di Marianna Colasanto

Bari, piazza Garibaldi: quell'antico, verde e "irrisolto" punto di ritrovo cittadino
BARI - È il più antico giardino di Bari, voluto nel lontano 1859 dal re Ferdinando II in persona. Fu lui infatti a decretare che la città si sarebbe dotata di una zona verde all’estremità del corso Ferdinandeo (oggi corso Vittorio Emanuele). Un luogo che dopo aver assunto il nome di “piazza Borbonica”, dal 1860 venne denominato per sempre “piazza Garibaldi”. Oggi quindi vi parliamo di questo storico parco delimitato da ringhiere in ferro che divide i quartieri Murat e Libertà, regalando un po’ “d’aria” a una zona della città estremamente urbanizzata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Completato nel 1867 su un’area di 17mila metri quadri, rappresenta ancora oggi un punto di incontro per anziani che giocano a carte e per mamme e bambini in cerca di svago. Anche se piazza Garibaldi rimane un posto “irrisolto”: nonostante continue migliorie (vedi l’illuminazione a led inaugurata lo scorso marzo), continua a fare i conti con pulizie non ottimali, giostrine vandalizzate, fontane non funzionanti e mancanza di sicurezza. (Vedi foto galleria)

Entrando dal cancello situato alla fine di corso Vittorio Emanuele, il parco si presenta ai visitatori con una scultura moderna del 1985 dedicata agli invalidi del lavoro. Da questo punto partono poi i viali che conducono in un’area rettangolare in cui protagonista è il verde. Qui piante esotiche quali palme, libocedri, bagolari e acacie, si affiancano a specie tipiche della zona mediterranea come querce, pini, oleandri, cipressi, tigli, olmi e un bellissimo esemplare di albero di giudea ricco di fiori rosa

Tra le foglie spuntano poi i busti di tre uomini illustri: l’economista Salvatore Cognetti De Martiis (ritratto nel 1903 dallo scultore Filippo Cifariello), il commerciante Pietro Ravanas e il politico Giuseppe Capruzzi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Al centro della piazza è invece collocata dagli anni 40 una fontana a vasca tonda. «Una fontana senz’acqua, diventata ricettacolo di rifiuti», sottolinea il 65enne Gaetano, che dal 1990 gestisce il “chiosco Garibaldi”, un bar color ocra situato di fronte al monumento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il locale di Gaetano è un po’ il fulcro del giardino. Da poco l’artista Pao lo ha arricchito con due murales, andatisi ad aggiungere ai tanti graffiti illegali che deturpano la struttura. «In trent’anni ho visto di tutto – ci dice il baffuto signore -. La situazione è sicuramente migliorata rispetto a prima, quando questo era un luogo deputato a scippi e spaccio, anche se ancora oggi continuo a notare movimenti “strani”, soprattutto di sera. Il luogo a mio parere andrebbe valorizzato, ad esempio organizzando manifestazioni ed eventi per ragazzi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Qui però più che i giovani a farla da padrone sono gli anziani, che si incontrano quotidianamente per sfidarsi in infuocate partite a carte. C’è chi viene addirittura dal San Paolo per battersi con i migliori giocatori di tressette, briscola e scopa. I signori utilizzano sedie e tavolini in cemento, posti anni orsono ma nel frattempo andati semidistrutti dall’usura e dai vandali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Nonostante ciò questo luogo permette di stringere nuove amicizie –afferma il 70enne Ferdinando –: qui abbiamo formato una bella comitiva di pensionati e ci incontriamo tutti i giorni. Peccato per la pulizia però: le foglie degli alberi cadute non sono quasi mai spazzate e ogni giorno notiamo dei grossi ratti che scorrazzano nel parco. Ce n’è uno che avrà la tana in una delle statue perché lo vediamo sempre transitare tra quella di Ravanas e quella di Cognetti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«La cosa peggiore sono i bagni: sono sempre rotti – incalza il 54enne Sabino -. E così a noi non resta che espletare i nostri bisogni tra gli alberi». Servizi che noi abbiamo trovato effettivamente fuori uso, tranne poi riscoprirli funzionanti durante il nostro secondo giro, avvenuto il 20 aprile scorso. 

Lasciamo gli anziani al loro passatempo preferito per dirigerci alla volta delle giostre. Quest’angolo è balzato agli onori della cronaca nell’aprile del 2018, quando fu inaugurata una delle prime altalene per diversamente abili della città. Purtroppo a distanza di un anno il gioco risulta gravemente danneggiato, privo di uno dei pannelli di sicurezza e quindi non più utilizzabile per contenere una carrozzina.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Non ho mai visto un disabile su quell’altalena, ma solo gruppi di bambini: l’hanno distrutta nel giro di pochissimo tempo – afferma la 37enne Lucia, mamma di una bimba di 3 anni –. Purtroppo questo è un luogo frequentato da madri che lasciano fare ai propri figli ciò vogliono». Quando arriviamo in effetti sulla giostra sono presenti quattro ragazzini che dondolano indisturbati sotto lo sguardo di un signore.  

In generale comunque le giostrine sono spesso “occupate” da persone più grandi. «Il pomeriggio le casette sono usate dai giovani per fumare e “pomiciare” di nascosto», ci confida la 27enne Angela, anche lei madre di una piccola di tre anni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per questo Filomena, qui con la sua figlia di un anno, evita di venire dopo un certo orario. «C’è molto più baccano – dichiara –, si moltiplicano i cani portati senza guinzaglio dai loro padroni e poi cominciano ad arrivare i vagabondi che usano le panchine come letto». La donna ci indica proprio un signore che, nonostante sia mattina, si è già accomodato per farsi un riposino. 

L’ultima tappa del nostro viaggio è la graziosa giostra frequentata dai più piccoli, che possono scegliere tra un cavallo o una macchinina per farsi un giro a ritmo di musica. A gestirla da vent’anni è la 70enne Tommasina, anche lei molto critica nei confronti dell’utenza della piazza. «Guardate – ci dice indicandoci una carrozza con lo sportello divelto -: sono stati dei ragazzi e non è la prima volta. È un peccato che non si abbia rispetto per questo giardino: è continuamente maltrattato, nonostante faccia parte della storia di Bari». 

(Vedi galleria fotografica di Alessandro Palermo)


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