di Angela Pacucci

Giostrai, rom, masserie e villette isolate: c'è un mondo nascosto sotto via Tatarella
BARI – E’ una strada ultimamente balzata agli onori della cronaca, visto che è quella che conduce al nuovo ponte Adriatico inaugurato lo scorso 10 settembre. Si tratta di via Tatarella, l’asse nord-sud aperto all’inizio del nuovo Millennio. Fin qui nulla di particolare, se non fosse che al di sotto di questa strada sopraelevata si apre un “mondo” nascosto agli occhi dei passanti: un’area che comprende un ex parco giochi abbandonato, case di giostrai, campi rom, villette isolate, antiche masserie e un grande quanto poco frequentato ipermercato. Una zona che siamo andati a visitare (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per accedere a questo “mondo” è necessario imboccare viale Pasteur, strada di “frontiera” che costeggia il cosiddetto “Quartierino” e caratterizzata per la presenza di affascinanti sottopassi, una misteriosa masseria e vecchi ponti. A metà del viale si trova un varco che indica l’ingresso nel centro commerciale La Mongolfiera: lo si raggiunge a piedi percorrendo uno stretto corridoio. 

Nel parcheggio non ci sono tante auto, del resto questo ipermercato è un po’ nascosto rispetto ad altri più “famosi” della città. «Si tratta di un centro commerciale poco frequentato – ci dice una cassiera -. Per lo più qui vengono clienti abituali e anziani che preferiscono un po' di desolazione alle scomode file».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non ci resta ora che perlustrare la zona. Ci imbattiamo subito in una bianca masseria abbandonata sulla quale qualche “writers” ha scritto frasi contro la polizia. La struttura si trova proprio accanto ai pilastri in cemento armato che sorreggono via Tatarella, strada che essendo come detto sopraelevata ha quasi l’aspetto di un ponte. “Ponte” sotto il quale passiamo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dopo aver costeggiato un grosso distributore di benzina, ci troviamo di fronte a una scritta rossa che recita “Entrata”. Il cartello è circondato da un’alta recinzione che non permette di scrutare cosa ci sia dall’altra parte, tuttavia poco più avanti notiamo un cancelletto aperto attraverso cui è possibile accedere all'area nascosta. Cosa che facciamo, trovandoci tutt’a un tratto dinanzi a un grande spazio aperto: un campo formato da asfalto, ghiaia ed erba.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Qui un tempo sorgeva un lunapark, lo capiamo perché sorprendentemente le giostre ci sono ancora, ma accatastate su dei grossi tir. E incredibilmente qui ci sono ancora i giostrai, che vivono in alcuni piccoli prefabbricati posizionati accanto ai camion. Tra di loro c’è una signora che ci spiega: «Avevamo un bellissimo lunapark che allestivamo ogni inverno. Ma sono già un paio d’anni che ormai non lo apriamo più. Ci costava troppo e non avevamo alcun sostegno da parte del Comune».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Insomma pur non essendoci più il parco giochi, i giostrai continuano a vivere in queste casette, nella speranza forse un giorno di riaprire.  Ma sotto il ponte hanno trovato anche rifugio alcuni rom, che con le loro roulotte si sono sistemati qui. Incrociamo il loro sguardo mentre sono intenti ad asciugare i loro indumenti su alcuni fili legati a dei tralicci.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E mentre grazie a uno scorcio nel muro di cinta riusciamo a intravedere il torrino di Villa De Grecis, una delle dimore storiche più imponenti di Bari, attrae la nostra attenzione una casettina di campagna, in realtà l'unico ex casello ferrroviario rimasto a Bari. E’ isolata e si trova all’ombra di un grande albero, visivamente in contrasto con gli alti palazzi della zona nuova di Poggiofranco che si stagliano all’orizzonte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Proviamo a bussare ma non ci risponde nessuno, anche se l’edificio è sicuramente abitato visti i panni stesi nel cortile. Chissà chi ci vive, probabilmente qualcuno che si trova qui da prima che venisse aperta via Tatarella, quando in questa zona non c’erano né ipermercati, né rom e né giostranti, ma solo tanta campagna.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica di Gennaro Gargiulo)


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