bari: l’attore Nicola Pignataro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Questo teatro, inaugurato nel 1974 dal cabarettista Pino Caruso, si proponeva di impiantare anche a Bari, sul modello del Bagaglino romano di Pingitore, una compagnia di varietà stabile. Trasformato un vecchio frantoio in disuso in via Pietracola, nel “Quartierino” di Bari, in luogo di spettacoli, aveva già subito un arresto dal 1985 al 1989 per obbligatori lavori di ristrutturazione e adeguamento. Pur tra mille difficoltà, rimane ancora oggi un simbolo della tradizione popolare barese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Segue lo stesso solco un altro teatro che è riuscito a riaprire i battenti e presentare quest’anno il suo cartellone dopo essersi rimesso a norma: il Barium. Fondato nel 1986, in via Pietro Colletta, sempre nel Quartierino, dall’istrionico mattatore del vernacolare barese Gianni Colajemma, è il tempio della risata per famiglie nel weekend, tra gag, doppi sensi e colpi di scena.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La città di Bari, infine, offre anche uno spazio teatrale dedicato solo e unicamente ai più piccini. All’interno del vecchio stadio della Vittoria, si è stabilito dal 1988 la Casa di Pulcinella, un teatro stabile di burattini e marionette, gemellato con la “Maison de Polichinelle” di Saintes in Francia. Fondato dall’associazione Granteatrino, che si propone la valorizzazione e diffusione della cultura popolare dei pupi, ruota intorno alla figura cardine dell’artista Paolo Comentale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Certo, a Bari non mancano le note dolenti. Quella del Royal ad esempio, cinema e teatro sito all’imbocco del sottopasso di via Quintino Sella, di proprietà delle Ferrovie dello Stato e dato in gestione a privati, che però ha chiuso i battenti senza più riaprirli. E quella del Kursaal Santalucia, gioiello liberty del quartiere Umbertino, affacciato sul lungomare di Bari e privo oramai tanto di un’attività teatrale quanto cinematografica, interrotte da problemi di carattere strutturale e di sicurezza e in preda a interminabili aste di vendita e a nuovi progetti di riutilizzo non ancora realizzati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E mentre brucia ancora la ferita provocata da quell’incendio doloso che strappò alla città 23 anni fa il suo teatro più importante, il Petruzzelli, oggi però finalmente operativo anche se invischiato in intricate questioni legali e burocratiche, il pensiero corre agli altri due teatri storici baresi ancora inattivi: il Piccinni ed il Margherita. Le due vecchie glorie e gioielli architettonici che tanto lustro e tanta gioia hanno dato alla città, giacciono in preda a eterni lavori di ristrutturazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non resta quindi che consolarci con le piccole e coraggiose realtà periferiche, che tra mille problemi continuano a regalare al pubblico barese l’antica ma immortale "magia del palcoscenico".


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  • Gianni Serena - Mi dispiace che si faccia sempre riferimento a Bari città e non alle periferie (purtroppo, ma a noi ci fu negato il Comune Autonomo) dove il teatro recitato è vivo e vegeto, soprattutto ad opera del G.A.T. - GRUPPO ARTISTICO TEATRALE di Palese che opera da ben 37 anni ininterrotti, nell'unico luogo "teatralmente "vivente" del 5° Municipio S. Spirito-Palese e cioè il Teatro Magrini sito nel salone parrocchiale della Chiesa di S. Michele Arcangelo a Palese. Un mito che dà la possibilità di assistere a spettacoli teatrali di compagnie, come la nostra affiliata dal '91 alla F.I.T.A. Federazione Italiana Teatro Amatori, soprattutto ora che non operano più nel paese il Cinema Impero e l'Arena Impero in cui si sono effettuate numerose rassegne di teatro, oltre che spettacoli cinematografici. E' sempre su BARI CITTA' che viene posta la lente d'ingrandimento. Cordiali saluti.


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