di Marco Montrone e Mattia Petrosino

La storia del teatro popolare barese e dei suoi protagonisti: «Sdoganammo l'uso del dialetto»
BARI – Da Nietta Tempesta a Vito Signorile, da Nico Salatino a Dante Marmone, da Gianni Ciardo a Nicola Pignataro, passando per Mariolina De Fano, Gianni Colajemma, Lino Spadaro, Pinuccio Sinisi e Mino Barbarese. Di chi parliamo? Dei tanti attori che hanno portato in auge il “teatro popolare barese”: un genere di messa in scena che prende spunto dal linguaggio, dalla gestualità e dai clichè che caratterizzano coloro che vivono nel capoluogo pugliese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un “movimento” che portò soprattutto negli anni 70 alla fondazione di compagnie, all’apertura di piccoli politeama e al definitivo sdoganamento dell’uso della “lingua barese”, prima di allora considerata non gradevole e poco colta e quindi non degna di essere rappresentata sui palcoscenici. (Vedi foto galleria)

Tutto ebbe origine dalla Caravella, storico programma radiofonico vernacolare di successo trasmesso prima da Radio Bari e poi da RadioRai regionale dal 1947 al 1976 e in cui si distinsero Michele Traversa e Wanda Rinaldi, gli attori che su idea dello scrittore Vito Maurogiovanni diedero vita alle celebre coppia comica di Colino e Marietta. Un “palcoscenico via etere” che potè contare anche su nomi quali Pippo Volpe, Lucia Zotti, Angelo Minafra, Piero De Vito e Nico Maretti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Poi ci furono i coniugi Nietta Tempesta ed Eugenio D’Attoma a unire al colto classicismo l'uso del vernacolo, creando così una sorta di “teatro dialettale d'autore”. Rappresentazioni (tra cui va citata la commedia “Jarche Vasce” con Mario Mancini) che andavano in scena nel loro Piccolo Teatro della città di Bari, inaugurato nel 1967 e attivo ancora oggi in strada privata Borrelli, nel rione Carrassi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un percorso questo che fu intrapreso anche da Vito Signorile, tra i fondatori nel 1971 del Teatro Abeliano (ora presente in via Padre Kolbe a Japigia): attore e regista che si distinse per la ricerca di storie e racconti della tradizione popolare (vedi il suo famoso spettacolo “Ragù”).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma è forse l’apertura nel 1974 del Teatro Purgatorio a dare vita alla vera e propria “rivoluzione”, messa in atto da giovani artisti che puntarono decisamente su avanspettacolo e comicità. L’idea fu di Beppe Stucci, che decise di riproporre a Bari il varietà del Bagaglino di Roma, spianando così la strada a una sorta di “nouvelle vogue” del teatro leggero.   

Tra le prime compagnie che calcarono lo storico palcoscenico di via Pietrocola (ancora esistente), ci furono “I Baresi”, gruppo creato nel 1972 da Giuseppe Solfato. «Si trattò della prima compagnia completamente fondata sul dialetto (il cui uso fu così definitivamente sdoganato) – ci spiega Dante Marmone, fondatore dell’Anonima Gr –. Solfato era un docente universitario e ricercatore della lingua barese che scrisse dei testi in vernacolo, affidandoli poi a giovanissimi attori emergenti, tra cui c’ero anche io. Ricordo che la sala prove era a Bari Vecchia, nei pressi dell’Arco delle Meraviglie. Per uno spettacolo imparai un intero copione tutto in barese, cosa che per me fu molto “strana” visto che a casa mia si parlava esclusivamente in italiano».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Marmone rappresenta uno dei pilastri del teatro locale. Fu infatti l’ideatore nel 1974 dell’Anonima Gr, con cui debuttò con lo spettacolo “La Bbedda Chembagnì”. Un gruppo negli anni ha potuto contare su interpreti quali Pinuccio Sinisi, Duccio e Terry Ceglie, Nicola, Nica e Carla Traversa e Tiziana Schiavarelli e che riuscì ad aprire anche un proprio politeama: “Il teatro dell’Anonima”, attivo in via Camillo Rosalba dal 1990 al 2013.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«Il nostro obiettivo è rimasto sempre lo stesso: quello di “raccontare il presente”, di essere quasi dei cronisti dei cambiamenti che avvengono in città», sottolinea orgoglioso Dante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma ad animare il Purgatorio a quei tempi c’era anche Nico Salatino, dal 1981 capocomico della compagnia “Vincenzo Tisci” creata con la moglie Annamaria Tisci. «Rammento bene quel periodo – ci dice l’attore –. Saputo dell’apertura del Purgatorio tornai apposta da Milano, dove avevo fatto la gavetta nel Teatro Refettorio, per approfittare di un palcoscenico che potesse valorizzare la mia vis comica che si basava proprio sull’uso della lingua barese. Cominciai così a collaborare con l’amico Michele Volpicella (bravissimo a interpretare le donne), mentre nel 1975 Cimarrusti e Ingrosso scrissero un testo dal titolo “U cazzarizze” con il quale condivisi per la prima volta la scena con Gianni Ciardo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Gianni Ciardo appunto, quello che può considerarsi come il più famoso tra i caratteristi “made in Bari”, uno dei pochi a essere riuscito a uscire dai confini regionali, recitando anche in film di produzione nazionale. «Il suo merito è stato quello di aver unito il teatro alla musica – sottolinea il giovane autore e regista Michele Didone –. Fu lui infatti a riportare lo stornello pugliese sui palcoscenici, componendo canzoni famosissime come “La Zita ascinnuta” e “Tarantella barese”. Gianni rappresenta ancora oggi un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono fare comicità in Puglia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Proprio tra le mura del Purgatorio, nel 1976, Ciardo diede vita con Nicola Pignataro, Lino Spadaro e Mariolina De Fano al mitico “Quartetto”: un gruppo che servì da trampolino di lancio per alcuni artisti che sarebbero divenuti famosi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tra questi Pignataro, il cui nome fa ormai rima con Purgatorio, visto che fu lui a un certo punto a prenderne le redini, continuando a condurlo fino ai giorni nostri. Sceneggiatore, regista e attore, la figura del baffuto Nicola è entrata nella storia del teatro leggero: di lui restano memorabili i duetti con Mariolina De Fano, la partner di una vita.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quest’ultima, figlia del poeta Vito, ha recitato nel corso della sua lunga carriera con svariati registi anche per il cinema (spesso affiancata proprio da Pignataro), collaborando in seguito con tutti i capocomici baresi, anche in campo televisivo. Si è spenta nel 2020 lasciando un vuoto nello spettacolo barese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

È del 1986 invece il debutto del Teatro Barium, ancora operante in via Pietro Colletta e fondato da Mino Barbarese (morto nel 2016) e Gianni Colajemma, scomparso nel 2021. «Mio padre debuttò nel 1977 al Piccinni  con “Sanghe, amore e contabbanne” – ci racconta Gianmarco, figlio di Gianni –. Fu un esordio inaspettato. Lui infatti era un tecnico delle luci che, assistendo a tutte le prove, aveva imparato a memoria le varie parti. E così quando l’attore protagonista scappò con i soldi della compagnia, al regista non rimase che affidare il ruolo a papà, che da lì in poi diventò un professionista».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per concludere, il teatro barese ha perso molte delle sue colonne portanti, ma è ancora oggi ben radicato sulla scena pugliese. Grazie anche alla televisione regionale che, a partire dagli anni 90, attraverso varie produzioni di successo, è riuscita a dare visibilità agli “eroi” dei palcoscenici. Tra queste tutte le situation comedy dell’autore Gennaro Nunziante con protagonisti Toti e Tata (Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo), duo comico nato negli anni 80 che ha dato il via alla riproposizione del teatro in tv.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anni 90 che vanno ricordati anche per il famoso lungometraggio “LaCapaGira” di Alessandro Piva, che in 70 minuti di cinema riunì decine di attori locali, tra cui Dante Marmone, Mino Barbarese, Pinuccio Sinisi, Nicola Pignataro e Tiziana Schiavarelli. Un film che riuscì a realizzare una realistica fotografia di Bari proprio attraverso le voci e i volti di chi, negli anni, si era tanto speso per valorizzarla.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

*Con la collaborazione di Gabriella Mola

(Vedi galleria fotografica)


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita



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  • Paolo Marturano - complimenti per la puntuale ricostruzione della storia del teatro pugliese .ricco di foto inedite e di nomi come Beppe Stucci la cui idea sulla nascita del Purgatorio è stata importantissima per avvicinare i baresi al teatro leggero
  • Michele DAMMICCO - Complimenti vivissimi per avere rievocato, senza tralasciare nulla, la storia del nostro dialetto e dei nostri bravi attori baresi. Vi chiedo se potreste rievocare la storia del LIDO MARZULLI dove, negli anni 60 andavo a fare il bagno.......
  • Salvatore Traversa (figlio di "Colino") - sintesi ben fatta per attraversare oltre 50anni di teatro in vernacolo barese. Complimenti.
  • lino de venuto - Complimenti! Credo fosse stato opportuno affiancare al nome di Solfato il nome di Marisa Eugeni, bravissima attrice ed interprete di tanti spettacoli in vernacolo.


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