di Nicola De Mola

Gli apneisti di Bari: «A 25 metri sott'acqua per trovare pesci meno ''smaliziati''»
BARI - La pesca in apnea è un'attività praticata con la tecnica dell'immersione senza l'ausilio di attrezzature per la respirazione, universalmente riconosciuta come la più selettiva e la più compatibile con l'ambiente. Nonostante l’impoverimento causato da pesca intensiva, inquinamento e surriscaldamento delle acque, il Mar Adriatico continua a essere una sorta di paradiso per gli apneisti, molti dei quali ormai da tempo hanno cominciato a utilizzare i social network per scambiarsi consigli, tecniche e pareri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tra le varie comunità presenti sulla rete, c’è “Pesca apnea Bari”, gruppo nato due anni fa su Facebook: raccoglie al suo interno centinaia di appassionati che condividono le proprie esperienze e i propri racconti di mare attraverso post, video e fotografie (vedi galleria fotografica). Per farci raccontare alcuni aspetti di questo affascinante mondo, abbiamo intervistato Giuseppe Castelletti (nella foto), uno dei fondatori del gruppo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Il Mar Adriatico continua a essere ricco di pesce?

Il nostro Adriatico continua a ospitare una grande varietà di specie ittiche ed è molto più pescoso rispetto ad altri mari, anche rispetto al vicino Ionio. Inoltre è possibile pescare sia in estate che in inverno, visto che la temperatura dell’acqua non scende mai sotto i 10-11 gradi. Tra i pesci più apprezzati in cucina qui possiamo trovare cernie, dentici, saraghi, corvine, orate, leccie e ricciole, ma anche specie relativamente nuove come il pesce serra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Un pescatore non rivela mai i suoi segreti, ma puoi dirci quali sono le zone più pescose?
 
In città ci sono la zona antistante il porto, San Giorgio e Torre a Mare. Salendo a nord l’acqua è più torbida a causa degli scarichi dei depuratori, ma da Giovinazzo, Molfetta e Trani in poi la situazione migliora: lì è ancora facile trovare a profondità non eccessive corvine e saraghi. A sud poi c’è la zona di Mola di Bari, dove ci si può immergere in un mare dall’ottima visibilità. Bisogna sottolineare però che mentre prima era sufficiente scendere a 15 metri di profondità per fare delle buone pescate, adesso bisogna andare sotto i 20-25, anche a un chilometro dalla riva, perché ci sono più sub rispetto al passato e i pesci sono diventati più “smaliziati” nei confronti dell’uomo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Che attrezzatura utilizzate e quanto può costare andare a pesca in apnea?
 
Ogni apneista ha la sua attrezzatura, il cui prezzo può variare dalle poche centinaia a qualche migliaia di euro. I più “professionali” usano l’arbalete (fucile subacqueo a elastico) di lunghezza variabile tra i 90 e i 110 centimetri, mute mimetiche o in spaccato liscio, che si asciugano subito e d’inverno permettono di mantenere il calore, e pinne in carbonio, che consentono una maggiore spinta in acqua. Poi si possono utilizzare anche scooter subacquei per muoversi più velocemente, sistemi gps che segnalano le tane dei pesci e anche telecamere per filmare le catture.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Quali sono le tecniche più utilizzate?

 
La pesca all'agguato, che consiste nel muoversi silenziosamente in acqua nel tentativo di cogliere di sorpresa il pesce, quella all’aspetto, che consiste nell'appostarsi sul fondo e aspettare che i pesci vengano a tiro e quella in tana, che è mirata alla cattura di quelle specie che vivono appunto nelle tane.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Tra le foto pubblicate nel vostro gruppo si vedono pesci di dimensioni impressionanti (vedi galleria fotografica): ma non è pericoloso imbattersi in “mostri” di questo tipo?
 
I nostri fucili hanno mulinelli con 60-70 metri di filo che ci permettono di “lottare” con la preda e, dopo averla arpionata, di risalire in superficie per respirare in tutta sicurezza e senza il rischio di perderla. Più che i pesci, però, per noi apneisti il rischio maggiore sono le imbarcazioni. Noi siamo tenuti a segnalare la nostra presenza con le boe e, quando usciamo in barca, anche con bandiere. Dal canto loro, i natanti hanno l’obbligo di passare almeno a 100 metri dalle boe (mentre noi possiamo muoverci nel raggio di 50 metri), ma troppo spesso questa distanza non viene rispettata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Quali sono gli accorgimenti da utilizzare con i vari pesci?
 
Ogni pesce ha il suo comportamento e il sub deve adeguarsi. La cattura della cernia può risultare rischiosa per le profondità in cui vive e perché recuperarla dopo averla colpita è molto impegnativo. Il dentice richiede molti minuti di apnea, perché tende a scendere sempre più in profondità, quando si accorge della presenza dell’uomo. L’orata è il pesce più furbo in assoluto perché, non essendo un predatore, è sempre sull’attenti, mentre la spigola è il più “stupido”, perché si fa avvicinare semplicemente emettendo dei suoni gutturali. Ci sono anche specie pericolose, come il pesce serra e il barracuda, che sono attratti dalle cose luccicanti e possono attaccare un sub che magari ha una collanina che fuoriesce dalla muta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E i consigli da seguire per chi vuole cominciare a pescare in apnea?
 
Innanzitutto ci si deve immergere con la dovuta preparazione: per questo io consiglio sempre di frequentare i corsi e non improvvisarsi apneisti. Poi bisogna cercare sempre di pescare in compagnia, in modo tale da poter essere aiutati in caso di problemi. E infine mai rischiare la vita per un semplice pesce, per quanto bello o grande esso sia. Nient’altro, se non rispettare il mare, catturando pesci che non siano sotto taglia e osservando le varie disposizioni di legge, come la distanza minima dalla costa (da 300 a 500 metri), il divieto di pesca notturna o il limite dei cinque chili di pescato per battuta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ogni sportivo ha il suo punto di riferimento: chi è il più bravo pescatore d’Italia, quello a cui ogni apneista vorrebbe ispirarsi?
 
Senza dubbio Gabriele Delbene, che è stato ospite di “Pesca apnea Bari” qualche mese fa. È il detentore del record mondiale di pesca profonda: ha catturato una cernia di 6 kg a 63,7 metri di profondità. Un mito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il gruppo facebook “Pesca apnea Bari”: www.facebook.com/groups/302082336479007


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