Il lungomare di Bari, 16 km di strada interrotti dalla foce di una lama: «Serve un ponte»
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mercoledì 10 maggio 2017
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di Antonio Bizzarro
La lama è ciò che rimane dell’antico torrente Tiflis, che lambiva l’area dell’attuale aeroporto di Bari per poi andare a scaricare le sue acque proprio a Fesca. Ora l’ex fiume è diventata un parco e ospita diverse specie di insetti e uccelli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Di certo, anche per la sua importanza idrogeologica, non è possibile costruirci una strada su, così una volta arrivati alla sua altezza, l’automobilista o il pedone è costretto a girarci attorno lasciando il mare alle proprie spalle. L’unico modo per riprendere la costa è quello di imboccare la sopraelevata tangenziale, uscire su via Napoli e raggiungere strada del Baraccone, che rappresenta un po' il proseguimento ideale del lungomare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Se è impensabile costruire una strada, è vero anche che non sembra rappresentare un’opera di difficile realizzazione un ponticello magari in legno che possa permettere a pedoni e ciclisti di attraversare i venti metri di larghezza della foce, andandosi a congiungere con strada del Baraccone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«E’ una cosa fattibile di cui non solo si è parlato, ma che era stata anche inserita nel Biciplan del Comune di Bari datato 2013, ossia il piano locale della mobilità ciclistica», afferma Milena Ianigro, rappresentante dell’associazione Ciclospazio di Bari. Tuttavia il progetto del ponte è rimasto solo sulla carta e almeno per ora non sono previsti finanziamenti per la sua costruzione. «Di quel necessario ponticello non si è saputo più nulla», sottolinea Milena.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E quindi al lungomare di Bari, che cambia ben 13 nomi lambendo 7 quartieri della città, non resta ancora che terminare proprio nel punto in cui in epoca fascista arrivava la ciclatera (caffettiera), un treno a vapore che portava i bagnanti sulle sabbiose e non più esistenti spiagge di Fesca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica di Katia Moro e Gennaro Gargiulo)
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Scritto da
Antonio Bizzarro
Antonio Bizzarro
I commenti
- luigi picinni - molto interessante