di Angela Pacucci e Bepi De Mario

La Bari-Bitritto: quella lunga e irrealizzata ferrovia fantasma che scruta la città
BARI – Una lunga e sopraelevata ferrovia fantasma, che attraversa tutta la bucolica periferia sud di Bari costeggiando chiese, fabbriche e stadi, per poi andare a morire in una stazione abbandonata, lì dove i ragazzini giocano sui binari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parliamo della Bari-Bitritto, una grande opera avviata nel 1988 ma che dopo tanti anni attende ancora la sua definitiva realizzazione. L’idea, partorita dall’allora Ferrovie Calabro Lucane, era quella di collegare la stazione centrale di Bari a Bitritto, passando per Santa Caterina, lo stadio San Nicola, il quartiere Santa Rita e Loseto. I lavori iniziarono alla fine degli anni 80 per poi però dilungarsi e interrompersi nel 1998.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel 2006 il progetto fu poi ripreso dalle Ferrovie Appulo Lucane, ma per problemi inerenti a interferenze di servizi non segnalati di elettricità, gas e acqua e per questioni legate a innesti con la rete ferroviaria nazionale, la fine della faccenda è stata nuovamente ritardata. Il sogno è quello di completare il tutto entro quest’anno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Noi, aspettando che diventi operativa, ci siamo fatti una passeggiata su questa linea dei binari lunga ben dieci chilometri, scoprendo un mondo fatto di ferro e pietrisco dal quale è possibile osservare Bari da una prospettiva inedita. (Vedi foto galleria)

Il nostro punto di partenza è strada Massimi Losacco, lì dove è aperto il cantiere per il completamento del tratto delle rotaie che dovrebbe congiungere la parte già realizzata alla stazione centrale. E’ in fase di realizzazione un sottopasso circondato da transenne e assemblato con grandi blocchi di cemento armato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da qui, proseguiamo verso strada Santa Caterina e giriamo subito a sinistra in una via sulla quale incontriamo lunghi pezzi di binari accatastati a ridosso di un muro e in attesa di avere un preciso posto all’interno della costruzione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E a pochi metri di distanza ecco l’inizio del percorso della ferrovia già ultimato, quello che andremo a percorrere come se fossimo dei treni, servendoci in realtà di due strisce di asfalto che fiancheggiano le rotaie. 

Non ci resta quindi che metterci in cammino, in salita, visto che la strada ferrata è inserita in un viadotto sopraelevato di una decina di metri. Accarezzati dal vento e dai pacati rumori della campagna che ci circonda, guardiamo all’orizzonte la grigia cupola della chiesa di Santa Fara e poco più avanti l’antica masseria Arbinetto, che indisturbata giace immersa da secoli nel verde.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Incrociamo a un certo punto Lama Lamasinata, puntellata da numerosi bunker e casematte, mentre sulla destra si erge il profilo un po’ decadente del San Nicola, con la sua bizzarra forma di astronave. Sulla sinistra si stagliano invece l’insegna dello stabilimento della Birra Peroni e il torrino di una villa del 1898 che oggi ospita un resort.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Fin quando arriviamo all’incrocio con la tangenziale, percorsa ininterrottamente da auto ad alta velocità. Per un attimo ci sentiamo padroni di Bari, città che riusciamo a scrutare dall’alto, nella sua quasi totalità, senza essere visti e disturbati. 

Non proseguiamo oltre. Sappiamo però che la ferrovia prosegue verso sud-est sorpassando lama Picone e giungendo sino al grande raccordo Giuseppe Rossi, nei pressi dello stadio. Poi si perde nelle campagne fino ad arrivare nella stazione di Santa Rita, in parte già realizzata ma chiaramente inutilizzata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Così torniamo indietro ammirando la linearità delle rotaie da noi attraversate fino a questo momento. E tra campi abbandonati e coltivati osserviamo in lontananza il nuovo ponte Adriatico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una volta tornati al punto di partenza prendiamo la nostra auto per raggiungere la stazione dispersa nell’agro di "Carbonara 2", il rione Santa Rita. Si tratta di una piccola e cubica struttura, che scrutiamo dall’alto, grazie a un ponte che ci permette anche di ammirare il percorso della ferrovia che è arrivata fin qui.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dopo la visita alla stazione successiva, quella che si trova in aperta campagna a Loseto (sempre di forma cubica e grigiastra), non ci resta che arrivare al capolinea della tratta. Siamo a Bitritto, in viale Vincenzo Binetti, lì dove finisce la ferrovia fantasma.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E mentre scattiamo una foto all’ultimo tratto dei binari, ecco davanti a noi materializzarsi cinque ragazzine che passeggiano e chiacchierano tranquillamente sulle rotaie, facendo compagnia a una desolata ferrovia che ha sempre fatto parte dello loro vita.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica di Gennaro Gargiulo)


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