di Salvatore Schirone

A Bari decine di ''cantieri della vergogna'': lavori iniziati e mai finiti
BARI - Lavori in corso. Dal centro alle periferie, Bari appare come una città completamente “cantierizzata”. Ma questo non è segno di vitalità e sviluppo, perché la maggior parte dei cantieri sono fermi da mesi, riattivati a singhiozzo e di nuovo abbandonati. Strade, aree pedonali, percorsi ciclabili, storiche piazze debitamente recintate che l’incuria ha ridotto a ricettacolo di rifiuti e sterpaglie. Sono i "cantieri della vergogna".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ad usare per primi questo appellativo sono stati i commercianti di via Argiro. Lo hanno scritto sui cartelli apposti su quelle recinzioni che, chiudendo l'ultimo tratto della strada pedonale del quartiere Murat, tengono lontani i clienti dai negozi. Ma quanti sono questi cantieri della vergogna, quelli fermi? Difficile essere precisi: sono decine. Proviamo comunque a stilare una lista dei dieci più evidenti, che sfregiano il volto di una città che da anni attende invano la sua rinascita. (Vedi ampia galleria fotografica)

E partiamo proprio da via Argiro. La riqualificazione della nuova arteria pedonale prometteva agli esercenti un rilancio dei consumi e invece lo scorso giugno la Soprintendenza ha bloccato i lavori per valutare l'utilizzo della antiche basole vulcaniche rinvenute durante la sistemazione del pavimento stradale. Durante l'estate era stata promessa la consegna della strada, ma ad oggi è ancora tutto fermo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Percorriamo pochi passi su corso Vittorio Emanuele e ci troviamo di fronte a una delle più antiche piazze di Bari, completamente inaccessibile dal febbraio dell'anno scorso. La riqualificazione di piazza Massari (costo stimato in 243.765 euro per 180 giorni lavorativi), si protrae ormai da oltre un anno e mezzo. I lavori sono stati interrotti due volte, prima dalla Soprintendenza per un problema legato alla scelta del tipo pavimentazione e successivamente per lo stop al finanziamento a seguito del Patto di stabilità. 

Accostiamo il Castello Svevo verso il lungomare Vittorio Veneto e ci imbattiamo nella più improbabile pista ciclabile mai immaginata in città. Un tratto contiguo all'area portuale compreso tra il Castello e il Varco della Vittoria. Per risparmiare il taglio degli alberi, la pista bidirezionale riduce pericolosamente la carreggiata e i posti auto. La Soprintendenza avanza uno strano dubbio sulla congruità del colore adottato e ferma sul nascere il cantiere. Il cartello dei lavori indica ancora: consegna 7 maggio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Percorrendo il lungomare in senso opposto verso il teatro Margherita (altro eterno cantiere barese), raggiungiamo piazza 4 Novembre. In risposta alla segnalazione di degrado fatta dal Fai, il Comune si impegna con 174mila euro per un'opera di pulizia del giardino, restyling del pavimento, delle panchine e dei busti di Giuseppe Mazzini e Giuseppe Massari, che troneggiano nel suo mezzo. I lavori partiti il 24 marzo dovevano terminare lo scorso 22 agosto. Il neoassessore ai lavori pubblici, Giuseppe Galasso, aveva promesso la ripresa dei lavori nei primi giorni di settembre. Oggi siamo al 24.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci spostiamo di qualche isolato più in là sempre sul lungomare verso l'ex teatro Kursaal Santa Lucia di fronte alla “rotonda”. Largo Adua, altra piazzetta inaugurata lo scorso 12 aprile, attende ancora l'apertura del tratto di strada davanti al teatro. Durante i lavori, una conduttura dell'Acquedotto pugliese era saltata. Fatta la riparazione, l'isola pedonale è ancora lì che attende di essere completata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Nel centro abbiamo visto abbastanza. Entriamo nel quartiere Madonnella. La sua più famosa piazza di largo Francesco Carabellese, nota più comunemente come piazza Madonnella, è chiusa per ristrutturazione dal luglio del 2012. Un lavoro che doveva essere completato in solo sei mesi è stato fermo due anni. Ripresi i lavori lo scorso luglio con la ristrutturazione della fontanella che sorgerà di fronte all'effige della Madonna, la consegna era stata promessa prima della riapertura della scuola. Ma un resto di cantiere è ancora lì a sfidare l'incolumità dei ragazzi dell’elementare Balilla che sorge su quella piazza. 

Raggiungiamo la stazione centrale in piazza Aldo Moro. Da diversi mesi un pericolosissimo cantiere chiude il lato destro della stazione, occupando buon parte del marciapiede di via Caduti di via Fani, che conduce verso il ponte pedonale di corso Cavour, tratto frequentatissimo ogni giorno dagli studenti del liceo Scacchi e l'istituto Pitagora. Nessun cartello a segnalare il tipo di lavori in corso, ditta appaltatrice e date di inizio e fine lavoro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Superiamo la stazione verso l'estramurale Capruzzi per fare una capatina nel quartiere San Pasquale. In un rione popolare sempre più strozzato dalle auto parcheggiate su entrami i lati delle sue strette stradine, ci si permette la realizzazione di una larga piazza in via Cirillo, davanti all'omonima scuola ex convitto. La piazza apparentemente finita, resta inspiegabilmente chiusa e il cartello, ormai scolorito e quasi illeggibile, recita: "fine dei lavori: 27-05-2014": quattro mesi fa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Torniamo indietro sull’estramurale percorrendo via Amendola e ci imbattiamo in un cantiere poco visibile, quello relativo ai lavori per la chiusura del passaggio a livello di via Emanuele Mola. Un milione di euro per la realizzazione entro la fine dell'anno del nuovo sottopasso ciclopedonale che dovrebbe permettere l'attraversamento della ferrovia per collegare San Pasquale alla Madonnella. Considerando lo stato attuale dei lavori dubitiamo fortemente che si riuscirà a rispettare questa scadenza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A questo punto possiamo decidere se continuare il percorso in direzione sud, verso Japigia per visitare il cantiere bloccato da oltre un anno per il prolungamento del tratto stradale di via Tenente de Liguori e la rotatoria di via Gentile, nei pressi della nuova sede della Regione, oppure  spostarci in direzione opposta verso la periferia nord ad esempio a Santo Spirito per "ammirare" il cantiere di piazza San Francesco sul lungomare di fronte al porto, lavori per 250mila non completamente finanziati fermi dal 31 luglio. Ma ci fermiamo qui.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Che dire? I cittadini si lamentano, ma le risposte sono sempre le stesse: la colpa è di volta in volta delle varie soprintendenze che bloccano i lavori, del patto di stabilità che non rende disponibile la spesa, della burocrazia che complica l'affidamento dei lavori alle ditte appaltatrici. Sarà vero, ma ci chiediamo, perché si continuano ad aprire altri cantieri senza completare i vecchi?

L’ultimo annuncio entusiasta del sindaco di Bari Antonio Decaro riguarda l'affidamento dei lavori per il raddoppiamento di corsie in via Amendola nel tratto che va dalla rotatoria di Mungivacca al ponte di via Omodeo. Quattro milioni di euro stanziati, con l'approvazione della Soprintendenza e il parere favorevole della Conferenza dei servizi. Ma non era stato così anche per tutti gli altri cantieri della vergogna?
 


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