di Francesco Sblendorio

Esclusivo, intervista a Babbo Natale: «Vesto di rosso per volere del mio sponsor, la Coca Cola»
ROVANIEMI (Lapponia) - Esclusiva che più esclusiva non si può: Barinedita intervista Babbo Natale (nella foto). Per incontrarlo abbiamo fatto un lungo viaggio nel nord Europa, fino in Finlandia. Per la precisione ci troviamo nei pressi di Rovaniemi, capoluogo della Lapponia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci riceve il folletto segretario di Babbo Natale che ci conduce da lui raccomandandoci di non rubargli molto tempo perché questo è un periodo di intenso lavoro per la fabbrica di giocattoli e di doni. Babbo Natale ci attende nel suo ufficio, alle prese con le letterine provenienti da tutto il mondo. Si scusa subito per il disordine: «Sapete com’è, io ho una certa età e non ho  mai imparato a usare l’e-mail – spiega - perciò mi ritrovo ogni anno sommerso da quintali di lettere di carta». Comunque ci fa accomodare e alimenta il fuoco del caminetto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Voi baresi non siete certo abituati al freddo della Lapponia – ci dice -. Io conosco bene Bari e il suo clima». Gli chiediamo se sia mai stato a Bari non solo di passaggio e lui ci dà una risposta alquanto curiosa: «Oh certo. Diciamo che ci sto anche in questo momento in un certo senso». Sorpresi da tale risposta, preferiamo soprassedere (con l’età sarà un po’ rincitrullito pensiamo) e iniziamo subito l’intervista vera e propria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Babbo Natale, allora esisti davvero?

Certo che esisto. E non capisco perché tutti voi nel mondo da una certa età in poi cominciate a non credere più in me. Bel ringraziamento dopo anni e anni in cui vi ho portato regali di ogni tipo. Anzi, vi dirò di più, io ho anche una data di nascita e ho cambiato più volte residenza e lavoro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quindi non sei di origine lappone e non hai sempre fatto il “portatore di doni”?

Ma no. Sarebbe stato noiosissimo fare sempre lo stesso lavoro per 1.750 anni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Beh, ne dimostri di meno. Ci fai una sintesi della tua vita?

Nasco a Patara, in Licia, una regione dell’attuale Turchia, intorno all’anno 270. Poi mi trasferisco nella vicina città di Myra dove vengo nominato vescovo. Lì vivo, nel senso “umano” del termine, fino più o meno alla metà del IV secolo. Mi trattengo lì fino al 1087, quando un gruppo di marinai baresi arriva per prendermi e portarmi nella loro città. Quando arrivai a Bari venni accolto con grandi onori, tanto che i miei nuovi amici costruirono una grande basilica apposta per me. A Bari mi trovai subito bene e decisi di rimanerci. Diciamo che “una parte di me” è ancora lì oggi. E …

Ehi aspetta. Qui c’è qualcosa che non quadra. La storia che ci stai raccontando noi la conosciamo già e anche piuttosto bene. È la storia di san Nicola, patrono della nostra città. Ci vuoi prendere in giro?

Certo che no. Ma chi pensate che si celi sotto il costume di Babbo Natale? Sono proprio io, così come la tradizione, soprattutto americana e del nord Europa, ha riadattato il mio personaggio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel nord Europa ti chiamano Santa Claus, vero?


Esatto. E Santa Claus non è altro che la contrazione di Sinterklaas, termine olandese che sta per Sint Niklaas, ovvero San Nicola.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Turchia, Bari, Lapponia, Olanda…Scusaci, ma non ci stiamo capendo più niente. In quanti posti hai vissuto?

Dovete sapere che san Nicola è famoso in tutto il mondo. Oltre che in Italia, anche nei Paesi di fede ortodossa, in particolare Grecia e Russia, e in tutto il nord Europa. Per esempio è patrono di Amsterdam, capitale dell’Olanda. Furono proprio i coloni olandesi trasferitisi in America e fondare la città di New York, che all’inizio si chiamava New Amsterdam. E proprio in America mi hanno affidato il ruolo di Santa Claus, diffondendolo in tutta la cultura anglosassone e scandinava. Poi sono arrivato nel sud Europa con il nome di Babbo Natale e in America Latina. Oggi mi conoscono perfino in alcuni Paesi arabi, in Giappone e in Corea.  In alcune nazioni dell’est europeo mi chiamano “Nonno Gelo”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Caspita, che storia movimentata. Ma come mai hanno affidato proprio a te il ruolo di portare i doni a Natale?

Sono stati ispirati da un mio gesto compiuto in gioventù. I miei vicini di casa, a Patara, avevano tre figlie da sposare, ma essendo poveri non potevano permettersi di fornire loro una dote. Il padre, disperato, pensò di avviarle alla prostituzione, in modo da guadagnare il denaro necessario per la dote. Appena seppi di questa sventura, per tre notti andai a gettare all’interno della casa dei miei vicini altrettante sacche di denaro, sufficienti per i matrimoni delle tre ragazze. Purtroppo l’ultima notte qualcuno mi vide e diffuse la voce. Da lì è nato il personaggio di colui che di notte porta i doni nelle case.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Toglici una curiosità: il tuo costume ufficiale è sempre stato questo o l’hai cambiato nel corso dei secoli?

In realtà, all’inizio ero vestito di bianco. Poi, in epoca moderna, mi sono dovuto “globalizzare” anch’io e trovarmi uno “sponsor”: sapete com’è, devo mantenere la fabbrica di giocattoli, dare da mangiare a tutti i folletti che vi lavorano e alle renne, fare la revisione annuale della slitta. Quindi è stata una nota marca di bevande analcoliche, la Coca Cola, a procurarmi il vestito rosso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La notte di Natale si avvicina.  È tutto pronto per la consegna dei doni?

Oh, no. Qui si lavora fino all’ultimo momento. Siamo sempre in ritardo, le richieste dei bambini sono sempre più particolari. Ho dovuto assumere un esperto di tecnologia per farmi spiegare cosa fossero tablet, smartphone, i-pad e tutte quelle cose strane. Per fortuna, la consegna dei doni non è tutta concentrata nella notte tra il 24 e il 25 dicembre. In alcuni Paesi e anche in certi comuni italiani, i bambini ricevono i doni la notte di san Nicola, il 6 dicembre. Ora scusatemi, ma ora devo proprio andare. Però se volete potete chiedermi un regalo per questo Natale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Vediamo…fai in modo che l’Italia esca dalla crisi.

Ehi, qui potete chiedere solo doni. Per i miracoli tornate a Bari, lì sapete dove trovarmi.


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