di Eva Signorile

«Disagi e insicurezza»: la pista ciclabile tra Giovinazzo e Santo Spirito fa discutere
GIOVINAZZO – Una pista ciclabile non ancora ultimata che sta creando da settimane disagi e insicurezza. Parliamo della ciclovia che sta sorgendo sui 5 chilometri di strada litoranea che collegano Giovinazzo a Santo Spirito. Lì, sulla vecchia statale 16, chiamata anche dai residenti “via Bari”, dall’ottobre scorso sono partiti i lavori che permetteranno ai ciclisti di pedalare in maniera sicura a due passi dal mare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il problema però è che i lavori suddetti (messi in opera dal Comune di Giovinazzo) sarebbero dovuti finire il 9 gennaio scorso, 40 giorni fa e mentre stiamo scrivendo ancora non è dato sapere quando questa pista sarà inaugurata, con buona pace dei residenti che da tempo convivono con tutta una serie di inconvenienti. (Vedi galleria fotografica)

«È inconcepibile. Ora per andare a Bari devo spostarmi fin quasi al centro di Santo Spirito per prendere l’autobus». Lo sfogo è appunto quello di una signora che vive in un residence ubicato sul quel tratto di strada, che si lamenta del fatto che a causa dei lavori siano state soppresse 5 delle 6 fermate che i pullman della Società di trasporti provinciale (Stp) effettuavano su questa via in direzione sud.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«I pullman non possono più accostarsi al marciapiede a causa del cordolo che separa la pista ciclabile dal resto della strada e così per evitare che ci si fermi nel bel mezzo della carreggiata, la Stp ha deciso di sopprimere le fermate», ci spiega un autista del bus. Il risultato però è che coloro che abitano qui, per spostarsi devono farsi chilometri a piedi prima di raggiungere la fermata più vicina. L’unica rimasta è quella situata nei pressi dell’hotel “Riva del Sole”, diciamo a metà del tratto suddetto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Sono furiosa – ci dice Cristina –. Io lavoro a Molfetta e quando finisco prendo il bus per tornare a casa. Solo che a causa delle fermate eliminate ora sono costretta a scendere a Santo Spirito e ritornare indietro, facendomi chilometri a piedi e soprattutto attraversando di sera un brutto incrocio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Il “brutto incrocio” di cui parla la donna è quello del ponte per la tangenziale: all’entrata di Santo Spirito si trova infatti uno svincolo che porta direttamente sulla circonvallazione di Bari. Qui c’è un semaforo è vero, ma fra i residenti della zona l’incrocio è noto come un luogo in cui le regole della strada vengono costantemente violate. «È pericoloso per gli stessi ciclisti – continua Cristina -. C’è gente che passa con il rosso e fa sorpassi azzardati continuamente. Non è difficile immaginare un ciclista che si veda tagliare la strada da chi gira per il ponte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Facciamo notare alla signora che il mancato rispetto del codice della strada da parte di alcuni incivili  non è certo una colpa da addossare alla pista ciclabile. «Certo che no – afferma – ma un’amministrazione dovrebbe anche preoccuparsi di ridurre al minimo i rischi per i cittadini e questa pista ciclabile non va in questa direzione. Ma avete notato quanti incidenti ci sono stati su questo tratto di strada da un po’ di tempo a questa parte? Uno è avvenuto il 22 dicembre scorso e un altro il 7 febbraio: vicino a Riva del Sole hanno dovuto estrarre una donna dalle lamiere».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Noi dal canto nostro sabato scorso, 13 febbraio, abbiamo assistito a un terzo incidente. Erano le 20.15 circa quando in località San Matteo, a un paio di chilometri dal centro di Giovinazzo, un 85enne alla guida della sua auto è uscito di strada finendo sulla pista ciclabile. Un testimone ci ha raccontato che l’uomo, che viaggiava in direzione sud, è uscito fuori strada a causa del sorpasso azzardato di un’altra vettura che poi ha proseguito la corsa, scomparendo. Il sorpasso avrebbe costretto il guidatore a buttarsi a destra, dove però c’era il cordolo della pista ciclabile, che lui non ha visto e non sapeva ci fosse. La pista è segnalata, ma effettivamente è poco illuminata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Del resto la carreggiata per via della pista è stata ristretta notevolmente. Su tutta la pista sono parecchi i segnali spostati o divelti a causa di macchine che vi sono finiti contro. Faticosamente si è cercato di allargare la strada sul lato opposto alla pista ciclabile, recuperando spazio “mangiando” la porzione di asfalto su cui erano posti i bidoni dei rifiuti. Nelle foto in galleria è visibile il vecchio confine, ancora segnato con una striscia più scura e quello nuovo, delimitato da una striscia bianca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E quindi ora l’area destinata a chi deve buttare la spazzatura è molto risicata e rabbrividiamo nel vedere un 12enne che cestina il suo sacchetto, nei pressi del residence “Edilmare”, mentre pochi secondi dopo un’auto sfreccia a velocità sostenuta proprio lì davanti. Insomma anche buttare un sacchetto dell’immondizia da quando c’è la pista ciclabile, è meno sicuro. Alla faccia della viabilità sostenibile.


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Eva Signorile
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  • MARCELLO DE NUCCI - Condivido appieno la pericolosità della pista sulla Giovinazzo S.Spirito, spesso mi capita di percorrerla il sabato sera e devo ammettere che effettivamente è diventata una strada pericolosa sia per le auto ma anche per i ciclisti stessi che un domani la percorreranno. Io vado spesso in bicicletta e sono assolutamente favorevole alle piste ciclabili, ma il fatto che i comuni hanno i finanziamenti per le piste ciclabili non significa che bisogna farle ad ogni costo senza alcun criterio di sicurezza. Venite a vedere a Modugno che porcheria stanno combinando e poi mi direte.


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