Restyling di via Sparano: «Errori e grigiore, un progetto che priva Bari della sua storia»
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mercoledì 27 settembre 2017
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di Eva Signorile
Il progetto di restyling è quello dell’architetto Guendalina Salimei, risultato vincente al concorso d’idee risalente al 2006 e finanziato con 5 milioni di euro di fondi ministeriali. Una ristruttuzione che però finora è stata oggetto di critiche feroci da parte di tanti cittadini e osservatori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A un anno dall’inizio dei lavori abbiamo fatto il punto sulla nuova strada con l’architetto Eugenio Lombardi, uno dei responsabili di “Cittadini per via Sparano”, comitato che raccoglie le voci contrarie alla trasformazione di uno dei simboli di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Via Sparano: a un anno di distanza dall’inizio dei lavori è possibile trarre un primo bilancio?
Non possiamo che criticare ciò che è stato fatto finora. Dalla rimozione delle palme al tipo di pavimentazione prescelto, dalle assurde panchine agli errori sulla pendenza della strada, sono numerosi i punti che hanno lasciato sbigottiti la maggior parte dei baresi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Partiamo dall’addio alle storiche palme…
In un mondo che si sta sviluppando con prospettive sempre più “green”, la scelta di togliere gli alberi è anacronistica. Si sarebbero potuti eliminare i vasconi che contenevano le piante, mantenendo però il verde. Le palme oltretutto avevano da sempre regalato un filo di continuità a una strada comunque ferita negli anni 70 e 80 dall’abbattimento di storici palazzi in favore di obbrobri architettonici. Ora ciò che abbiamo è un’inutile frammentazione: un puzzle senza unitarietà.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ha parlato di “anacronismo”: del resto questo è un progetto datato, del 2006…
Sì, il progetto è vecchio, elaborato 11 anni fa: in termini di architettura rappresenta quasi “un’epoca”. Fu lasciato nel cassetto dall’allora sindaco di Bari, Michele Emiliano, forse per evitare le polemiche che già si erano mosse dopo la presentazione del piano. Andrebbe quindi “aggiornato”, senza chiaramente andare a incidere sul budget programmato e contrattato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Secondo punto: la pavimentazione. Cos’ha che non va?
È di un materiale poroso: assorbe molto facilmente lo sporco e non è facile da ripulire. Su quel pavimento rimangono persino le impronte dei piedi che ci passeggiano su. È stato scelto un conglomerato cementizio inidoneo e per di più anche scivoloso. Non tocchiamo poi l’aspetto cromatico: tutte queste “50 sfumature di grigio” che lo caratterizzano danno come risultato una strada che incupisce, priva di colore e triste.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non sono poi piaciute le panchine: da quelle a forma di tasti di pianoforte del “salotto della musica” a quelle cubiche del “salotto San Nicola”.
I nuovi sedili rappresentano elementi di design (pensiamo alle panchine “damascate” del nuovo “salotto della moda”) ma certamente sono poco comodi: di fatto non è possibile appoggiarci la schiena. Via Sparano però non è mai stata per i baresi solo la strada dello shopping, ma anche quella della socializzazione: un luogo dove ci si dava appuntamento per ritrovarsi con gli amici. Il progetto sembra però aver dimenticato questo aspetto: non favorendo la “seduta” toglie la possibilità della pausa e della chiacchiera.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Infine le pendenze sbagliate…
Sì, il livello su uno dei lati del primo salotto, quello della “musica”, era troppo ripido e decisamente inadatto ad essere percorso per esempio da passeggini o da persone con problemi di deambulazione. Ora stanno rifacendo altri tratti ed è già noto che ci saranno problemi di questo tipo nell’isolato tra via Piccinni e via Abate Gimma. E questi non sono gli unici sbagli…
Quali altri errori avete rilevato?
Ad esempio quello ridicolo di piantare un palo della luce nella piantina di Bari Vecchia disegnata sulla pavimentazione del “salotto “San Nicola”. Ma anche l’idea di rappresentare con le panchine i tasti di un pianoforte: si può notare l’insieme solo se si vola. Senza contare la triste ironia di un luogo chiamato “salotto della musica” posto di fronte a Giannini, storico negozio di strumenti che in questi giorni sta definitivamente chiudendo la sua centenaria attività.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
È previsto anche il rifacimento della chiesa di San Ferdinando…
Sì, nell’isolato del “salotto del culto” stanno sostanzialmente cambiando il prospetto di un edificio ridisegnato nel 1934 da un importante architetto del tempo: Saverio Dioguardi. È incredibile che la Soprintendenza abbia concesso il via libera alla modifica di una chiesa storica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I difensori del progetto sostengono però che la nuova via Sparano conferirà alla città di Bari un aspetto più europeo…
Ma questo non è un bene: perché per rifare Bari ci si deve ispirare a ciò che è stato fatto altrove, invece di esprimere una più personale e “colorata” visione mediterranea? Il restyling pensato dall’architetto Salimei ricorda infatti tante atmosfere tipiche del nord Europa: ma le tradizioni, la luce, il clima di Londra, Parigi e Berlino sono diversi dai nostri. Pensiamo alle panchine del salotto della musica: scure come sono in estate diventeranno roventi. Il progetto sta privando via Sparano della sua storia e della sua personalità. È senza utilità. Quei milioni di euro potevano essere utilizzati in altro modo, magari riqualificando tante aree degradate della città, al posto di portare avanti una rivoluzione così impopolare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
I commenti
- Erevan - Qualche osservazione sparsa: 1. si parla di "storiche palme", ma le palme di storico non avevano un bel nulla. La via sparano veramente "storica" era senza alberature, e vi passava addirittura un tram. Le palme furono messe lì PROVVISORIAMENTE negli anni 70, in attesa di dare alla strada un aspetto dignitoso ed elegante come tutte le strade dello shopping del mondo. "Attesa" durata quasi 40 anni. 2. I "nostalgici" del com'era omettono (forse coscientemente?) di ricordare le condizioni pietose in cui versava la strada: fondo su livelli diseguali, marciapiedi rotti e sconnessi, pali e paletti, lampioni identici a quelli che si trovano in tangenziale, vasconi sporchi, alberi malati: un po' troppo, per trovare qualcosa da "rimpiangere" 3. la chiosa finale, quel "potevano essere utilizzati in altro modo", si chiama "benaltrismo". Che fa rima con immobilismo, quello che da sempre attanaglia questa città
- michele - Non mi pare che i lavori siano iniziati da un anno soltanto. Già lo scorso Natale ricordo di aver visto le panchine provvisorie ed i lavori erano già iniziati. Comunque l'andazzo delle operazioni è tale che nessuno può prevedere quando i lavori finiranno. Ci sarà un altro Natale con via Sparano in condizioni di precario di utilizzo. Per vedere l'effetto che fa, come nella nota canzone, bisognerà attendere la fine dei lavori e poi esprimere giudizi. In generale, pur con le riserve che è possibile esprimere sulle scelte operate, bisogna dar atto all'attuale amministrazione di aver messo mano ad un'opera di rinnovamento dell'aspetto della città dopo decenni di abbandono. Rotatorie, lavori in via Sparano, piste ciclabili: le opere non sembrano incontrare il favore dei cittadini. I tempi di avanzamento sono biblici, confusi appaiono criteri guida e sequenze. Staremo a vedere cosa succederà in Via Amendola.
- Maselli arch. Luca - Una breve osservazione ... forse la maggior parte dei baresi non sa che la classe di architetti, ingegneri e geometri degli anni trenta, che sino agli anni sessanta hanno sconsideratamente continuato (loro sì) ad abbattere e sostituire edifici ottocenteschi, auspicavano l'abbattimento completo di Bari Vecchia per continuare ad edificare i loro palazzi nello (vomitevole) stile moderno di palazzo Mincuzzi. Via Sparano di levantino o di rimandi in stile mediterraneo non ha mai avuto nulla! Piuttosto mi sembra inutile spendere tanti soldi pubblici investendo su di una strada che ormai non significa più nulla. Investirei l'interesse sul lungomare ed il suo aggancio con la città vecchia, il castello e quant'altro di buono e bello abbiamo; come d'altronde fece Concezio Petrucci , l'architetto che salvò di fatto Bari vecchia dall'imbecillità dei progettisti degli anni trente Dioguardi compreso ...