di Carlotta Oliva - foto Antonio Caradonna

Neon, insegne sgargianti, distributori h24: è la decadente movida di Bari Vecchia
BARI – Palazzi nobiliari, chiese romaniche, archi leggendari: sono solo alcuni dei gioielli presenti nel centro storico, il quartiere più importante di Bari, “restituito” a tutta la cittadinanza all’inizio del nuovo millennio, grazie alla riqualificazione attuata con il piano Urban.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da subito, sin dalla fine dei lavori, sull’onda dell’entusiasmo generata dalla riscoperta bellezza del borgo medievale, una serie di imprenditori fecero a gara per aprire bar, ristoranti, rosticcerie, pub e pizzerie tra piazze e vicoli. La città vecchia divenne così improvvisamente il cuore della “movida” cittadina, attirando soprattutto di sera migliaia di persone alla ricerca di divertimento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un qualcosa questo di molto positivo, visto anche i trascorsi del rione, per tanto tempo “chiuso” al resto dei baresi e vera e propria roccaforte dei clan criminali. Tutto molto bello, peccato che Bari non sia riuscita a darsi delle regole. O meglio, a rispettare le regole. Perché la situazione è scappata di mano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Oggi il borgo antico è un profluvio di luci al neon, distributori di alcolici h24, enormi scritte pubblicitarie e strade completamente occupate da gazebo. Un pugno nell’occhio insomma, in una zona di grande rilievo storico-artistico che dovrebbe al contrario fungere da biglietto da visita per turisti e visitatori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dicevamo della “regola”. Nel 2002 fu deliberato dal consiglio comunale e approvato dalla giunta regionale un piano particolareggiato di tutela, redatto da un team di ingegneri e architetti, atto a regolamentare l’urbanistica del centro storico dopo il piano Urban. Nella normativa si vietava ad esempio l’uso di coperture o pensiline e in generale di qualsiasi elemento sporgente rispetto all'assetto della facciata dei palazzi storici. Così come si escludeva categoricamente che nell'allestimento di negozi e locali fossero utilizzati colori troppo vivaci e discordanti e l’uso esteso di luci al neon.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tutte indicazioni che non sono state rispettate. «Il problema è che mancano i controlli – sottolinea Arturo Cucciolla, uno degli architetti che firmò il piano –. La responsabilità di questo scempio non può essere imputato però ai commercianti, ma a quelle istituzioni che dovrebbero vigilare sulla “bellezza”, imponendo il rispetto di regole inequivocabili. A Bari Vecchia dovrebbero esserci solo ombrelloni e tavolini, non certo strutture fisse e gazebo – spiega -. Così come le insegne dovrebbero rispettare il contesto in cui si trovano e non coprirlo. Neon, colori sgargianti, materiali in plastica e in plexiglas: che cosa c’entrano con il centro storico?».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Nulla, non ci azzeccano nulla. Basta farsi un giro per in piazza Mercantile per capirlo: il cuore della città vecchia è infatti il luogo più “offeso” dalla movida. (Vedi foto galleria)

Si parte con un enorme cono gelato in plastica posizionato in strada a corredo di una gelateria, per proseguire con un locale che utilizza luci al neon verde “shocking” per illuminare i suoi grandi cartelloni. E che dire dello storico palazzo del Sedile, edificato nel 1446 e sede per secoli del governo cittadino, che oggi ospita una pizzeria al piano terra?

Dovunque ci si giri poi, è un susseguirsi di gazebo bianchi di dubbio gusto. Impalcature tra l’altro che qualche anno fa, per volere della Soprintendenza, andarono a sostituire alcune ingombranti e stabili strutture che occupavano il suolo pubblico. I gazebo quindi rappresenterebbero una benefica “soluzione”, adottata con il beneplacito delle istituzioni,  a qualcosa di ancora più invasivo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma il “meglio” la piazza lo offre nella parte che circonda la seicentesca Fontana della pigna, nei pressi della quale è impossibile non notare un bar che espone in ogni dove larghe bandiere cubane, proprio lì dove una signora sta vendendo delle baresissime sgagliozze. Ed ecco due friggitorie che espongono enormi cartelli pubblicitari con foto di birre e patatine dai mille colori. Non manca nulla qui, nemmeno i distributori di palline con all’interno i giochi per bambini.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Oltrepassata una “cicchetteria” con tanto di insegne che pubblicizzano note marche di liquori, ecco infine il “pezzo forte” della piazza. Poco prima di imboccare la stretta strada Degli Orefici si rivela un distributore automatico di bevande e snack H24, il regno della “bevuta low cost”. Di fronte alla macchinette si trova persino una parete completamente “affrescata” con un murales “naif” che rappresenta il pit stop di un pilota di Formula Uno. E abbiamo detto tutto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La movida di Bari Vecchia insomma ha sempre più il sapore della decadenza. E non è un caso se sempre più giovani stanno preferendo altri punti di incontro a quello del centro storico (vedi il successo avuto da Torre Quetta quest’estate), per ritornare ai tempi in cui il divertimento e i locali erano sparsi “delicatamente” un po’ per tutta la città. 

(Vedi galleria fotografica)


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