di Nicola De Mola

Falchi, aironi e cormorani: Marisabella, piccola oasi sul lungomare
BARI - L’ansa di Marisabella è quello specchio d’acqua antistante il lungomare Vittorio Veneto e compreso tra la Fiera del Levante, il Cus e il molo Pizzoli, che in passato si estendeva per ben 50 ettari. Il suo nome si deve alla duchessa Isabella d’Aragona Sforza, che ai primordi del ’500 finanziò la bonifica del torrente Picone, che sfociava nell’insenatura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Oggi buona parte dell’area è stata coperta da catrame e cemento, nell’ambito dei lavori di realizzazione delle nuove banchine del porto di Bari, e presto si arriverà alla sua colmatura totale. Nel frattempo, però, questo tratto di costa continua a rappresentare per gli amanti della natura e degli animali una piccola oasi in piena città.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui i birdwatcher baresi sono
spesso riusciti ad avvistare e fotografare uccelli difficilmente visibili altrove (vedi galleria fotografica). Nonostante il via vai di tir e di macchine impegnate nei lavori e il traffico cittadino a due passi, all’interno di questo micro habitat infatti è facile imbattersi in diverse specie tipiche delle zone umide, che hanno fatto dell’ideale sbocco sul mare di via Brigata Bari una tappa quasi obbligatoria delle loro lunghe migrazioni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tra queste, il cormorano, la sula, il beccapesci, il gabbiano reale e quello corallino, l'airone bianco maggiore (nella foto), quello cinerino, il martin pescatore, lo svasso maggiore, quello piccolo e persino il più raro “collorosso”. E da qualche giorno ha fatto la sua comparsa anche un falco pescatore, rapace proveniente dall'Europa nord-orientale e tornato solo di recente a nidificare in Italia dopo oltre quarant’anni, nel Parco della Maremma.



«È un uccello migratore, sebbene capiti che 3-4 esemplari all’anno decidano di svernare nelle zone umide della nostra regione - spiega Giuseppe Nuovo, fondatore e amministratore del forum degli Argonauti -. La particolarità di questo avvistamento sta nel fatto che è avvenuto praticamente in città».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dunque un altro esempio di urbanizzazione di una specie selvatica, seppure solo di passaggio. «Le città si espandono e le zone umide diminuiscono: gli uccelli, in qualche modo, devono adattarsi», sottolinea il birdwatcher.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il motivo per cui i volatili scelgono proprio Marisabella per fermarsi è dovuto al fatto che questa zona è molto ricca di pesce (cefali in particolare), anche perché qui è vietato pescare. «E non solo pescare - sottolinea Nuovo -. Di fatto noi possiamo osservare questa zona solo dall’esterno, perchè le misure antiterrorismo hanno reso l’area portuale meno accessibile rispetto al passato».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma cosa succederà, quando ad agosto del 2015 i lavori per la colmatura dell’ansa saranno ultimati e Marisabella sarà aperta al traffico di navi e traghetti? «Ci sarà un posto in meno dove poter ammirare fauna selvatica in città - risponde Nuovo -. Anche se gli uccelli troveranno sicuramente un altro ambiente dove fermarsi, qui a Bari o altrove». Perché la natura, nonostante l’uomo ci si metta sempre di mezzo, continua a fare il suo corso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


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