Tartarughe con la salmonella e gabbiani con batteri: «Pochi rischi per noi, ma meglio stare attenti»
Letto: 1523 volte
mercoledì 1 ottobre 2025
Letto: 1523 volte
di Isabella Dentamaro
conducendo importanti ricerche sullo stato di salute della fauna pugliese e di riflesso dell’ambiente in cui viviamo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
C’è da dire che gli studi non stanno fornendo risposte propriamente confortanti. Inquinamento e riscaldamento globale stanno infatti alterando e peggiorando l’equilibrio naturale e l’ecosistema locale, mettendo a rischio non solo gli animali ma anche la salute dell’uomo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ne abbiamo parlanto con il 63enne Antonio Camarda, docente di patologia Aviaria presso il dipartimento di Medicina Veterinaria dell'Università di Bari, nonchè responsabile sanitario dell’Osservatorio faunistico regionale di Bitetto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Perché è importante studiare gli animali?
Gli animali ci indicano lo stato dell’ambiente: comprendendo cosa accade nella fauna, possiamo prevenire e gestire meglio gli eventuali problemi sanitari. È il principio dell’One Health: l’idea che la salute umana, animale e ambientale siano strettamente collegate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il comportamento dell’uomo sta avendo impatto sulla fauna selvatica?
Sì, un impatto negativo. Rifiuti, sostanze chimiche, scarichi industriali, espansione urbana stanno infatti influendo su qualità dell’aria ed ecosistema, alterando l’equilibrio naturale. E i primi a subirne le conseguenze sono gli animali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Su che cosa si stanno concentrando le vostre ricerche?
In primis sui batteri resistenti agli antibiotici che abbiamo riscontrato esaminando uccelli quali il rondone, il falco grillaio e il gabbiano. Si tratta di specie migratorie che viaggiano molto, passando lunghi periodi anche in Africa: un continente utilizzato come “discarica del mondo”. Qui i volatili vengono a contatto con zone molto inquinate, con rifiuti e sostanze chimiche che assorbono mangiando insetti contaminati. E così, quando tornano in Puglia, portano con sé dei batteri, alcuni dei quali molto resistenti agli antibiotici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Gli uccelli quindi si stanno ammalando?
In realtà quasi mai: sono dei portatori sani. Il problema è per noi umani: i batteri possono infatti diffondersi. E se dovessero infettare persone fragili quali anziani o immunodepressi, potrebbero condurre a malattie molto difficili da curare. C’è però da sottolinare come, in questo caso, si parli di uccelli selvatici che quasi mai entrano in contatto con l’uomo. Non c’è quindi un pericolo immediato. Però la presenza di questi batteri rappresenta un campanello d’allarme: comprendendo ciò che accade nella fauna, è possibile prevenire e gestire meglio le sfide sanitarie che potrebbero riguardare tutti noi. Bisogna stare attenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
È vero che state monitorando anche dei casi di malaria tra i gufi reali e i gheppi?
Purtroppo sì. Alcuni esemplari di questi uccelli (presenti in alcune aree della Puglia come la Murgia e la Foresta Umbra), sono stati colpiti da malaria avaria: una malattia che li indebolisce riducendo le difese immunitarie. Se non curata può portarli anche alla morte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Come si diffonde questa parassitosi?
Tramite la puntura delle zanzare. Purtroppo, come vi sarete sicuramente accorti, questo insetto è ormai presente ovunque e punge anche nelle stagioni meno calde dell’anno. La colpa? Il riscaldamento globale, che favorisce la diffusione delle zanzare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La malattia non tocca però la salute degli essere umani…
No, la zanzara comune può trasmettere la malaria solo agli uccelli e non agli esseri umani. La malattia che colpisce noi deriva invece dalle zanzare che vivono nelle zone tropicali. Tuttavia, con il cambiamento climatico, come detto alcune aree stanno diventando sempre più calde e umide. Questo significa che in futuro potrebbe aumentare il rischio di creare ambienti adatte alle zanzare africane e quindi, potenzialmente, alla malaria umana.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
C’è poi il coronavirus dei ricci di terra…
Durante la pandemia di Covid-19 abbiamo riscontrato la presenza di coronavirus anche nella fauna selvatica. Quasi il 20% dei ricci di terra analizzati sono risultati positivi. Gli animali risultano comunque asintomatici: non mostrano problemi e continuano a vivere normalmente e in buona salute. E si tratta inoltre di un virus specifico di questi mammiferi: non può infettare l’uomo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A differenza dalla salmonella nelle tartarughe…
Sì, abbiamo riscontrato nelle tartarughe terrestri la presenza di salmonella, un batterio tipico dei rettili, che non rappresenta un problema per l’animale essendo parte della flora intestinale. Però alcune salmonelle potrebbero essere trasmesse all’uomo e causare gastroenterite. Il batterio può trovarsi sulla superficie del guscio o nell’ambiente circostante. Non basta accarezzare una tartaruga per contagiarsi, ma il contatto stretto, specie per i bambini, può rappresentare un rischio se non si osservano semplici regole igieniche come lavarsi le mani. Per questo la provenienza delle tartarughe è fondamentale: devono provenire da canali legali e controllati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita