di Serena De Novellis

Bari, viaggio nella ''vecchia'' San Girolamo che attende di cambiare per sempre
BARI  I lavori sono partiti lo scorso 24 agosto e porteranno alla realizzazione di quella che il sindaco di Bari Antonio Decaro ha forse un po’ esageratamente definito “la più bella spiaggia dell’Adriatico”. Parliamo della riqualificazione del Lungomare IX Maggio di San Girolamo e Fesca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nei progetti entro il 2017 i baresi avranno in “regalo” (l’opera riceve quasi 16 milioni di euro di finanziamenti del Fondo europeo di sviluppo regionale) un litorale lungo 1 chilometro e 700 metri con palme, panchine, nuove attività commerciali, un’area ciclopedonale, una piazza con vista mare e quattro spiagge. Una vera e propria rivoluzione per una zona del capoluogo pugliese da sempre periferica e dimenticata. San Girolamo e la “sorella minore” Fesca (di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo) fanno parte infatti di “un’isola” che però di felice ha avuto sempre ben poco, famosa più che altro per delinquenza e “marginalità” rispetto al centro di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Siamo quindi andati per le vie del rione nato negli anni 50 per capire come i suoi residenti stanno vivendo questo cambiamento. E’ stata questa anche l’occasione per farsi un giro del lungomare prima che cambi definitivamente aspetto. (Vedi foto galleria)

Il nostro tour parte dal ponte di via Van Westerhouth che sovrappassa il Canalone, assieme a Pane e Pomodoro la più popolare spiaggia pubblica di Bari. Ci troviamo nel cuore del quartiere, a due passi dal mare. Per raggiungere la costa e il lungomare IX Maggio basta svoltare a destra e percorrere 150 metri. A quel punto siamo tra il lido Adria e “Spirito di patate” una storica e chiassosa pescheria. «Come non essere favorevoli all’idea di un nuovo lungomare – ci dice il proprietario, il 30enne Gianni - Anche se non penso che questo contribuirà a incrementare il nostro turismo o ad attirare persone incuriosite dal nuovo litorale. San Girolamo è sempre stato frequentato dai soli residenti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Imbocchiamo a questo punto il lungomare in direzione nord, verso Fesca. Dopo pochi passi incontriamo piazzetta Labriola, una “rotonda sul mare” con qualche panchina: su una di queste sono seduti due signori sulla settantina che chiacchierano tra loro con lo sguardo rivolto alla costa. «Speriamo che i lavori proseguano velocemente –afferma uno dei due–. Il lungomare sarà molto più “largo”, ma prima devono completare la fognatura bianca, installare i frangiflutti e tanto altro. Noi aspettiamo di vedere i risultati».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Continuiamo a camminare. A sinistra tante basse palazzine popolari, alcune dall’aspetto deteriorato e le cui pareti appaiono consumate dalla salsedine, altre costruite più di recente e dai colori leggermente più vivaci. Di tanto in tanto un piccolo bar.  A destra le onde del mare che si increspano in prossimità degli scogli. La spiaggia, separata dalla strada da un muretto alto pochi centimetri, è a tratti sabbiosa e a volte è punteggiata da ciottoli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A un tratto un uomo e un bambino seduti su uno scoglio, intenti a pescare, catturano la nostra attenzione. Ci dicono che di solito pescano sul litorale di Fesca, più sabbioso, ma negli ultimi giorni non possono accedervi per via cantieri (i lavori sono infatti già partiti da nord).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«Io e il mio nipotino Donato passiamo molto tempo insieme - ci rivela il 66enne Antonio -. Spero che non interrompano il progetto, perché finalmente verrà rivalutata la zona e il nostro bellissimo e importantissimo mare». Donato, 9 anni e il sorriso stampato sul volto, ci indica i lavori: da quel punto provengono i rumori delle ruspe e si alza un gran polverone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci dirigiamo verso il cantiere e nel frattempo notiamo le case popolari abbiano lasciato il posto a un moderno complesso residenziale. Superati gli alti palazzi, siamo praticamente in prossimità dei lavori. Qui c’è un gruppo di persone che guardano incuriosite le pale meccaniche, incuranti del trambusto. Qualcuno dice con fare soddisfatto che i lavori procedono speditamente, qualcun’altro lamenta il fatto che le ruspe stanno creando qualche disagio alla circolazione ma che tutto sommato «ne vale la pena». E ancora c’è chi, come il 43enne Marino, che tiene a sottolineare: «Siamo tutti entusiasti, ma credo che la “riqualificazione” dovrebbe coinvolgere prima di tutto noi cittadini. A molti di noi manca il senso civico, dovremmo smetterla di sporcare le strade di questa città e il nostro bel lungomare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Mentre proseguiamo ancora, per avere un’ idea di come i lavori abbiano già trasformato un tratto del litorale, un signore incrocia i nostri sguardi incuriositi e ci invita gentilmente a salire sulla terrazza del suo appartamento per guardare dall’alto il panorama. Da qui abbiamo una visuale ovviamente più ampia. Osserviamo il tratto di lungomare di Fesca che ha già subito delle modifiche: non è ancora asfaltato ma si nota un netto allargamento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci congediamo dal gentile signore e a questo punto non ci resta che tornare indietro. Non ripercorriamo il lungomare però, ma ci addentriamo nel quartiere percorrendo una strada parallela alla costa. Anche qui troviamo edifici fatiscenti, alcuni disabitati, che si alternano ad abitazioni più moderne e palazzine popolari color pastello: facciate rosa, altre arancio, altre ancora verde chiaro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Fino a quando non giungiamo in prossimità dell’unica chiesa del quartiere, presente da più di cinquanta anni: la piccola parrocchia San Girolamo. Nei pressi si trova anche un oratorio, dove incontriamo la responsabile, la simpatica suor Marinella che si trattiene con noi a lungo. «La speranza – ci dice – è che la riqualificazione abbia anche un impatto culturale e sociale sul territorio. San Girolamo continua a essere un quartiere a rischio, pieno di famiglie mafiose “influenti”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Salutiamo la simpatica suora e andiamo via, nella consapevolezza che Bari non sarebbe tale senza questo piccolo e particolare quartiere che vive sul mare. Un mare che si spera venga finalmente valorizzato per poter, almeno in questo punto della città, avvicinarsi di nuovo ai baresi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica di Gennaro Gargiulo)


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