di Valeria Danisi

L'83enne Meuccio, che continua a riparare bici a Bari Vecchia: «Ho iniziato da bambino»
BARI – «Riparare le due ruote è stato per tanto tempo il mio lavoro, oggi però è solo un hobby pomeridiano attraverso cui metto a disposizione la mia esperienza per grandi e piccini». Parole dell’83enne Bartolomeo D'Agostino, conosciuto da tutti come “Meuccio”, un signore che in tutta la sua vita non ha fatto altro che aggiustare biciclette nella sua minuscola officina di Bari Vecchia. (Vedi foto galleria)

Quello del “biciclettaio” è infatti un mestiere antico e un tempo molto diffuso. Prima infatti le due ruote rappresentavano il principale mezzo di trasporto per muoversi velocemente tra le strade cittadine. Poi con il diffondersi delle motociclette, delle automobili e ultimamente anche dei monopattini, le bici sono pian piano scomparse dalle città: un declino solo in parte attenuato dalla creazione delle piste ciclabili.

Rimane però sempre qualche appassionato e soprattutto tanti bambini a fare uso delle classiche bici. E così persone come Tommaso De Carne del quartiere Madonnella o Pinuccio Aceto di Carrassi, continuano ad aprire ogni giorno le loro vecchie botteghe per riparare manubri, catene e freni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E poi c'è l'83enne Meuccio, il più anziano di tutti, che ormai in pensione non riesce a staccarsi da quel lavoro che gli ha dato tante soddisfazioni. Dopo aver aiutato sua moglie con le faccende domestiche, raggiunge il suo laboratorio verso le 16 e vi rimane fino alle nove di sera, risolvendo al volo quei piccoli inconvenienti che possono mettere in difficoltà un ciclista.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per incontrare il signore ci muoviamo da piazza Mercantile per imboccare la stretta via Fracigena (stradina che conduce a Piazza del Gesù) ed ecco che accanto a un distributore h24 vediamo aprirsi l’officina priva d’insegna di D’Agostino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L'ambiente è poco più grande di uno stanzino e appena entrati ci saltano agli occhi i tanti cerchioni appesi alle pareti. Meuccio ci accoglie con un bel sorriso, gli occhiali appollaiati sul naso, le mani annerite dal grasso e un cacciavite in pugno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ho iniziato questo lavoro da bambino, all’età di 7 anni, con un compenso di appena 5 lire – esordisce l’uomo –. Eravamo nell’immeditato Dopoguerra, c’era povertà e la mia era una famiglia molto numerosa. Tutti in qualche modo dovevamo darci da fare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


È in questo modo che ha iniziato Meuccio, specializzandosi dopo anni di gavetta nella riparazione delle due ruote e divenendo così un vero e proprio “biciclettaio”. «A quei tempi erano in pochi a potersi permettere un mezzo a motore - racconta - e quindi le biciclette erano diffusissime. Per questo c’era sempre bisogno di persone esperte che in caso di guasto le riparassero velocemente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Bartolomeo ci racconta svariati aneddoti, tra cui quello delle contadine che, nel mese di maggio (periodo delle fave), arrivavano pedalando dalla campagna portandosi dietro le cassette cariche di verdura che vendevano casa per casa. E spesso passavano dalla sua bottega per registrare i freni o gonfiare le ruote.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Poi con il passare del tempo le bici hanno cominciato a essere sempre meno diffuse, complice il maggior benessere che ha permesso ai più di comprarsi un mezzo a motore – afferma l’uomo –. E poi con il traffico e le strade ormai dominate dalle auto, pedalare in città è divenuto sempre più difficile e pericoloso. Le due ruote sono quindi cadute in disuso e il nostro lavoro è diventato di nicchia: oggi è portato avanti solo da qualche vecchio appassionato come me».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

È anche vero che negli ultimi anni si è avuto un ritorno delle due ruote, grazie alla creazione delle piste ciclabili che permettono, in alcuni punti della città, di pedalare in sicurezza. «Questo è indiscutibile – ammette Meuccio –, anche se nel frattempo si è avuto pure il boom dei monopattini. E io mi sono adeguato. Proprio ora ne sto aggiustando uno, anche se io mi occupo solo delle componenti meccaniche, non mi intendo certo di elettronica».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

C’è però sempre qualcuno che gli porta qualche vecchia bici da rimettere in sesto. «Vengono anche da quartieri lontani dal centro storico, come Japigia – racconta Meuccio –. La maggior parte dei clienti mi chiede cose di poco conto: spesso si tratta di padri che mi portano i mezzi dei propri figli per raddrizzare una ruota, sostituire una catena o regolare la pressione delle gomme».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per il signor D'Agostino quest'attività è infatti ormai solo un hobby, per tenere mente e mani occupate e mettere da parte qualche soldo. Ci guadagna poco o nulla, appena 3 euro per rimediare a una foratura e 2 per sostituire una catena, che recupera di solito riciclandole.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Continuerò a farlo fin quando avrò le forze – conclude prima di salutarci –. La mia speranza è però quella di vedere sempre più biciclette in circolazione. Le persone di questi tempi vanno sempre di corsa, scappando da una parte all'altra. Quando si viaggiava su due ruote si andava piano, è vero. Ma secondo me si viveva anche più sereni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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