Bari, la storia di Nicola: si trasforma in Babbo Natale per consegnare i doni ai bimbi malati
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mercoledì 11 dicembre 2019
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di Gabriella Mola
Si fa così crescere i baffi e la barba bianca, si trucca e si traveste con cappello e vestito rosso. Il motivo? Essere il più credibile possibile, così da strappare un sorriso ai bimbi e un’offerta ai genitori. Soldi che saranno poi destinati all’acquisto di doni per i piccoli pazienti del reparto di Oncoematologia del Policlinico di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Incontriamo il nostro eroe a Santa Caterina, per una sua “esibizione” in un centro commerciale. Ci accoglie nel camerino, mentre è davanti allo specchio impegnato nella sua metamorfosi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«E' iniziato tutto per caso - ci racconta questo signore alto un metro e 90 -. Nel 2011 partecipai per conto dell’Aeronautica a una consegna di regali natalizi ai fanciulli ricoverati negli ospedali baresi. Impersonai così Babbo Natale. Una volta entrato nei reparti qualcosa scattò in me: mi sentii stringere il cuore notando gli sguardi di quegli innocenti che attendevano un attimo di felicità. Così decisi che lo avrei fatto ancora, mettendoci più impegno e risorse».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E da quel momento Nicola ogni anno diventa Santa Claus. Come detto si fa crescere la barba («con la rassegnazione di mia moglie Francesca che mi dà meno baci perchè dice che pungo») e gira per le strade e le piazze della provincia barese facendosi la foto con i bambini e chiedendo un’offerta agli adulti.
Ad aiutarlo ci sono i suoi “elfi”: la consorte e i suoi amici più cari. Persone che l’uomo ha riunito nella Body Talk, un’associazione culturale nata nel 2013.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La sera prima di consegnare i doni – dice mentre trucca le sue guance per renderle vermiglie - ci facciamo mandare dall’ospedale la lista di tutti coloro che sono ricoverati, in modo da poter dar loro il regalo giusto, adatto all'età e al sesso. A quel punto scatta la corsa per acquistare ciò che manca, così da incartarlo in tempo utile per la festa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quest’anno l’associazione vorrebbe comprare anche un Körper-Tambura, speciale strumento utilizzato per tranquillizzare i pazienti che devono sottoporsi alla chemioterapia.
Ma “Babbo Natale” nel frattempo si è preparato. Dopo aver indossato cappello e mantello, entra in scena, dirigendosi nella casetta di legno allestita per l’occasione nel centro commerciale. All’interno c’è un finto caminetto, calze natalizie, luci colorate e l’immancabile slitta da lui disegnata personalmente e verniciata di un rosso scintillante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Cominciano così ad avvicinarsi i bambini, che l’omone prende in braccio o fa sedere sulle sue gambe, mentre ascolta i loro pensieri e risponde alle loro domande.
Noi nel frattempo ci soffermiamo a leggere su una parete tutte le letterine che i fanciulli del Policlinico hanno consegnato quest’anno. C’è chi desidera delle macchinine, chi una bambola, chi dei libri di scienze. «A volte però mi chiedono di guarirli – afferma sconsolato Nicola – e io non posso fare altro che dir loro: “ci proverò”».
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