di Katia Moro

I barbieri vecchio stampo rimasti a Bari: «Da noi niente sopracciglia e creste colorate»
BARI – «Alcuni parrucchieri avvisano all’esterno del proprio esercizio: “qui non si fa la barba”. Io dovrei scrivere esattamente il contrario perché il mio lavoro è questo, non certo aggiustare sopracciglia o creste colorate». Parola del 69enne Biagio Pugliese, uno dei pochissimi barbieri vecchio stampo presenti ancora a Bari. Sì perché questo tipo di mestiere, soprattutto nelle grandi città, sta ormai scomparendo, sostituito dal più moderno “parrucchiere per uomo” attento più a pinzette e delicate creme (e all’arredamento del salone) che non a pennello, schiuma da barba e lame affilate. 

I pochi barbieri rimasti continuano invece a tagliare i capelli in locali retrò, su antiche poltrone in ferro arrugginito e usando ristretti lavandini e specchi appesi a nostalgiche mura color carta da zucchero. E cosa ancora più importante, svolgono ancora il ruolo di “piazza”, trasformando il proprio negozio nel luogo in cui vecchi clienti si ritrovano per fare due chiacchiere e informarsi sulle ultime notizie del quartiere. (Vedi foto galleria)

Tra i barbieri più antichi di Bari, c’è sicuramente Vito, anziano signore dalla folta e bianca criniera e dallo sguardo mesto e gentile che in strada Palazzo di Intendenza, alle spalle della Prefettura, taglia barba e capelli ai pochi affezionati clienti rimastigli nel centro storico di Bari. Si schermisce, non vuole rivelarci il suo cognome nè farsi fotografare, perché sostiene che essere sotto i riflettori non fa per lui. Ci confida che gli hanno anche proposto un riconoscimento ufficiale per la longevità della sua attività, ma che ha preferito umilmente declinare l’invito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sembra quasi voler scomparire e far perdere le sue tracce il pioniere dei barbieri baresi, tanto da non possedere neppure un’insegna all’esterno e da non risultare sugli elenchi telefonici. Ma tanto i suoi fedeli clienti di un tempo, pochi a quanto pare e piuttosto anziani, sanno dove trovarlo dal momento che questo esercizio è lì, inaugurato dal padre dell’attuale titolare, dagli anni 30.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Io non riesco a farmi la barba da solo e quando la devo fare vengo sempre qui perché abito proprio in questa strada», dichiara l’unico cliente che ha voglia di sbottonarsi un po’, il 50enne Giuseppe Di Cosmo, che si lascia fotografare all’esterno del salone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Spostandoci dal centro storico al quartiere Poggiofranco, in via papa Urbano VI troviamo il 58enne Giuseppe Miglietta, meglio noto come Pinuccio, che ha iniziato la sua attività 36 anni fa. Forbici e pennelli sono sempre “gli stessi”, esattamente come gli avventori del salone dal minimale arredamento in legno. «Io vengo tutte le sere, mi leggo il giornale, ritrovo i miei amici e Pinuccio mi aggiorna sugli ultimi pettegolezzi», ci racconta il 77enne Andrea Lavermicocca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

È un posto in cui ci si va a sedere anche senza avere la necessità di dover sfoltire qualcosa. Ha lo stesso ruolo del bar che sorge a poca distanza o della piazzetta antistante, con la differenza che quei luoghi rappresentano il punto di aggregazione dei più giovani, mentre il negozio di Pinuccio è il rifugio di chi la gioventù l’ha ormai superata. «E’ questa la grande differenza con i nuovi parrucchieri – commenta il barbiere -. Lì conta più il risultato estetico ma molto meno quello umano. Trent’anni anni fa si veniva qui anche la domenica mattina a prendere il caffè e a fare la frizione ai capelli o a tirare i peli dal naso, prima di andarsene a passeggiare. Il giorno più importante e bello della settimana iniziava dal barbiere».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Il nostro tour ci conduce ora verso la periferia nord della città. A Palese infatti veniamo accolti dal su citato Biagio, proprietario del locale in via Armando Diaz. Anche lui non necessita di insegna all’esterno perché a Palese lo conoscono tutti come “Biagio di fronte al cinema Impero”, l’ex sala in rovina oramai chiusa da vent’anni. Non ha ereditato l’attività dal padre ma, dopo un apprendistato nel centro cittadino, ha aperto la sua attività nel 1970. Da allora ha rimodernato il look del suo salone ma non quello dei suoi tagli e questa per i suoi fedeli estimatori è una garanzia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«L’importante è condividere la stessa passione calcistica: se non sei del Milan qui neanche ci puoi entrare», scherzano due affezionati clienti, i sessantenni Nicola e Michele. E i fascioni rossoneri che decorano l’intero ambiente sembrano confermarlo. Insomma qui a Palese il barbiere Biagio è la dimostrazione dell’assioma per cui “uomo”  equivale a “calcio” ma anche  della stretta correlazione con l’elemento “donna svestita”. Su queste pareti, ci assicurano, campeggiava un poster a grandezza umana riproducente una graziosa fanciulla senza veli. Le recenti proteste delle mamme con figlioli al seguito hanno però indotto il titolare a nascondere la conturbante immagine.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Invece a poca distanza da Palese e più precisamente a Santo Spirito, su via Napoli, c’è un altro barbiere old-style che le sue vecchie figurine di ammiccanti donnette discinte le ha incorniciate (così come l’antico tariffario), per ricordare e testimoniare la sua storia. Tramandata di padre in figlio, l’attività ereditata dall'ultrasessantenne Felice Capogna ha aperto i battenti dal 1914, anche se in origine si trovava affianco al sagrato della chiesa del quartiere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Certo ci sono attività che oggi non svolgiamo più – dichiara Felice -. Per esempio in origine i barbieri avevano il compito di cavare i denti e lo si faceva senza l’uso dell’anestesia. Ma nessuno osava lamentarsi anche perché era un servizio gratuito e quindi sempre ben accetto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche qui indiscutibilmente i clienti sono tutti anziani affezionati che si ritrovano per leggere un giornale e raccontarsi cattive e liete notizie. Ma la persistenza di un antico seggiolino per bambini a forma di cavalluccio, fa sperare che anche i più piccoli, magari accompagnati dai propri nonni, tornino a rallegrare quello che rimane uno degli ultimi saloni da barbiere della città.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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  • peppe - avete dimenticato pino a carrassi in corso benedetto croce di fronte la scuola del prete... nulla è cambiato nel suo locale ...compresi i ventilatori della marelli e il pavimento a scacchi ... andate a trovarlo


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