di Marianna Colasanto - foto Valentina Rosati

Pericolo, azione, soccorso: visita ai vigili del fuoco del comando provinciale di Bari
BARI - Prestano soccorso in mare e nei luoghi colpiti da violenti terremoti, salvano persone che minacciano di suicidarsi, mettono al sicuro animali in difficoltà e naturalmente spengono anche gli incendi. Sono solo alcuni dei compiti dei Vigili del Fuoco, presenti a Bari e provincia dal 1928 e attivi oggi con 550 temerari che fanno del rischio il loro mestiere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La loro storia nel capoluogo pugliese comincia nel 1875, quando a seguito di un grande rogo la giunta comunale acquista una pompa idraulica e l’affida alle guardie municipali. Nel 1928 viene creato il primo vero servizio pompieristico locale, che si stabilisce nella sede di via Devitofrancesco, ancora oggi esistente. Squadra che nel 1939 confluisce nel corpo nazionale tuttora diretto dal ministero dell'Interno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Pian piano il gruppo di soccorso abbraccia i paesi limitrofi e nel 1974 posiziona il comando provinciale in via Murari, nella labirintica zona industriale. Bisogna attendere il 1996 per lo spostamento nell'ubicazione attuale, quella di via Tupputi 52, nel rione Mungivacca, un'area di diecimila metri quadrati racchiusa da un muro di cinta bianco: siamo andati a visitarla. (Vedi foto galleria)

Proprio mentre ci apprestiamo ad attraversare l'ingresso principale vediamo uscire un'autopompa. Per una volta però non si tratta di un'emergenza, bensì di un'esercitazione: sotto il parabrezza del veicolo c'è infatti la scritta "scuola guida". Superiamo il cancello e ci dirigiamo verso l'unico stabile presente: una palazzina di quattro piani con le pareti color ocra e l'entrata racchiusa da due massicce colonne bianche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Varchiamo l'accesso dell'edificio ritrovandoci tra due cimeli: una pompa fissa ramata del 1898 e un'altra rossa risalente allo stesso periodo, dotata di ruote e trainata all'epoca da cavalli che venivano “presi in prestito” da carrozze di passaggio in caso di necessità. Percorriamo un lungo corridoio incrociando subito tre pompieri con un casco in mano e l'inconfondibile divisa grigia con fasce gialle catarifrangenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Saliamo all'ultimo piano dove ad attenderci c'è il comandante del presidio, il 56enne potentino Vincenzo Ciani. «Da qui coordiniamo il lavoro di tutta la città metropolitana - spiega Ciani - e quindi, oltre alla nostra struttura, anche quelle di via Devitofrancesco, del porto e dell'aeroporto di Bari e dei centri di Molfetta, Barletta, Corato, Altamura e Putignano».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un lavoro che non si limita alla repressione degli incendi, ben 700mila soltanto nel 2018. «Estraiamo le vittime dalle lamiere delle macchine colpite da incidenti stradali – sottolinea il comandante -. liberiamo persone rimaste bloccate negli ascensori, salviamo disperati che si vogliono buttare giù dai tetti, recuperiamo animali in pericolo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Per poi essere sempre in prima linea nelle grandi tragedie. «La settimana scorsa ad esempio - ci dice il 59enne caporeparto Gaetano Di Salvo - siamo intervenuti in Albania per cercare di tirar fuori più persone possibili dai palazzi crollati per il sisma dello scorso 26 novembre. Tra i nostri incarichi c'è anche il recupero degli oggetti di valore tra le macerie: un'operazione che di norma deve svolgersi entro tre minuti, per evitare di essere colpiti da travi e muri».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Di Salvo ci porta nel cortile interno del complesso, dove abbiamo la fortuna di assistere a un'esercitazione delle nuove reclute, giovani dallo sguardo concentrato che indossano i rispettivi caschi specchiati. Li vediamo arrampicarsi uno alla volta come tanti "Spiderman" su un edificio usato appositamente per gli allenamenti: la loro ascesa è facilitata da delle scalette a gancio e un'apposita imbracatura li protegge da eventuali perdite di equilibrio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

C'è poi chi fa pratica su un mezzo munito di un'impressionante scala aerea: può arrivare fino ai 37 metri di altezza e non è certo adatta a chi soffre di vertigini.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Migriamo ora nel cortile esterno per ammirare l'imponente parco mezzi, alcuni protetti da una tettoia, altri situati in un capannone. «Ne abbiamo circa 200 - evidenzia il 46enne vigile barese Salvatore Sturno -. Ci sono escavatori, utili nelle zone terremotate, autobotti contenenti 8500 litri d'acqua, spazzaneve, gommoni e imbarcazioni per le operazioni in mare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sturno ci mostra come si usa l'autopompa, veicolo che può trasportare fino a sei persone. Parcheggia il veicolo, srotola il naspo (il tubo da cui fuoriesce l'acqua) e spruzza il liquido prima in modo lineare, poi a raggio. «Quest'ultima modalità è necessaria in caso di incendi particolarmente vasti - sottolinea Vincenzo - per ripararsi dalle fiamme».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L'ultima tappa della nostra visita è nel punto nevralgico del presidio: la sala operativa, laddove tramite il numero 115 arrivano le richieste di aiuto da tutta la provincia. É una stanza dove lavorano quattro vigili davanti a una lunga scrivania, dotata di telefoni e monitor touch screen con i quali vengono organizzate le varie spedizioni di soccorso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A coordinare questa delicatissima aula c'è il 56enne capo turno triggianese Vito Longo. «Per ogni chiamata dobbiamo essere pronti a prendere una decisione in pochi istanti - puntualizza Vito -. In un battito di ciglia è necessario stabilire quali uomini e mezzi adoperare. Sarà poi un altoparlante a diffondere l'allarme nella struttura, dalla quale entro 30 secondi (60 di notte) partiranno alcuni dei nostri uomini».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le chiamate vengono gestite in base a una scala di gravosità degli eventi, simile a quella degli ospedali. «Momenti di calma piatta si alternano a ore in cui il telefono è bollente - continua Longo -. Per esempio la scorsa settimana siamo stati molto impegnati a causa del vento forte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il vigile infine ci conduce in una camerata dove non può mancare il celebre palo lungo il quale i pompieri scivolano per raggiungere il piano terra. La discesa prevede che le gambe siano incrociate e atterrino poi su un cuscinetto blu: un'entrata in azione degna di un film, anche se gli eroici salvataggi sono tutt'altro che finzione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

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  • Davide - Articolo stupendo!!


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