di Alessandra Anaclerio

Faylad, dal Turkmenistan a Bari: «Non è facile fare rap in italiano»
BARI-  Fa rap in italiano con una scioltezza che non lascia trapassare minimamente le sue origini lontane. Faylad Gafurov, detto Fabio da quando ha messo piede a Bari, è un 19enne turkmeno che dal suo Paese natale, oltre alla speranza di ottenere un futuro migliore, ha portato con sè l'amore per la musica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Faylad, raccontaci un pò come è nata la tua passione per il rap.

Ascolto da sempre musica rap e hip hop, ma la scintilla è scattata quando ho sentito per la prima volta il grande Tupac. Avevo undici anni e così iniziai ad abbozzare qualche frase. All'inizio magari non avevano neanche un senso, però giorno dopo giorno ho continuato ad allenarmi e di conseguenza a migliorarmi. E da un anno e mezzo faccio le cose seriamente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ovvero?

Prima avevo piccoli problemi a scrivere correttamente ma nonostante ciò inserivo tutte le mie creazioni su yuutube, senza neanche rendermi conto ad esempio della forma grammaticale sbagliata. Adesso invece ho qualcuno che mi corregge ciò che scrivo e posso così dire di aver fatto un salto di qualità: incido canzoni che meritano di esser chiamate tali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In effetti dai tuoi tratti somatici si percepisce subito che le tue origini non sono italiane.

Si, io sono nato e cresciuto fino all'età di otto anni in Turkmenistan, ad Asgabat. Infatti il mio nome, Faylad, è un nome del mio Paese, me lo ha dato mia nonna.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come è stata la tua vita da quando sei arrivato a Bari?

Non ho mai incontrato grossi problemi. Gli amici non mi sono mai mancati e da tre mesi sono anche fidanzato con una studentessa italiana. Sto bene, lavoro in un supermercato e il proprietario mi aiuta molto nella mia passione. Ci divertiamo insieme: lui è il mio “agente”. Ha fatto anche parte di un mio video. Anche se non tutti i miei datori di lavoro sono stati così gentili. In precedenza ho lavorato in un panificio. Per problemi di salute sono stato costretto a rimanere due giorni a casa, ma quando sono tornato al lavoro il mio posto era già stato preso da un’altra persona. Forse a un italiano questo non sarebbe successo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Cosa ti distingue dagli altri tanti rapper?

Non per vantarmi ma io sono uno straniero che reppa in italiano. Ho accantonato la mia lingua madre, il russo, e faccio rap in una lingua che non è la mia e posso assicurare che non è assolutamente una cosa facile. Studio molto per perfezionare i miei vocaboli, perchè il mio genere musicale si fonda proprio sulle parole. Del resto le persone che mi stanno intorno sono italiane e io, per farmi capire, non potrei fare diversamente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Dove scrivi solitamente i testi delle tue canzoni?

In un piccolo studio che  mi sono creato da solo a casa mia. Quasi ogni giorno scrivo lì, con una bella birra fresca a portata di mano. Scelgo la base e comincio a buttar giù le parole, affrontando temi diversi, dalla violenza sulle donne alla crisi economica che sta colpendo l’Italia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Su Youtube i tuoi brani, tra i quali “Il rap è la mia adrenalina”, sono stati visualizzati migliaia di volte. Ti basta o utilizzi altri mezzi per farti conoscere?

Per il momento mi limito a pubblicare i video delle mie canzoni su youtube o sulla mia pagina facebook, ma ci sono diversi progetti che vorrei realizzare. Però a Bari è difficile, anche perché qui non esistono case discografiche a cui potersi rivolgere. In passato mi sono esibito in diversi locali, sia nel centro storico che in provincia. Nell’aria c’è qualche proposta, ma io non credo alle parole campate in aria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non a caso in una tua canzone hai scritto “credo più ai sogni che alle promesse”…

Ho scritto questa frase perché, per come va il mondo adesso, paradossalmente è più facile che si realizzi un sogno piuttosto che venga portata a compimento una promessa. L’ho testato sulla mia pelle e per questo l’ho scritto. A Bari capita che ti vengono promesse delle serate in qualche locale ma poi non si fanno. Io con il tempo ho imparato a dar maggior peso ai fatti piuttosto che alle parole.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E dici anche “Il popolo crede ancora alle favole. E tu Faylad, in cosa credi?

Io non credo in un futuro tutto rosa e fiori.  Purtroppo sono pessimista. Ho avuto un passato pieno di delusioni, sono cresciuto in mezzo alla strada, ma nel vero senso della parola, in una zona molto pericolosa. Ho davvero lottato contro la paura, perché in Turkmenistan a quei tempi tutto poteva farti cacciare nei guai. Ma nei guai seri. Nel rap ho trovato la mia valvola di sfogo: mi sono reso conto che il microfono era l’unica cosa che non poteva farmi del male.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Il video della nuova canzone di Faylad, "Se sei ricco":

 



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