Lama Giotta, il selvaggio e lussureggiante "fiume verde" che attraversa Torre a Mare
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venerdì 29 giugno 2018
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di Carlo Maurantonio - foto Antonio Caradonna
Abbiamo seguito il suo corso “barese”, che parte dalla frazione Parco Scizzo-Parchitello costeggiando la provinciale 57 (vedi foto galleria).
Il nostro viaggio parte da una perpendicolare della 57: via Madonna di Lourdes, una sorta di ponte che sovrasta la lama. Qui, dove il canale raggiunge la sua massima ampiezza pari a 200 metri, è possibile affacciandosi dalla recinzione ammirare il “fiume” dall’alto. Il panorama è selvaggio e nonostante le poche ville abbarbicate sulle pareti, a dominare sono i lecci, le roverelle, i fragni, le sughere e le piante di edera che avvolgono il “canyon”.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.
«A differenza delle altre lame – ci spiega il geologo Arcangelo Piscitelli - dove si è intervenuto pesantamente per disboscare e magari costruire all’interno del letto, qui invece la mano dell’uomo risulta pressoché inesistente: la flora è infatti cresciuta e si è sviluppata senza intralci. La “Giotta” tra l’altro segue il suo naturale percorso non presentando deviazioni artificiali».Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.
Ecco quindi chiarito il perché della rigogliosità del sito, che almeno in questa zona è però impossibile da esplorare. Notiamo infatti delle scalette che scendono lungo uno degli argini e persino una passerella che percorre un tratto del fiume, ma entrambi sono irraggiungibili per via degli arbusti che bloccano qualsiasi accesso.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.
Ritorniamo così sulla provinciale e arriviamo ai piedi del cavalcavia su cui passa la 16. In questo punto è possibile scendere sul letto della lama: scavalchiamo quindi il guardrail e ci spingiamo fino al fondo, dove la vegetazione crea un particolare gioco di colori e di forme con gli imponenti pilastri della statale.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.
Risaliamo e proseguiamo il nostro cammino: dopo una stretta curva ci ritroviamo su via Bari, la strada che attraversa tutta Torre a Mare. La via verso sud cambia nome in Morelli e Silvati e diventa un ponticello che sovrasta il canyon. Qui il verde dello sclerofille invade entrambi i lati la carreggiata.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.
Facciamo ora una deviazione a destra, per imboccare Antonio Fenicia: una via senza uscita che porta a un complesso residenziale. Dopo aver ammirato dall’alto il fiume che passa sotto la statale, proviamo a scendere nella Giotta per andare a scoprire la “grotta della Tartaruga”, un sito che nasconde al suo interno un circuito architettonico scavato dall’uomo in epoca neolitica. L’ingresso della caverna risulta però ostruito da grossi massi: non riusciamo così a visitare l’interno di questo tesoro nascosto nell’antico torrente.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.
E’ arrivato però ora il momento di entrare nel centro abitato di Torre a Mare, lì dove il canale dovrebbe proseguire per andare a concludere il suo corso nell’Adriatico. Da via Vittorio Positano giungiamo così in via Lama di Giotta, dove purtroppo riceviamo una brutta sorpresa, perché il “serpente verde” dopo aver fiancheggiato palazzi e chiese, si interrompe bruscamente, lasciando il posto all’asfalto.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.
Ci troviamo davanti a un’insulsa opera di costruzione dagli evidenti rischi idrogeologici. Non è un caso che il 27 luglio 2014 un nubifragio abbia causato notevoli danni in questo punto: la lama avrebbe dovuto convogliare l’acqua piovana in mare, ma ha trovato ad ostacolare il suo cammino auto e cassonetti dell’immondizia.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.
L’ultimo tratto del torrente, lungo trecento metri, di fatto non esiste più. La strada che ne ha ricoperto il corso, dopo aver fiancheggiato il centro di Torre a Mare e uno spiazzo che funge da parcheggio, raggiunge dei blocchi di cemento situati di fronte alla costa. E qui, dove si sarebbe dovuta trovare la foce naturale di questa rigogliosissima e verde lama, a regnare è solo il grigio.
(Vedi galleria fotografica)
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