Il molfettese Vito, l'ex metalmeccanico che crea sculture da oggetti riciclati
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lunedì 28 luglio 2014
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di Mina Esposito
Da dove è nata l’idea di creare sculture dagli oggetti inutilizzati?
Lavorando nel settore della meccanica avevo l’abitudine di portarmi a casa pezzi rotti e non più utilizzabili. Un giorno facevo ordine nel mio laboratorio e buttavo qua e là per terra pezzi di metallo che avevo deciso di eliminare. Nel voltarmi, mi resi conto che senza volerlo si era creata una composizione di metallo. In quel miscuglio di ferri vecchi ho intravisto “un operaio con un cappello in testa e i ferri del mestiere”. L’ho assemblata, l’ho ricomposta e saldando i vari pezzi ho realizzato la mia prima scultura: “Il gommista”. Dal quel momento ho cominciato a raccogliere metalli e oggetti di vario genere ovunque andassi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E’ diventato un suo hobby dunque?
Quella di raccogliere vecchi arnesi, metalli di ferro, bronzo e ottone è diventata una mia passione. Negli anni passati era facile trovare per strada questo tipo di materiale, oggi invece non se ne trova quasi più, solo plastica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E quindi è costretto ad acquistarlo il materiale?
No, non ho mai comprato nulla. Anche se con fatica riesco sempre a trovare oggetti, soprattutto accanto ai cassonetti. Alla fine c’è sempre gente che continua a buttare vecchie macchinette da caffè, macchine da cucire, ruote di bicicletta, macchine da scrivere e tanti altri oggetti ai quali io ho invece do sempre grande valore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In che modo assembla i vari pezzi?
Ho sempre fatto il metalmeccanico e sono specializzato nella lavorazione del ferro e dei metalli in genere. I pezzi dopo averli scelti li assemblo e poi li saldo. Uso diverse tecniche di saldatura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Come vengono fuori le sue opere, che cosa la ispira?
Ogni volta che accade un evento storico, come ad esempio l’attacco alle Torri Gemelle a New York o la cattura di Bin Laden, l’immaginazione si scatena e le opere prendono forma, ma non solo, anche in base alla mia visione del mondo. Infatti ogni mia opera ha un significato e un titolo. “L’albero del futuro”, “L’albero dell’educazione”, “L’albero di cristallo”, “L’anoressia”, “L’economia del nostro Paese”, “Il governo”, “Mussolini”, “I 100 anni della Fiat” e tante altre ancora.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Hanno un significato?
Certo. “L’albero del futuro” ad esempio sta a significare la mancanza del verde e degli alberi nelle nostre città. Gli uccelli ormai non vanno più sugli alberi a costruire il loro nido, ma lo fanno sui tralicci dell’energia elettrica .“L’albero dell’educazione” rappresenta l’educazione di un cane che per fare i suoi bisogni (che di solito fa vicino agli alberi) decide intelligentemente di usare un contenitore di metallo messo appositamente per questo sotto ogni arbusto. “I martiri di Nassiriya” invece è un’opera realizzata in onore delle vittime di Nassiriya, quando ci fu il grave attentato terroristico e dove persero la vita 50 militari tra cui la metà italiani. Ho inserito anche l’elenco dei nomi di ognuno di loro. Altre opere molto significative per me sono “L’economia dell’Italia” rappresentata attraverso l’azienda Mirafiori della Fiat, il grande complesso industriale italiano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quante ne ha realizzate e qual è l’ultima?
Penso di aver creato all’incirca 50 opere, tutte realizzate durante la mia vita vissuta a Molfetta dal 1970 ad oggi. L’ultima è “L’anoressia”, che rappresenta lo stato in cui si riducono alcune ragazze di oggi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quando e come è possibile ammirarle?
Ho creato la mia mostra permanente in un locale di fronte al mio laboratorio. Di solito la gente che passa è attratta da alcune mie creazioni che ho messo all’esterno, anche sul tetto. Se qualcuno è interessato o incuriosito io li invito ad entrare per visitare il mio piccolo museo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le sue sculture sono in vendita?
No, non potrei mai venderle: ogni creazione è come una figlia. E’ capitato che qualcuno mi ha fatto qualche proposta, ma non ho mai accettato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Mina Esposito
Mina Esposito