di Gianluigi Columbo

La Bari del 1943 negli splendidi scatti di un fototografo di guerra neozelandese
BARI – Ci sono soldati in posa sul lungomare, navi da guerra nel porto, ma anche donne e ragazzine che riempiono secchi d’acqua e Alleati che giocano a rugby nello stadio della Vittoria. È questa la Bari impressa in alcune splendide foto scattate alla fine del 1943 da George Frederick Kaye, militare neozelandese che fu di stanza nel capoluogo pugliese in quegli anni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’uomo, fotografo ufficiale delle truppe provienti dal nuovissimo continente, approfittò della missione per documentare la vita barese durante la Seconda guerra mondiale. Ne venne fuori un reportage di estremo interesse che è stato conservato dall’archivio neozelandese “Alexander Turnbull Library”, il quale recentemente lo ha digitalizzato e pubblicato sul proprio sito internet.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E quindi, così come avvenuto per le foto del bombardamento del porto del 2 dicembre 1943, proprio grazie alle immagini scattate dagli Alleati, abbiamo potuto ricostruire i primi mesi della Bari “liberata”. (Vedi foto galleria)

I soldati “amici” arrivarono a Bari a partire dal 18 settembre 1943, subito dopo l’armistizio e la conseguente cacciata delle forze tedesche dalla città. Gli ufficiali britannici si stabilirono nel circolo canottieri Barion e nell’Albergo delle Nazioni, all’epoca ancora chiamato Albergo Imperiale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il primo edificio si intravede in uno scatto di Kaye che immortala tre marinai inglesi sul Molo San Nicola. Dalla terrazza del secondo invece il fotografo riprese il lungomare di Bari, senza però i suoi iconici lampioni in ghisa che furono smantellati durante il conflitto per costruire armi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Gli ufficiali neozelandesi da parte loro occuparono, per farne un circolo, l’edificio della “Riunione adriatica di sicurtà”, antica compagnia assicurativa italiana che aveva sede su corso Cavour di fronte al Teatro Petruzzelli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La maggior parte delle foto ritraggono però il porto di Bari. «I militari - racconta lo storico Pasquale Trizio – appena giunti in città occuparono da subito il porto, infrastruttura di fondamentale importanza strategica per il suo ruolo di scalo mercantile e per la sua posizione chiave da un punto di vista geografico, perché posto di fronte alla penisola balcanica dove numerosi soldati erano impegnati nei combattimenti contro le divisioni tedesche».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Le navi alleate era attraccate perlopiù al molo foreneo. Qui Kaye documenta le frenetiche attività di carico e scarico vicino le grandi imbarcazioni, mentre in un’altra immagine immortala un gruppo di sorridenti commilitoni in posa su un gozzo, tipico natante dei pescatori baresi. Proprio un baffutto pescatore non sfugge all’occhio attento del fotografo, mentre è intento a intrecciare con pazienza le sue reti davanti al mare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E tra foto in bianco e nero di Palazzo Fizzarotti (requisito dalle forze anglo-americane per ospitare un circolo) e di una camionetta militare che sfreccia davanti al Teatro Petruzzelli, l’opera del neozelandese ci restituisce anche uno spaccato della città vecchia, luogo in cui i soldati non potevano entrare dalle 18 alle 6 per ragioni di sicurezza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Abbiamo ritratti di soldati che passeggiano all’ingresso del Palazzo Arcivescovile, osservati dai bambini del centro storico con un misto di curiosità e ammirazione. Ma anche donne e ragazzine che riempiono i loro secchi dell’acqua sgorgante da una fontana in ferro (con due rubinetti) in piazza Chiurlia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E dopo averci fatto ammirare l’antica edicola della Madonna posta un tempo in piazza Carabellese (e sostituita in seguito da una copia), il reportage di Kaye si chiude con le immagini di una partita di rugby all’interno dello Stadio della Vittoria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per distrarsi dalle fatiche della guerra, gli Alleati organizzarono infatti uno storico match dove a sfidarsi furono i soldati neozelandesi e quelli britannici. Fu probabilmente giocato nell’ottobre del 1943, poco prima dell’evento che avrebbe sconvolto la vita di Bari: il bombardamento del porto da parte dei tedeschi il 2 dicembre dello stesso anno. Un evento che, tra centinaia di morti e danni provocati dall’iprite, avrebbe reso più tristi le serene immagini scattate da Kaye nei mesi precedenti la tragedia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Gianluigi Columbo
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  • Nicola Velluso - Interessante la "cape de firr" a due rubinetti opposti. Non l'avevo mai vista, anche quando le fontane erano ancora frequenti nei rioni. Un saluto cordiale alla Redazione.
  • Francesco Laraspata - Complimenti per il servizio, mi riporta ai racconti di mio padre che, appena sedicenne, fu impiegato dalle truppe di occupazione inglesi nei magazzini di approvigionamento dI questele che, provenendo da nazioni diverse, avevano diverse abitudini alimentari e quindi mio padre imparò a conoscere il curry, il latte in polvere e condensato, le uova in polvere, la carne secca ed ogni tipo di frutta sciroppata. Mi permetto di ossevare che l'edicola mariana è quella originale della Madonnella all'epoca non posta al centro dell'omonima piazza ma in posizione laterale lungo il muro di recinzione di una clinica privata.


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