di Federica Calabrese

Uova di razza, cipree, fiori di posidonia: tutte le meraviglie che il mare porta sulle spiagge
BARI – Uova di razza e di squalo, conchiglie di varie forme e colori, ossi di seppia, “olive”, fiori di posidonia. Sono solo alcune delle “meraviglie” in cui è possibile imbattersi passeggiando su una qualsiasi spiaggia: organismi portati a riva dal mare quotidianamente, ma di cui molti continuano a ignorare l’origine. Con l’aiuto del 35enne biologo marino Michele De Gioia, siamo quindi andati alla scoperta dei misteriosi “residui” che affollano gli arenili dell’Adriatico. (Vedi foto galleria)

L’uovo di razza -  È tra gli organismi più strani del mare: nero, rettangolare e arricchito da rigide e filiformi protuberanze alle quattro estremità. Si tratta dell’uova di razza o meglio del guscio in cui sono normalmente ospitate. Il pesce cartagilineo cova a circa 50 metri di profondità e poi i piccoli avannotti, appena nati, si liberano del rivestimento scuro che la corrente conduce infine a riva. Sulla superficie di queste capsule sono presenti delle doppie striature biancastre che consentono alle uova di “ancorarsi” al fondale, oltre che dei forellini utili per l’ossigenazione interna.

L’uovo di gattuccio boccanera Chiamato anche "borsellino della sirena" è l’involucro che raccoglie le uova del gattuccio boccanera, innocuo squalo che vive nelle acque dell’Adriatico. Si riconosce dalla sua forma fusiforme, dalla consistenza rigida e dal colore giallognolo quasi trasparente. Sugli angoli presenta un filamento coriaceo aggrovigliato che serve a “legarlo” ad alghe e coralli. Il suo ritrovamento è un indicatore positivo della salute dell’habitat marino: vuol dire che l’acqua è pulita e l’ambiente pelagico ottimale.

L’osso di seppia -  Liscio, bianco e di materiale robusto e tagliente. È l’osso di seppia, o meglio lo scheletro di questo cefalopode diffusissimo nel Mediterraneo. Di solito lo si vede galleggiare sull’acqua, perchè essendo pieno di gas non va mai a fondo. È considerato un “ricostituente” nella dieta di piccole tartarughe marine e uccelli.

La palla egagropila -  Noto come “polpetta” o “palla di mare”, è un piccolo e sferico agglomerato marrone chiaro e di consistenza feltrosa. Si tratta del residuo fibroso di radici, foglie e fiori di piante marine quali la posidonia e la zostera. Non è da confondere con un altro tipo di organismo, anch’esso tondeggiante ma verdastro e spugnoso: l’alga Codium bursa.


L’oliva di mare –  È il frutto della Posidonia oceanica. L’oliva di mare è sferica, carnosa e ricca di sostanze oleose che, in acqua, ne consente il galleggiamento. Trasportato a riva durante la fioritura primaverile delle suddette piante, assume decomponendosi un colore via via più bruno e cupo rispetto al verde acceso originario.

Le teche ovigere dei murici – Spesso sulle spiagge ci si imbatte in organismi biancastri che paiono delle comuni spugne. In realtà sono le teche ovigere dei murici (in barese “cocci”): i “contenitori” in cui sono ospitate le uova di molluschi gasteropodi. Si presentano come agglomerati biancastri tondeggianti, coperti da piccole papille sacciformi da cui fuoriescono gli animaletti appena nati.

La ciprea – Sono innumerevoli i gusci di molluschi che è possibile trovare sul litorale. Alcuni sono ben conosciuti perché fanno parte del prelibato “crudo di mare”, come i “musci” (arche di noè) o le “noci” (tartufi). Altri sono più particolari e si mostrano con forme a spirale, coniche, lisce o convesse. Tra questi merita un approfondimento la “casa” che ospita la lumachina chiamata ciprea.

Il guscio, con la sua finitura lucida e marroncina, è distinguibile per le sue bande trasversali appena più chiare del colore della livrea e per piccole ma fitte macchioline alle estremità. Parliamo della conchiglia più “elegante” di tutto l’Adriatico (tanto che le è anche stato dato il nome di “ciprea porcellana”) ed è spesso collezionata perché considerata un pregiato oggetto ornamentale. Purtroppo però la “corsa alla ciprea” si è tradotta negli ultimi anni in un serio pericolo di estinzione della specie.

(Vedi galleria fotografica)


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita



Federica Calabrese
Scritto da

Lascia un commento
  • francesco quarto - sono sbalordito, ho imparato tante cose che non conoscevo e che sempre mi incuriosivano, quando le vedevo sul bagnasciuga. devo però lamentare che la frequenza di tali "ritrovamenti" è assolutamente ridotta e ormai solo molto, molto di rado, vedo quegli strani oggetti per me misteriosi. graze a Federica per avermi dato un momento di grande gioia, ma peccato per il tragico diradarsi della fauna marina delle nostre coste


Powered by Netboom
BARIREPORT s.a.s., Partita IVA 07355350724
Copyright BARIREPORT s.a.s. All rights reserved - Tutte le fotografie recanti il logo di Barinedita sono state commissionate da BARIREPORT s.a.s. che ne detiene i Diritti d'Autore e sono state prodotte nell'anno 2012 e seguenti (tranne che non vi sia uno specifico anno di scatto riportato)