La comunità filippina di Bari: «Richiesti come colf, ma apriamo anche ristoranti e minimarket»
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martedì 28 ottobre 2025
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di Aya Aouichaoui - foto Giacomo Pepe
In via Abbrescia ad esempio, sono presenti il negozio "Ea store&service" e il ristorante "Pinoy", entrambi gestiti da filippini. Siamo andati a trovarli. (Vedi foto galleria)
Ci troviamo quindi in questa strada del quartiere Madonnella di Bari che, in soli 400 metri di lunghezza, racchiude edifici centenari, negozi storici, locali della movida e come detto punti di ritrovo per immigrati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra questi Pinoy, ubicato al civico 15. Aperto nel 2023, propone piatti tipici filippini a base di carne, pesce, riso e verdure con l’aggiunta di varie spezie. Tra questi il bicol express spicy e l’adobo, il piatto nazionale filippino: uno stufato cotto in padella con marinatura di cipolla, alloro, aceto di vino bianco e pepe.
Una volta entrati facciamo la conoscenza del 45enne Melvin Fernandez e della moglie Emelita che gestiscono il ristorante assieme alla mamma di lui: la 69enne Laluz Remedios.
Quest’ultima è a Bari dal lontano 1992. «Sono originaria di Victoria, nella provincia di Laguna – ci dice la donna -. All’età di 36 anni ho lasciato il mio Paese dove c’era tanta povertà e disoccupazione per venire qui a lavorare nelle case dei baresi come collaboratrice domestica».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I filippini sono infatti da sempre molto richiesti come governanti e nell’arcipelago asiatico ci sono agenzie accreditate dal Governo che formano in questo campo gli "isolani" regolandone poi il collocamento all’estero.
«Per noi non è difficile ambientarci in Paesi come l’Italia – sottolinea Laluz –. Siamo cattolici, quindi frequentiamo le stesse chiese e seguiamo gli stessi vostri riti. Forse anche per questo motivo siamo ben visti dagli occidentali».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La donna continua a operare come colf, anche se da due anni a questa parte dà una mano nel ristorante a suo figlio Melvin Fernandez, che l’ha raggiunta a Bari nel 2009.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Sono cresciuto con i miei nonni – afferma il 45enne –, poi all’età di 29 anni ho deciso di ricongiungermi con mia madre a Bari. Qui ho cominciato sia a lavorare sia come domestico che come aiuto sala in un ristorante. Pian pian ho cominciato ad avvicinarmi alla cucina e, dopo essere diventato sous chef, ho aperto il mio locale di cucina filippina. L’ho chiamato Pinoy che vuol dire "ragazzo filippino": è un progetto di famiglia, un sogno condiviso. Ho portato in Puglia le ricette originali del mio Paese e alcuni ingredienti me li faccio spedire direttamente da Manila».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Melvin ha potuto compiere il grande passo dopo essersi stabilito in maniera definitiva a Bari. Nel capoluogo pugliese ha conosciuto infatti sua moglie Emelita (anche lei filippina), dalla cui unione sono nati Jardess (che ci raggiunge nel locale mentre stiamo parlando) e Melvin Jr.
«Ormai mi sono integrato – ci dice Fernandez –. Ho imparato l’italiano ascoltando le canzoni e traducendole. All’inizio però non è stato facile, per questo mi sono legato molto alla comunità filippina del capoluogo pugliese. Ancora oggi ci incontriamo la domenica, seguiamo la messa alla chiesa di Sant’Antonio e la sera ci riuniamo in casa per cenare insieme. Prepariamo piatti tipici filippini, anche se non manca mai la pizza e la focaccia barese».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra le persone che Melvin frequenta c’è anche suo cugino: il 44ennne Enrico Boongaling, che in via Abbrescia 6 ha aperto due anni "Ea store&service", un negozio che vende alimentari e offre servizi di spedizione.
Lo incontriamo all’interno del locale tra decine di scaffali sui quali si staglia la bandiera delle Filippine blu, rossa e bianca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Sono a Bari da quattordici anni – ci dice Boongaling –. La mia storia racconta della capacità di adattamento e della forza di reinventarsi: caratteristiche che contraddistinguono i filippini. Prima lavoravo come badante notturno, mentre mia moglie Annarosse si occupava della stessa famiglia nelle ore diurne. Ma nel 2020, con l’arrivo del Covid, tutto si è fermato: non potevamo più andare a lavorare e per mesi siamo rimasti senza reddito».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quella crisi però ha rappresentato anche un punto di svolta. «Abbiamo deciso di creare qualcosa di nostro, un’attività che ci permettesse di mantenerci da soli – spiega -. Con i risparmi messi da parte abbiamo così trovato un piccolo locale per aprire un negozio multifunzionale».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
All’inizio il progetto era incentrato sul money tranfert, utilizzato dagli immigrati per inviare soldi alle proprie famiglie all’estero, ma con il tempo Enrico ha deciso di ampliare l’offerta introducendo prodotti alimentari e gastronomici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Abbiamo iniziato ad aggiungere un po’ di food, verdura e prodotti asiatici e filippini – dice -. Oggi il nostro è un piccolo punto di riferimento per la comunità»
La gestione dell’attività segue una precisa organizzazione familiare: la mattina apre Enrico, mentre la moglie
lavora come badante. Nel pomeriggio si scambiano i ruoli. «Stiamo andando bene – conclude il 44enne –. Tra l’altro questo è l’unico posto a Bari dove è possibile trovare prodotti filippini quali le patatine "V-Cut" piccanti al barbecue e la salsa "Ufc" di banane. Quest’ultima è un po’ il nostro ketchup: perfetta con pollo fritto o spiedini alla griglia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Mentre parliamo entra in negozio la 72enne Lucia, la quale ha raggiunto per un breve periodo a Bari la figlia Annarosse, moglie di Enrico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ora sono in Florida – ci dice la donna -, ma ho vissuto per ben vent’anni a Bari lavorando come colf. Ho deciso di trasferirmi perchè negli Stati Uniti ho una figlia che ha problemi di salute. Però lì mi sento sempre una straniera: ognuno pensa a se stesso. In Puglia invece sono sempre stata accettata, anche se non facevo un lavoro di grande prestigio qui mi sono sempre sentita a casa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita




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