Letto: 10730 volte | Inserita: martedì 15 gennaio 2013
| Visitatore: nicola
Fumo e sport rappresentano due aspetti della vita inconciliabili tra loro. Sono due entità che non potranno mai formare una coppia. Fumare modifica negativamente qualsiasi performance sportiva e l'esercizio fisico non protegge dal rischio di sviluppare una neoplasia polmonare nei fumatori abituali.
Chi pratica attività sportiva a qualsiasi livello, agonistico o ludico, e ci tiene a farlo al massimo delle proprie capacità, non deve fumare. Il fumo, riducendo la respirazione e l'efficienza muscolare, aumentando la frequenza cardiaca, determina un minore rendimento sportivo. Sono necessari almeno sette anni di astensione dal fumo per annullare i danni polmonari prima dello sviluppo dell'enfisema.
Il consiglio è di "servirsi" dell'attività fisica per smettere di fumare e in definitiva star meglio. Il fumo non può essere di casa nel modo dello sport. Pensiamo alla vecchia locomotiva a vapore e alla motrice di un moderno treno, tipo Freccia rossa. La prima fuma ma corre poco, la seconda non fuma ma corre anche tanto.
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RICCARDO GUGLIELMI – Medico cardiologo sportivo
Specialista in malattie dell’apparato cardiovascolare e cardioangiochirurgia, è stato Direttore della Cardiologia Ospedaliera “Luigi Colonna” del Policlinico di Bari e docente di cardiologia presso la Scuola di specializzazione in medicina dello Sport dell’Università di Bari.