Percorrendo in auto il lungo rettilineo di viale Giuseppe Tatarella, ci si accorge di come le due corsie di marcia, che viaggiano sempre parallele, a un certo punto si separino improvvisamente per riavvicinarsi dopo duecento metri. Questo avviene tra gli svincoli della statale 16 e il raccordo Giuseppe Rossi. La biforcazione affianca un’area incolta a prima vista priva di utilità, ma è proprio in quella depressione che, nascosto dagli arbusti, si cela l’ingresso dell’ipogeo Riccardo Mola.
Si tratta di millenario sito rupestre di 1500 metri quadri con bui corridoi, antichi laboratori agricoli, nicchie e incisioni nella pietra. Un ipogeo che si decise di salvare quando negli anni 90 venne realizzata viale Tatarella. Per farlo si pensò di deviare le due corsie, che così da quel momento “accerchiarono” la grotta creando una curiosa diramazione a forma di goccia (foto esterne di Paola Grimaldi, foto interne di Giuseppe Lorusso)