di Federica Calabrese

Bari, la degradata San Giacomo: chiesa che vive da secoli all'ombra della Cattedrale
BARI – Anni fa tracciammo un percorso tra le vie di Bari Vecchia per scoprire le numerose e antiche chiesette che punteggiano il centro storico. Ne individuammo 24 (oltre alle celebri Basilica di San Nicola e Cattedrale di San Sabino): edifici purtroppo spesso chiusi al pubblico e aperti solo per la messa domenicale o durante eventi prestabiliti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perciò abbiamo deciso di ritornare nella città antica per andare alla scoperta di questi gioielli in modo da fornire una compiuta testimonianza delle loro storie e tesori celati agli occhi di tanti baresi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Oggi siamo andati a conoscere San Giacomo, un luogo di culto eretto tra l'XI e il XII secolo. Situata sulla stessa piazza della Cattedrale, vive da secoli all’ombra della chiesa principale e passa per questo motivo quasi inosservata. Peccato, perché si tratta di un edificio antico e prezioso, nonostante l’interno versi in condizioni non ottimali: i muri sono malmessi e la pavimentazione avrebbe bisogno di un serio restauro. (Vedi foto galleria)

Per raggiungere San Giacomo partiamo dal Castello Svevo e ci dirigiamo in piazza dell'Odegitria. Dinanzi a noi si staglia l'inconfondibile sagoma della Cattedrale, che inevitabilmente cattura l'attenzione dei turisti e fa passare in secondo piano la nostra destinazione, situata sul lato destro dello slargo. Il suo ingresso è posto di fronte a “Marnarid”, bottega di dolciumi e negozio storico di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La chiesa (e l'annesso monastero oggi scuola per l’infanzia gestita dalle suore salesiane) fu dapprima sede delle monache basiliane, alle quali succedettero dal 1344 le loro "colleghe" benedettine. Queste ultime realizzarono un primo restyling della struttura nel 1410. Un secondo intervento di manutenzione, ben più incisivo, avvenne poi nel 600 su indicazione della badessa Barbara Colucci: l'aspetto dell'edificio religioso cambiò radicalmente accogliendo vivaci elementi barocchi, tant'è che nel 1627 fu ritenuto opportuno effettuarne la riconsacrazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ora San Giacomo si presenta con la bianca facciata in pietra di Trani dai chiari connotati romanici, "contrastati" da un finestrone barocco centrale circondato da quattro monofore. Il portale in legno, preceduto da quattro gradini dalla forma arrotondata, è inquadrato in una cornice scanalata rettangolare e sormontato da una mensola e un'apertura a semiluna.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Dalla piazza non è visibile il campanile: per ammirarlo è necessario inoltrarsi in strada San Giacomo, la viuzza che costeggia l'ala destra dell'edificio. Pure questa torre presenta un intersecarsi di motivi romanici (evidenti nei due ordini inferiori con bifore eleganti inquadrate da colonnine slanciate) e di tratti barocchi: la parte sommitale "a cipolla", aperta su ogni lato con ripetuti occhielli, fu infatti costruita a metà del 600.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non resta ora che entrare (vedi video). Varchiamo l'accesso, ritrovandoci in un'unica navata luminosa lunga 24 metri, coperta da volte a botte con lunette puntellate da finestre barocche. Tutto l'ambiente è dominato da volute di gesso, decorazioni progettate tra il 1746 e il 1747 dall'architetto napoletano Domenico Antonio Vaccaro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Entrambi i lati sono contraddistinti da sei nicchie contenenti delle tele dall’identico arredo: pilastri sormontati da archi a tutto sesto circoscrivono i vani con altari in marmo scuro. L'altare centrale è invece caratterizzato da fastosi intarsi. Sul grande tavolo sono adagiati sei candelabri e una croce, tutti dorati, mentre dietro domina il settecentesco dipinto di Paolo de Matteis che riproduce la Vergine, affiancata sulla destra da un San Giacomo vestito di rosso. Sul lato destro una statua lignea di Cristo ci osserva con sguardo severo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Purtroppo però l'elemento che più balza all'occhio è il degrado. L'intonaco appare visibilmente "scrostato" su muri e colonne portanti. Le colorate mattonelle smaltate del pavimento, posate nel XVII secolo per dar vita a motivi floreali, sono spesso divelte o addirittura frantumate. Alla colomba marmorea che sovrasta l'acquasantiera, peraltro scalfita in più punti, manca addirittura un'ala.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma contro questo malinconico deterioramento c'è per fortuna una speranza appena sopraggiunta, quella dei 150mila euro destinati lo scorso mese dal Ministero dei Beni culturali al ripristino del complesso. Perchè anche la "sorella minore" della Cattedrale merita di tornare al suo antico e degno splendore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica di Gennaro Gargiulo e Federica Calabrese)

Nel video (di Gianni de Bartolo) la nostra visita all'interno di San Giacomo:



© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita



Federica Calabrese
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  • Emanuele Zambetta - Che questo gioiello barocco venga restaurato!


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