di Luana Rutigliano

Modugno, quel mascherone che fa la linguaccia: ''nobile'' vendetta di 300 anni fa
MODUGNO – Una bella linguaccia rivolta ai nemici di sempre. E’ ciò che è possibile “ammirare” se ci si trova nel centro storico di Modugno, precisamente in piazza del Popolo, lì dove sorge il settecentesco palazzo Piepoli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Se si alza infatti lo sguardo si noterà, sul cantone che affaccia su vico Fortunato, un simpatico mascherone a forma di testa umana che mostra la lingua in segno di dileggio. Fu posto in quel punto dalla famiglia che dà il nome all’edificio. Il motivo? Una "nobile" vendetta nei confronti dell’imponente costruzione che sorge di fronte, appartenuta ai rivali Scarli. (Vedi foto galleria)

La storia ce la racconta Michele Ventrella, presidente della Pro Loco di Modugno. «Secondo la leggenda – spiega - l’intero stabile fu costruito agli inizi del 700 come una grande allegoria, proprio per celebrare la vittoria sugli Scarli. I Piepoli infatti all’epoca avevano espresso il desiderio di erigere un loro palazzo, ma avevano trovato l’opposizione dei “dirimpettai”: quest’ultimi affermavano che il nuovo edificio avrebbe tolto spazio visivo e “aria” al proprio, presente lì dal 500».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il Palazzo Pascale-Scarli era in effetti molto più antico. Risalente alla seconda metà del 500, fu donato a Vito Pascale, segretario della duchessa Bona Sforza, per poi essere venduto nel 1618 a Giovanni Belantino Scarle.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ma questo alone di importanza non fermò il nobile capofamiglia Francesco Piepoli, che alla fine riuscì ad averla vinta, rigettando anche l’accusa di voler costruire su un suolo non edificabile. Fece così erigere la sua casa, togliendosi anche qualche “soddisfazione”. «Oltre al mascherone – sottolinea infatti il presidente – sulla facciata dell’edificio è presente una “non casuale” statua di San Michele: ovvero quell’Arcangelo della Giustizia che sconfigge il male, per i Piepoli rappresentato evidentemente dalla famiglia Scarli».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E così da trecento anni, su questo edificio in stile rinascimentale, si trova dunque un volto ovale con la testa cosparsa da capelli ricci consumati dallo scorrere del tempo. Ora è costretto a convivere con un modernissimo cavo elettrico, ma la sua lingua è sempre lì, incorniciata da lunghi baffi rivolti all’insù e indirizzata esattamente verso il maestoso, ma ormai meno “arioso”, portale d’ingresso del dirimpettaio palazzo Pascale-Scarli. 

(Vedi galleria fotografica)


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