Lì dove il mare si "tocca": è N-dèrr'a la lanze, quel luogo compreso solo da chi è barese
Letto: 11178 volte
venerdì 12 febbraio 2021
Letto: 11178 volte
di Giancarlo Liuzzi - foto Antonio Caradonna
Il suo particolare soprannome deriva dal fatto che i pescatori hanno sempre attraccato qui i loro colorati gozzi (lanze in dialetto), ovvero le piccole imbarcazioni in legno costruite dai maestri d’ascia. Ancora oggi questa è la patria dei varcheceddàre, che di notte, muniti di lampara, si dedicano alla cattura di polpi e “ciambotto” nell’immediato largo costiero.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo quindi andati a visitare questo braccio di terra naturale che, assieme al molo Sant’Antonio, forma quel “porto vecchio” che per secoli ha rappresentato l’unico approdo sicuro per i naviganti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il nostro punto di partenza è il lungomare, che subito dopo il Teatro Margherita prende il nome di Araldo di Crollalanza. A sinistra, oltre i parapetti in pietra segnati dai lampioni in ghisa nera, si apre un’insenatura che costeggia il molo: qui sono ancorate le lanze, alcune delle quali “custodite” da colonie di gabbiani.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dopo aver incrociato un pescatore che offre polpi ai passanti, “saliamo” sul pontile vero e proprio, al centro del quale si erge un piccolo giardinetto intitolato a Fabrizio De Andrè. Qui, tra palme e siepi, trovano posto alcune panchine poste attorno a una fontana circolare zampillante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Curiosità: sino a una ventina d’anni tra questi cespugli si svolgeva un mercato a cielo aperto dove era possibile acquistare di tutto. Non solo chincaglieria e curiosi oggetti di arredamento, ma anche e soprattutto cassette pirata e autoradio di dubbia provenienza.
Sulla sinistra si allunga il vasto porticato in legno sotto il quale da sempre i varcheceddàre vendono il pescato del giorno. Noi ci imbattiamo in un giovane che offre dei rossi e succulenti ricci appena aperti e in un signore che mostra agli avventori degli invitanti polpi già arricciati. Alle loro spalle invece, sulla banchina, un anziano è intento a sbattere con una tavoletta di legno i prelibati molluschi.
Il lungo porticato si chiude con il colorato ingresso di “El Chiringuito”: un chiosco presente dal 1950.
Fino a metà degli anni 90 era situato all'inizio del molo, poi venne spostato nell’attuale posizione, divenendo prima proprietà della Peroni che lo dipinse di arancione e poi nel 1998 del Comune, che lo ha dato in concessione a privati. N-dèrr'a la lanze, proprio grazie a questo bar, vive anche di sera, popolato da coloro che amano gustare una birra ngann a mare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Scendiamo ora sulla banchina delimitata da varie discese per le barche e da una serie di piattaforme che si allungano nel mare. Ci ritroviamo quindi a “pelo d’acqua” sull’insenatura predetta, dominata dallo splendido prospetto angolare del Margherita, teatro del 1914 adagiato su delle palafitte. Ai piedi del politeama sono ormeggiati i potenti scafi del Circolo della Vela, fondato nel 1929.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Camminiamo dunque su questa lingua di pietra, affiancando svariati gozzi e procedendo verso la punta del molo, dove un cancello in ferro dà accesso ai ripostigli riservati ai pescatori, in quel momento intenti a districare e pulire le reti. Estremità che è caratterizzata anche dal bianco edificio del Barion Sporting Club: il più antico club nautico della città.
Nato nel 1894 in una sede provvisoria in legno situata sulla costa, si trasferì negli anni 20 in una struttura liberty che sorgeva all’inizio del molo. Demolita quest’ultima, nel 1932 trovò definitivamente casa nell’attuale fabbricato a forma di prua di una grande nave, con finestre a forma di oblò e un terrazzo simile al ponte di un natante. La struttura, progettata dall’architetto Saverio Dioguardi, prese il posto del celebre ristorante Posillipo, lì presente dagli inizi del 900.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Spostandoci infine sul lato est si apre una vista meravigliosa che abbraccia tutto lo “skyline” del litorale barese. Approfittando di un largo pontile che si protende in mare per 20 metri, ammiriamo le dimore in stile liberty del lungomare Araldo di Crollalanza e quelli razionalisti del lungomare Nazario Sauro, su cui spicca l’eclettica torre del Palazzo della Provincia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Fissiamo il nostro sguardo proprio su quest’ultima, mentre davanti a noi sfila una piccola barca guidata da un solitario pescatore. È un’immagine simbolo di N-dèrr'a la lanze, luogo che non appartiene a nessun quartiere, luogo che può essere compreso solo da chi è nato e cresciuto in questa città: Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
I commenti
- Gigi De Santis - Mi complimento con l'articolista per aver scritto la frase in barese correttamente
. Bravo signor Giancarlo Liuzzi. complimenti anche al fotografo signor Antonio Caradonna, per le interessanti immagini. - Nicola Mele - Bello e interessante articolo. Come sempre, del resto. Mi piacerebbe sapere se qualcuno ha maggiori informazioni sul Ristorante Posillipo. Nel 35 fu sostituito dal Barion o per un periodo continuarono a condividere la stessa sede? Grazie a chi saprà darmi qualche ragguaglio.