Andria, chiostro e affreschi del 400 in una casa di riposo: «Tesoro sconosciuto»
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lunedì 13 giugno 2016
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di Graziana Abbasciano
Il complesso si trova in via Padre Savarese, a poco meno di un chilometro dalla zona della "città sotterranea", un altro patrimonio del comune murgiano che in teoria potrebbe essere valorizzato in chiave turistica. Siamo nel cuore quartiere popolare di Santa Maria Vetere: da qui parte la principale strada che solca le campagne circostanti e conduce a quello che invece è un sito culturale famoso in tutto il mondo, il Castel del Monte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il raffinato cortile nacque tra il XVI e il XV secolo come parte di un convento francescano dal nome ignoto. Del monastero si sa che cominciò a perdere prestigio con la diffusione in Italia dell'Illuminismo, movimento culturale ostile a qualunque tipo di fede, fino a essere addirittura confiscato durante l'effimera dominazione della Francia napoleonica nel 1799. Nei primi anni del 900 fu quindi inglobato nel più grande centro per anziani tuttora attivo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Varchiamo l'entrata della Villa assieme a Riccardo Suriano, grande appassionato di storia andriese, il primo nel 2010 a riscoprire questo angolo d'arte. «Da allora ogni tanto organizzo delle visite guidate con il Comitato di adozione del 1º Vicolo San Bartolomeo - racconta l'esperto -. Sono convinto che nel Mezzogiorno ci siano pochissimi chiostri adornati ancora con delle pitture originali così antiche: siamo di fronte a una rarità».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il chiostro è posizionato nell'ala destra dell'edificio, ha una forma quadrata e contiene al centro il classico pozzo un tempo utilizzato per la raccolta dell'acqua piovana. Ma i protagonisti sono indubbiamente loro: gli affreschi. Realizzati sulle volte a crociera lungo tutti i 50 metri del perimetro del porticato, sono 64 e si dividono in 31 medaglioni che raffigurano altrettanti santi francescani e 33 lunette che rappresentano scene della loro vita.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La maggior parte dei disegni mostra ovviamente i sintomi di mezzo millennio di intemperie atmosferiche: pochi sono quelli non sbiaditi o con qualche crepa sull'intonaco. Tutti presentano una "cornice" dipinta di marrone, il colore più usato assieme al rosso, mentre sotto ciascun medaglione è indicato il nome del volto riprodotto. A volte gli episodi illustrati sono estremamente cruenti: è il caso dei martiri di San Pietro di Sassoferrato e San Giovanni di Perugia, il primo trafitto con una spada, il secondo decapitato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra i santi tratteggiati non mancano ovviamente San Francesco D'Assisi, fondatore dell'ordine francescano e la sua collaboratrice Santa Chiara. Spiccano però anche alcuni loro "colleghi" meno noti come San Diego, attivo in Spagna nel XV secolo e i Santi Martiri del Giappone, crococifissi il 5 febbraio 1597 a Nagasaki.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra le icone ce ne sono alcune con una storia curiosa. Per esempio San Ludovico Vescovo è venerato in quanto protettore delle persone colpite da esaurimento nervoso: si racconta infatti che dopo la morte il suo corpo venne riesumato e ne fu trovato intatto soltanto il cervello. San Bernardino da Siena invece nel 1427 predicò per 45 giorni di fila in piazza del Campo, celebre spazio della città toscana, perchè non vi erano chiese abbastanza capienti da contenere i numerosi fedeli che lo ascoltavano. Sant'Elisabetta del Portogallo fu regina del Portogallo ma nonostante il suo rango si prodigò per combattere la povertà tra le strade di Lisbona nel XIV secolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il chiostro è visitabile durante gli orari di apertura al pubblico della casa di riposo. «Sarebbe opportuno convocare qui un esperto di storia dell'arte per comprendere il reale valore di questi gioielli sconosciuti - sottolinea Suriano - e infine procedere al restauro». Fortunati i clienti della Villa: mica male invecchiare tra le opere d'arte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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Graziana Abbasciano
Graziana Abbasciano
I commenti
- Simona Acquaviva - Andria è piena di meraviglie che gli andriesi stessi non considerano o peggio non conoscono. Per fortuna c'è qualcuno che le mostra al mondo! Grande Graziana!