Rinvenuta in Salento un'orchidea sinora sconosciuta: è la rosea "Serapias ausoniae"
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lunedì 6 settembre 2021
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di Eva Signorile
La scoperta è avvenuta due anni fa da parte del 54enne Roberto Gennaio, tecnico Arpa Puglia e appassionato naturalista, ma la conferma che si tratta effettivamente di una novità botanica è arrivata solo in questi giorni con la pubblicazione delle analisi del caso sulla rivista specializzata “Phytotaxa”.
Roberto, che è anche coordinatore della sezione Salento del Giros (Gruppo Italiano per la Ricerca delle Orchidee Spontanee) è ormai un habitué di imprese come questa: tempo fa aveva rinvenuto la Serapias apulica uxentina oltre al fiordaliso "di Punta Pizzo" di cui vi abbiamo parlato nel marzo 2020.
Il nome dato a questo nuovo gioiellino rimanda all’antico popolo degli Ausoni. «L’ho scelto per omaggiare la civiltà che ha vissuto in Puglia prima ancora dei Messapi», ci confida Gennaio.
La pianta ha eleganti foglie lanceolate verde chiaro. I fiori si arrampicano lungo l’apice del suo gambo, formando gruppi di circa 10-12 esemplari di cui generalmente si intravede solo il “casco tepalico” di colore rosa pallido e percorso da venature longitudinali più scure.
Il fiore vero e proprio è invece chiuso all’interno e mostra, di tanto in tanto, la punta di un’impertinente “linguaccia” rossastra: si tratta dell’epichilo, estremità del labello, il petalo più vistoso delle serapias.
La nostra “eroina” molto probabilmente è nata per una mutazione genetica da un’altra meraviglia, l’orchidea Serapias parviflora, con la quale condivide la zona in cui si è sviluppata e il periodo di fioritura, ovvero la primavera.
L’ausoniae somiglia così tanto alla “madre” da essere stata inizialmente scambiata per lei. «Ma qualcosa non mi convinceva – ci dice l’esperto –: era anomala, nel senso che aveva delle caratteristiche diverse. Ad esempio, era decisamente più robusta».
Incuriosito da questa bizzarria, Gennaio decise di informare Giuseppe Pellegrino, professore di Botanica generale presso l’Università di Cosenza. Dopo aver condotto specifici esami genetici, il docente riscontrò che le piantine rinvenute differivano nel numero di cromosomi: 36 nella parviflora e 72, cioè esattamente il doppio, nella nuova orchidea.
Gli studi confermarono quindi che si trattava di due specie distinte, notevolmente diverse anche nelle dimensioni. La nuova pianta aveva infatti foglie e fiori quattro volte più grandi rispetto alla Parviflora.
«Va sottolineato come la “poliploidia”, cioè il numero maggiore di cromosomi – spiega Roberto – è spesso in grado di conferire una migliore adattabilità ai vari stress ambientali, consentendo anche di colonizzare spazi».
In effetti l’esuberante serapide minaccia di essere davvero “invadente”, ma proprio grazie a questa caratteristica avrà più chance di sopravvivere.
«Per capirci la prima volta che la notai vidi appena due piantine – racconta il naturalista –. Nel corso dello stesso anno ne scorsi cinque e nel 2020 ne contai ben 25. Poi però nel 2021 in quella zona del parco sono stati condotti dei lavori di “riqualificazione” che hanno rovinato la colonia. Così il loro numero si è ridotto notevolmente».
Oggi nell’area resistono appena 10 esemplari dell’orchidea. Ma lo scopritore è ottimista sull’avvenire dell’ausoniae: la mutazione genetica l’ha infatti resa forte e intraprendente, pronta a sfidare le avversità di un mondo purtroppo ancora poco attento ai bisogni della Madre Terra.
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I commenti
- Ezio - nel mio campo agricolo ,nella zona in cui lascio crescere le erbe spontanee, vi sono molte piantine di vario tipo di orchidee tra cui almeno una trentina SERAPIAS AUSONIAE. Il fondo agricolo è sito in Monteroni di Lecce. Qualora è di V/s interesse visitarlo, sono a vostra disposizione Il mio nr telefonico è 337835067