di Giancarlo Liuzzi - foto Francesco De Leo

Rifugio per amanti? Struttura nobiliare? Ecco la vera storia del suggestivo Arco Meraviglia di Bari
BARI – Tra gli oltre cinquanta pittoreschi archi di Bari Vecchia è sicuramente quello più suggestivo e ammirato, anche grazie alla romantica leggenda che da sempre lo circonda. È l’Arco Meraviglia (detto anche delle Meraviglie), raffinato passaggio in pietra che unisce strada Filioli a strada Zonnelli, in una zona del centro storico stretta tra la Cattedrale e la Chiesa del Gesù.

La sua è una storia che richiama quella di Romeo e Giulietta. Secondo l’aneddoto popolare venne realizzato in una sola notte, cinquecento anni fa, per permettere a due sfortunati amanti di incontrarsi. Gli innamorati abitavano uno di fronte all’altro in due palazzi distinti e, seppur vivendo molto vicini, non avevano il permesso di avvicinarsi. La loro relazione era infatti impedita dalla famiglia della ragazza, contraria all’unione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma una notte avvenne la “meraviglia”. Il giovane, stanco di guardare la sua amata solo dalla finestra, decise di costruire un piccolo cavalcavia che collegasse le due residenze, in modo da raggiungere finalmente la propria donna. Nacque così questo leggendario ponticello a forma di arco che continua ad affascinare nel tempo baresi e turisti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Naturalmente questa appena raccontata è solo una fiabesca ricostruzione, anche per ciò che concerne la datazione. In realtà la struttura venne realizzata nel Medioevo (XIII secolo), per poi essere rimodulata secondo lo stile cinquecentesco dalla famiglia milanese dei Maraveglia (o Mareviglia), giunta a Bari al seguito della duchessa Isabella d’Aragona.

Nobili che diedero il loro nome all’arco, al quale furono aggiunti l’elegante ballatoio superiore (oggi colorato dal verde di numerose piante) e la serie di massicci mensoloni che lo reggono.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma è arrivato il momento di andare a visitare l’Arco Meraviglia (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Partendo dalla Cattedrale, ci indirizziamo su strada del Carmine e successivamente a destra su strada Filioli. Qui è già possibile imbattersi nelle insegne di alcuni bed & breakfast che fanno da biglietto da visita al leggendario monumento utilizzandone il “meraviglioso” appellativo. Lo stesso nome preso in prestito anche da una salumeria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ed eccoci davanti al famoso arco. Si presenta come struttura in pietra regolare retta da due colonne di poco sporgenti dal piano stradale e che, a mò di ponticello, mette in comunicazione le antiche palazzine sui lati della via.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Passiamo sotto la larga volta centinata del XIII secolo e ci poniamo su uno slargo che ci permette di osservare al meglio il ballatoio arricchito da mensoloni: un corridoio scoperto protetto da una ringhiera in ferro, oltre la quale è possibile scorgere un piccolo alberello e un arbusto floreale che pende dal bianco parapetto litico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da qui notiamo come i due edifici dirimpettai abbiano la classica architettura delle case palaziate cinquecentesche diffuse nella città vecchia e sorte su costruzioni medievali precedenti. L’immobile sulla sinistra, che si sviluppa su tre livelli, presenta un balconcino decorato ed eleganti bifore e monofore sovrastate da un cornicione ad archetti trilobati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
La facciata della residenza sulla destra invece è dominata da un grande finestrone ogivale caratterizzato da una cornice a dentelli affiancata da un archetto murato del XIV secolo. Più in alto si trova una raffinata bifora trilobata risalente allo stesso periodo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sarebbe tutto se non ci accorgessimo, sul lato di destra del ponticello, della presenza di un piccolo archetto murato. Chissà, forse è proprio il passaggio attraverso cui il “Romeo barese” raggiunse finalmente la sua amata, in una “meravigliosa” notte di cinquecento anni fa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Giancarlo Liuzzi
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