di Maria Bruno

Chiese antiche, castelli e leggende: alla scoperta del centro storico di Valenzano
VALENZANO - Non è certo una delle località più note della Puglia e il suo nome difficilmente compare sulle guide turistiche. Eppure Valenzano, piccolo centro di 18mila anime alle porte di Bari, nasconde un pittoresco borgo antico fatto di viuzze che si snodano tra chiese antiche, torri e un imponente castello, simbolo della millenaria storia del paese. Insomma, un piccolo tesoro che vale la pena di visitare (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per raggiungerlo basta entrare a Valenzano da via Bari: l’arteria termina proprio all'ingresso del centro storico, all'incrocio con corso Aldo Moro. Varchiamo quindi il borgo antico camminando per via Piazza Vecchia, ma siamo subito costretti a fermarci. Sulla nostra sinistra infatti è impossibile ignorare la chiesa matrice in stile romanico di San Rocco, il luogo di culto più frequentato dai valenzanesi. Costruita tra il 1586 e il 1595, è affiancata dalla torre civica dell'orologio, realizzata nel 1824 e caratterizzata da una nicchia che custodisce dietro un vetro protettivo una statua del patrono cittadino. L'interno ha un'unica navata adornata da un abside affrescato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Continuiamo a scarpinare sulla strada che avevamo lasciato e approdiamo dopo qualche decina di metri nel cuore del borgo antico: di fronte a noi svetta il castello baronale Martucci, mentre alla nostra sinistra si staglia la chiesa del Padreterno con la sua austera facciata in tufo. L'edificio religioso risale al 1100 ed è il più antico del paese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Volgiamo ora lo sguardo verso il castello eretto nell’XI secolo e attorno al quale si è sviluppato il resto del borgo. L'accesso è sbarrato da un cancello in metallo che immette nell'atrio: quest'ultimo è circondato dalla massiccia struttura, modificata più volte dai feudatari che vi hanno abitato nel corso dei secoli. Sulla sinistra spicca la possente torre costruita dai Normanni nel 1060 e usata per controllare un'area che spaziava da Ceglie del Campo a Capurso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il piano terra del castello si articola in 20 stanze che comprendono forni, cucine, tre cantine, una stalla capace di accogliere 14 cavalli e persino una cappella dedicata alla Madonna del Rosario. Il primo piano, abbellitto da tre arcate ben visibili dall'esterno, annovera invece 18 stanze. Tra queste vi sono dei saloni eleganti, uno dei quali chiamato "dorato". O almeno è questo ciò che risulta dai libri che abbiamo consultato, visto che l'intero complesso è chiuso ai turisti: la baronessa proprietaria dell'edificio, apre infatti al pubblico occasionalmente solo la sala conferenze situata al piano terra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Vivo qui da quando sono nata - ci racconta una 50enne che incontriamo di fronte all’edificio - e considero il castello il nostro piccolo tesoro. Mi hanno detto che all'interno è stupendo: è un peccato non avere la possibilità di visitarlo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Salutiamo la donna e giriamo a sinistra nella minuscola via Izzo. Dopo altre due svolte a destra ci ritroviamo quindi in via Madonna delle Grazie. Sul lato destro notiamo un antro sbarrato da un'inferriata verticale di metallo grigio. «Da circa un secolo in questa nicchia c'è un quadro della Madonna - ci spiega un operatore ecologico di passaggio -. Proprio davanti all’edicola votiva gli abitanti della zona si riuniscono periodicamente per recitare assieme il Rosario».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Il gustoso aneddoto ci invoglia a proseguire nell'esplorazione. Svoltiamo perciò a sinistra in via San Benedetto, al termine della quale, sul lato destro, osserviamo la chiesa di Santa Maria di Loreto, sorta nel 1654 per volere della baronessa Maddalena Acquaviva d'Aragona e da poco restaurata. Un tempo era animata da monache benedettine cistercensi, che secondo la leggenda sarebbero qui sepolte in un cimitero sotterraneo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Via San Benedetto ci porta fuori dal perimetro del borgo antico ma il nostro giro non è ancora finito: attraversiamo i giardini di largo San Francesco e arriviamo dinanzi alla chiesa di Santa Maria di San Luca. Il luogo di culto fu innalzato nel 1600 dai primi francescani giunti in Puglia e ancora oggi è affiancato da un convento in cui opera un gruppo di frati. La facciata fu ideata in stile barocco e impreziosita a partire dal 1774 da un campanile alto ben 45 metri. All'interno è presente un dipinto della Madonna con Gesù, posizionato dietro l'altare e attribuito tradizionalmente all'evangelista Luca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Secondo alcune dicerie popolari queste ultime due chiese sarebbero collegate da un tunnel sotterraneo in cui un tempo monache e frati vissero clandestinamente amori carnali, lasciando lì i feti abortiti dalle suore ingravidate. Una suggestione romantica e allo stesso tempo raccapricciante di cui vi abbiamo già parlato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sconfiniamo definitivamente dal centro storico per l'ultima tappa del nostro viaggio: è impossibile lasciare Valenzano senza aver visitato la chiesa di Ognissanti di Cuti, gioiello del XI secolo immerso tra gli ulivi delle campagne circostanti. In auto percorriamo la circonvallazione del paese in direzione Bari e svoltiamo a destra in via Abbazia di Cuti, una stradina costeggiata da muretti a secco che dopo circa 900 metri incrocia la strada Capurso Ceglie. Giriamo quindi a destra ed ecco che dopo un centinaio di metri sulla sinistra appare la nostra meta conclusiva.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La costruzione è un ottimo esempio di architettura romanica e si contraddistingue per le tre cupole piramidali in asse del tetto che sormontano un interno a tre navate con copertura a mezza botte. L'interno, da poco restaurato, è molto pulito e le pietre chiarissime dei muri trasmettono una sensazione di pace. Manca una qualsiasi traccia di sfarzo: l'ambiente è infatti privo di decorazioni, persino l'altare in pietra è di una semplicità unica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Si sa per certo che l'edificio era affiancato da un glorioso monastero controllato dalla Basilica di San Nicola fino al 1737, anno del suo definitivo abbattimento. Lo stretto rapporto intrattenuto con la curia barese alimenta da secoli un'altra leggenda, anch'essa basata sulla presenza di un tunnel che da qui condurrebbe fin sotto la chiesa simbolo del capoluogo: ma anche in questo caso non ci sarebbe nulla di vero.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma a Valenzano non serve scavare alla ricerca di passaggi sotterranei: ci si può facilmente accontentare dei tesori presenti in superficie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica di Maria Bruno e Gennaro Gargiulo)


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  • ZIO SCIANNI - TI STIMO SORAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!


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