di Paola Setteducati

Il poeta Emanuele Zambetta: «Ho una missione, far conoscere il dialetto barese. Ovunque»
BARI - «La mia è una missione: sento la necessità di divulgare il dialetto barese, ovunque». Parole del 37enne Emanuele Zambetta (nella foto), compositore vernacolare che, come il poeta Sante Diomede, si impegna a tener viva la memoria della lingua della propria città. Lo abbiamo incontrato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

È nata prima la passione per la scrittura o per il dialetto?

Per il dialetto, senz’altro. Nasco infatti come studioso amatoriale del barese, dopo aver passato la mia infanzia con nonne che mi hanno permesso di apprendere anche i termini più "arcaici". La svolta per me si è avuta dopo l’incontro con gli studiosi e compositori Gigi De Santis e Felice Giovine, che nel 2012 mi hanno fatto “scattare la molla”: da allora ho cominciato a giocare con la metrica e a scrivere in vernacolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel 2013 sei anche riuscito a pubblicare una tua opera…

Si tratta di "Fandasì - racconti e poesie in dialetto barese" una raccolta di trenta lavori. Ma successivamente altri inediti sono riusciti a farsi spazio in alcune antologie legate ai concorsi a cui ho partecipato. Cito ad esempio poesie come Asselùte trìdece anne, A la fèmmene e Tu vive iìnd'a mmè.

In effetti hai vinto numerosi concorsi letterari a tema…
 
Sì, ho ricevuto 85 riconoscimenti letterari in 13 regioni diverse. Questo mi fa capire come ci sia un diffuso apprezzamento della lingua del capoluogo pugliese e della sua musicalità anche fuori dalla regione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le giurie che cosa valutano maggiormente quando devono decidere chi premiare?

Contenuti in grado di raccontare sentimenti diversi e tematiche di interesse generale (e non solo aneddoti legati alla terra d'origine), possono considerarsi buoni. Stesso dicasi di metriche in grado di restituire una musicalità armoniosa all'intera opera.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Tu cosa racconti nei tuoi lavori?

Di tutto: dall’amore a temi forti come la pedofilia e la mafia. Anche se onestamente prediligo gli scritti più malinconici: quelli che rileggendoli mi fanno ogni volta commuovere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quando scrivi pensi direttamente in barese o traduci le parole dall'italiano?

La traduzione letterale di un concetto sarebbe impossibile. A dimostrazione di questo c'è il fatto che, quando presento una mia opera a un concorso nazionale, la traduzione in italiano (posta a latere della composizione per una facile comprensione da parte dei giudici), avviene in versi liberi, sciolti cioè dalla metrica. Quando scrivo, quindi, penso direttamente in vernacolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non credi che pubblicare in dialetto possa risultare penalizzante per la tua “carriera”?

Forse sì, ma la mia "missione" non è quella di farmi apprezzare da chiunque, ma solo di divulgare il vernacolo della mia città. Come diceva Alfredo Giovine: «Servo Bari, senza servirmene». Io credo nel valore dei dialetti come lingue da salvaguardare, sono legato al mio e scrivo per dargli lustro. Non sono in cerca di notorietà.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Secondo te il barese può essere considerato una lingua?

Ogni dialetto può essere considerato una lingua, magari “secondaria” perché circoscritta a una specifica area geografica. Ma ciò non toglie che anche il barese abbia una sintassi, una grammatica, una fonologia e soprattutto una grande storia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Foto di Vito Signorile


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  • Emanuele Zambetta - Un bel percorso quello fatto fino ad ora. Non sono mancati grossi sacrifici. Ma per il bene del dialetto barese, questo ed altro! Percorso avventuroso condiviso spesso con l’amico Sante Diomede. Il 2012 fu l’anno in cui esordii come autore di poesie e racconti, come lettore in eventi pubblici (grazie all’invito dell’Accademia della Lingua Barese “Alfredo Giovine”) e come concorrente in un concorso letterario (in occasione della Piedigrotta Barese 2012 organizzata dal direttore artistico Vito Signorile, nella quale tra l’altro conseguii il mio primo riconoscimento). Ma prima del 2012, furono importanti per me anche la maestra elementare grazie alla quale mi cimentai per la prima volta con la scrittura dialettale (ricordo le poesie di Vito De Fano sul quadernetto della terza classe) e, negli anni duemila, le trasmissioni televisive “Marascià” e “Piedigrotta Barese” (condotte rispettivamente da Gigi De Santis e Vito Signorile; entrambe dirette dal secondo). Così come in gioventù furono importanti gli scritti di svariati autori dialettali classici. Onore a tutti gli scrittori dialettali: da Francesco Saverio Abbrescia a quelli attuali! Ognuno ci ha messo/ci mette del suo. Lo stesso dicasi per le varie associazioni, compagnie teatrali e musicisti che si occupano di dialetto/folclore. Un sentito ringraziamento a Barinedita per il suo attaccamento alla cultura locale e a tutti i concorsi letterari che m'hanno visto premiato! Viva il dialetto barese! Lunga vita a tutti i dialetti della nostra splendida Italia!
  • Sante Diomede - I traguardi si possono raggiungere - in qualsiasi ambito - con forza e genuina passione; cose che ad Emanuele non mancano. Se poi uniamo a queste il valore dei suoi componimenti, ecco spiegato il suo bel percorso nella Repubblica delle Lettere. Grazie a tutti per la doppia menzione (articolo e commento).
  • Emanuele Zambetta - Sì, Santinho, di “battaglie” ne abbiamo fatte! Grazie tante per le belle parole! Per te vale la stessa cosa. Un bel percorso che mi ha portato a scrivere una settantina di nuovi lavori che attendono di essere inseriti nella prossima raccolta. Raccolta che, entro il 2019, vorrei racchiudesse anche i lavori già editati nel 2013 (parzialmente modificati). La prossima raccolta, a differenza della prima, nei contenuti mi rappresenterà pienamente. Un percorso che, da autore di racconti, va dal primo posto al Premio “Alfredo Giovine” 2012 di Bari, al primo posto al Concorso “Sinfonia Dialettale” 2018 di Roma. Un percorso che in ambito poetico dialettale m’ha visto salire sul podio almeno una volta in Puglia, Sicilia, Calabria, Campania, Lazio, Abruzzo, Marche e Lombardia. Ed infine i tanti incontri pubblici di lettura in cui siamo stati invitati da amici ed associazioni. Oggi è 22 novembre 2018. Che la storia prosegua per il meglio!
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