di Nicolò Devitofrancesco

Tra proprie usanze e tradizioni, la storia delle 7 ex frazioni di Bari: i quartieri "diversi"
BARI - Sono quartieri di Bari, fanno parte dei suoi municipi, ma hanno una storia diversa da quella del capoluogo pugliese. Parliamo delle 7 ex frazioni cittadine: dei veri e propri “paesi” situati lontani dal centro, con le loro tradizioni, le loro usanze e persino i loro santi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Carbonara, Ceglie del Campo, Loseto, Santo Spirito, Palese-Macchie, Torre a Mare e San Giorgio. Sono questi i nomi delle frazioni che il 26 gennaio del 1970 divennero, con delibera 489/70 del Consiglio Comunale, parte integrante di Bari, perdendo anche quella relativa indipendenza di cui avevano goduto fino a quel momento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In realtà già negli anni 20 e 30 del secolo scorso questi luoghi avevano cambiato radicalmente assetto amministrativo: in alcuni casi trasformandosi da paesi autonomi in frazioni, in altri cambiando il comune di appartenenza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Questa rivoluzione fu voluta dal Governo che emanò una serie di decreti sotto la spinta dell’allora ministro dei lavori pubblici Araldo di Crollalanza. Fu così creata la “grande Bari” e la pianta del capoluogo pugliese assunse la tipica forma ad “aquila dalle ali spiegate” che la caratterizza tutt’oggi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma vediamo nel dettaglio quali sono le particolarità delle 7 ex frazioni della città (vedi anche foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

CARBONARA - Con il Regio decreto n.364 del 16 febbraio 1928 l’ex comune di Carbonara, a sud del centro cittadino, fu il primo (assieme a Ceglie del Campo) a essere annesso a Bari. Rappresenta il quartiere più esteso della città, con i suoi 18,42 km2.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Carbonara trae le sue origini dalla distruzione del capoluogo da parte del re normanno Guglielmo il Malo, che nel 1156 costrinse i baresi a fuggire nelle campagne e costruire una nuova città. Per la sua storia e per le sue tradizioni, qui sembra ancora di trovarsi in un paese a sé stante e il sentimento “indipendentista” continua a essere molto radicato tra gli abitanti del rione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Del resto a Carbonara persino il santo patrono è diverso da Bari: ad essere festeggiato non è infatti San Nicola, ma San Michele Arcangelo, nel mese di ottobre. E anche il dialetto cambia leggermente rispetto al barese, con le vocali molto più chiuse rispetto a quelle “cittadine”. Un quartiere che vanta pure un suo prodotto tipico: il famoso “pane di Carbonara”, cotto in un forno alimentato a legna e bucce di mandorle secondo un’antica procedura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tra i monumenti simbolo, inseriti in un centro storico fatto di strette viuzze, sono da citare la chiesa matrice di Santa Maria del Fonte (costruita nel 1974 in stile barocco in ricordo di quella crollata nel 1763) e la Madonna del Carmine del 1878.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

CEGLIE DEL CAMPO – Sempre nel 1928 ad essere annesso al capoluogo pugliese fu il comune di Ceglie del Campo. La cosa destò scalpore, visto che il paese si ritrovò a convivere amministrativamente con la vicina ed eterna rivale Carbonara. Oggi i due “nemici” sono divisi solo una pietra miliare che segna i confini tra i loro territori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ceglie del Campo trova la sua ricchezza e unicità nella storia antichissima. Fondata dagli Illiri attorno al IX secolo a.C., nel corso del tempo si sviluppò a tal punto da divenire durante il periodo della Magna Grecia un importante centro commerciale e politico. Caelia aveva persino una zecca che coniava le proprie monete. A testimonianza del suo passato rimangono numerosi tesori archeologici, tra cui necropoli, cisterne e ipogei, spesso però lasciati “morire” nell’incuria e nel disinteresse.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tra i suoi monumenti vanno ricordati il Castello del II secolo a.C, ricostruito in epoca normanna e la chiesa di Santa Maria di Buterrito, che accoglie un venerato dipinto della Madonna col Bambino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

LOSETO – Il quartiere più meridionale di Bari divenne frazione 9 anni più tardi rispetto alle sue vicine Carbonara e Ceglie. Fu annesso infatti nel 1937, dopo essere stato anch’esso comune autonomo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Lositum nacque attorno al XII secolo come dominio feudale, passando da un signore all’altro non senza eventi drammatici. Come quando nel 1348 venne saccheggiato e raso al suolo dalle truppe ungheresi, spedite in Puglia per vendicare la morte di re Andrea d’Ungheria, marito della regina Giovanna I di Napoli, assassinato per via di un oscuro complotto nel quale risultava coinvolto anche Gazzotta de Domnisiaco, l’allora barone di Loseto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il rione risulta oggi visibilmente diviso tra il centro storico e la zona nuova.  La parte antica mantiene un’aria pittoresca, con il suo castello quattrocentesco, la maestosa chiesa barocca di San Giorgio Martire e i tempietti rurali della Madonna del Popolo e del Santissimo Salvatore. Quella moderna è caratterizzata da grigi palazzoni popolari costruiti negli anni 80 che convivono con elettrosmog e abbandono da parte delle istituzioni.  

Nella parte nuova va però segnalata la particolare e sotterranea chiesa del Salvatore, inaugurata nel 2000, la cui forma della cupola ricorda un disco volante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

PALESE - MACCHIE – Nel settembre del 1928 anche Palese e Santo Spirito, a nord-ovest del centro, seguirono il destino di Carbonara e Ceglie, divenendo parte di Bari. Nel caso però di queste due località affacciate sul mare, si trattò solo di un cambio di comune di appartenenza. Palese infatti era frazione di Modugno, Santo Spirito invece rappresentava la “marina” di Bitonto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Partiamo da Palese, il cui territorio comprende anche il piccolo borgo di Macchie: un’area rurale situata nei pressi dell’aeroporto. In realtà anche Palese ha sempre avuto una vocazione più agricola che marinaresca. E di fatto per secoli è stata più che altro abitata da contadini. I suoi edifici più antichi risalgono infatti alla fine dell’Ottocento e la sua espansione edilizia si ebbe solo a partire dal Secondo dopoguerra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Il suo lungomare, molto frequentato sino agli anni 90 per i lidi, gli hotel e i ristoranti, oggi versa in un grande stato di abbandono, con scheletri di strutture che si ergono desolate sul blu dell’Adriatico. Tuttavia la popolazione del rione mantiene una forte identità. Oltre ad avere dato un soprannome ad ogni tratto di costa, ha istituito dal 1972 un torneo di calcio noto come “Palio”, che vede sfidarsi le sette contrade storiche di Palese. Anche qui viene festeggiato, ad agosto, San Michele Arcangelo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Vale la pena infine ricordare di come il tranquillo quartiere sia stato teatro durante la Seconda guerra mondiale di due importanti episodi: un vertice militare avvenuto all’interno di Villa Longo De Bellis e una missione segreta volta a nascondere il futuro Capo di stato Jugoslavo Tito dalle truppe nazifasciste.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

SANTO SPIRITO -  Come detto anche Santo Spirito fu annessa al capoluogo pugliese nel settembre del 1928, dopo essere stato il porto commerciale di Bitonto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le contese territoriali tra Bari e Bitonto su questa porzione di costa risalgono a tempi molto antichi, tanto che, per dirimere la questione una volta per tutte, nel 1587 furono erette sette imponenti costruzioni in pietra che delimitarono il confine esatto tra le due città: i cosiddetti “titoli”. Il più noto è il Titolo Arenarum, che ancora oggi si può ammirare sulla costa nel punto di separazione tra Santo Spirito e Palese, che prima del 1928 appartenevano alle due “fazioni” contrapposte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Santo Spirito però a differenza di Palese può definirsi un borgo marinaro, il cui centro abitato si sviluppa attorno a un frequentato porticciolo su cui si staglia una torre di avvistamento del Cinquecento. Sul litorale si trova anche la più antica spiaggia cittadina: “La rotonda”, nata nel 1902.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le vie del quartiere sono poi costellate da eleganti ville ottocentesche (spesso però abbandonate), tra cui Villa Stampacchia, lì dove è conservato una sorta di museo dedicato all’intellettuale Ricciotto Canudo. Infine, va detto che anche Santo Spirito ha una sua patrona: la SS. Nome di Maria Immacolata, festeggiata ogni settembre.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

TORRE A MARE – Dal lato opposto di Bari, a sud-est del centro, si apre l’ex frazione di Torre a Mare, annessa al capoluogo pugliese con la vicina San Giorgio nel 1934. Prima di allora “Torre Pelosa” (così come era un tempo chiamata), apparteneva a Noicattaro, di cui era la marina.  

Oggi il borgo da tranquillo rifugio di pescatori (come il leggendario “fondatore” Varvamingo) si è trasformata in un vivace località animata a tutte le ore del giorno. Ristoranti, pizzerie, bar e gelaterie circondano il pittoresco porticciolo e la monumentale torre di avvistamento, simbolo del quartiere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La costa, sulla quale si insinuano alcune calette sabbiose, è caratterizzata da numerose grotte che 8000 anni fa rappresentarono la “casa” dei primi insediamenti umani di Bari. Resti di antiche comunità sono stati anche ritrovati nella Grotta della Tartaruga, immersa nella lussureggiante Lama Giotta, uno dei nove “ex fiumi” baresi che, partendo da Turi, andava a sfociare proprio a Torre a Mare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da segnalare infine la presenza di numerose ville storiche che a differenza di Santo Spirito sono state ristrutturate e valorizzate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

SAN GIORGIO – Un tempo appartenente al territorio di Triggiano, questa zona costiera passò a Bari nel 1934, assieme a Torre a Mare. 

In realtà il quartiere, costituito da un tratto di costa lungo 3 chilometri, rappresenta ancora (seppur non ufficialmente) la “marina di Triggiano”, visto che proprio i residenti del paese a sud-est di Bari vi hanno costruito a partire dagli anni 70 una serie di villette una attaccata all’altra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Frequentata più che altro d’estate, San Giorgio vede però la presenza di storiche pescherie aperte tutto l’anno ed è famosa per essere stato il luogo di approdo dei 62 marinai che nel 1087 portarono, da Myra, le spoglie di San Nicola. Ancora oggi dal porticciolo naturale di “Cala Pantano” salpa il peschereccio che dà il via, il 7 maggio, alla processione in mare del quadro del patrono.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Cala che segna la foce dell’importante lama di San Giorgio: un’arteria verde e selvaggia che conserva al suo interno masserie, torri e chiese millenarie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica) 

Foto in copertina di: Claudia Ricci


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita



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  • Gianni Serena - Di tutte le ex frazioni, solo Macchie apparteneva a Bari. Infatti, sin da dicembre 1907 fu istituito un ufficio di Stato civile, quale frazione di Bari distaccata fisicamente dal capoluogo. Confermata successivamente quale frazione di Bari con decreto podestarile del 23 gennaio 1927. Quindi quando Palese fu staccata da Modugno e aggregata a Bari con regio decreto 6 settembre 1928, avvenne che Macchie (frazione di Bari) con successivo decreto del 28 ottobre fu unita a Palese in un'unica frazione chiamata Palese-Macchie.
  • Gianni Serena - Anche Palese festeggia il proprio Santo patrono San Michele Arcangelo ogni mese di Agosto. Mentre Macchie festeggia a settembre San Rocco.
  • orsola - interessante,grazie
  • Angelo Nitti - Da estimatore del vostro sito, che leggo sempre con piacere, rilevo però che in questo caso ci sono varie imprecisioni. Non mi risulta che il "torneo di San Michele" a Palese sia mai stato chiamato "palio". Che il lungomare poi sia in stato di degrado (!) la ritengo un'esagerazione. Insomma i classici steccati giornalistici. E' stato riqualificato nei primi anni 2000 e ci passeggia anche molta gente. Che poi non sia frequentato come altri è un'altra cosa. Carbonara è sempre stata una cittadina a se rispetto a Bari ma al referendum per lo scorporo votarono davvero in pochi, il SI vinse solo per 28 voti comprese Ceglie e Loseto.....poi che io sappia esisteva già quando Guglielmo il Malo saccheggiò Bari e i baresi vi si ripararono, non sarebbe stata fondata appositamente. Ma su quest'ultimo dato non ne ho certezza.


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