Il book sharing: libri alla portata di tutti tra la diffidenza dei baresi
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venerdì 5 giugno 2015
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di Cassandra Capriati
Prendere un volume non richiede alcun pagamento (come avviene in libreria), ma neanche alcuna registrazione o domanda scritta come accade in una biblioteca pubblica. E per chi dona c’è la possibilità di dare una seconda casa a libri che altrimenti sarebbero destinati in un cassonetto dell’immondizia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Negli ultimi anni questo trend sta prendendo piede, seppur timidamente, anche a Bari (vedi foto galleria).
Tutto è iniziato nel dicembre 2012, quando nell’Arena Giardino del rione Japigia è stata inaugurata la prima “biblioteca aperta” a disposizione di tutti i cittadini, nell’ottica appunto del book sharing. Sotto l’ala protettrice dell’associazione Pensionati Japigia (visto che la biblioteca si trova proprio davanti l’ingresso della loro sede) il progetto sembra che stia funzionando, grazie anche al coinvolgimento delle scuole nei dintorni che contribuiscono donando testi di narrativa per ragazzi. «Vengono per lo più residenti del quartiere a prendere i libri, ma ci capita anche di dare informazioni a chi arriva qui mosso dalla curiosità», dichiara un anziano che fa parte dell’associazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il piano iniziale del programma “Biblioteche aperte” però prevedeva che per inizio 2013 sarebbero state attivate altre due postazioni, una in piazza del Municipio a Torre a Mare e l’altra nel cortile della parrocchia Madonna della Stella a San Giorgio. Tuttavia in nessuno di questi due luoghi l’iniziativa è ancora partita. «Stiamo avendo problemi dal punto di vista “burocratico” – dichiara Lorenzo Leonetti, vicepresidente del 1° Municipio del Comune di Bari -. Ad esempio a San Giorgio non abbiamo ancora ottenuto l’autorizzazione del parroco, senza la quale non si può ovviamente procedere. Ma il programma non è stato assolutamente abbandonato, gli armadietti sono ancora in nostra custodia e contiamo di trovare al più presto una collocazione opportuna».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E visto che le istituzioni pubbliche procedono a rilento, c’è chi ha deciso di fare da sé. E’ il caso dell’associazione culturale “Bande rumorose”, che da poco più di un anno ha ideato il progetto “Giraillibro”.
L’associazione ha una postazione fissa nel Palazzetto dello Sport di Carbonara, dove una volta alla settimana (per ora la giornata scelta è il giovedì) è possibile per chiunque andare e prelevare uno o più volumi a scelta. Il donare un libro in cambio non è obbligatorio, ma è naturalmente gradito, in modo che la scorta di opere messe a disposizione si rinnovi e non si esaurisca mai. Inoltre per diffondere il più possibile il book sharing, Giraillibro ha a disposizione anche una libreria itinerante, che è possibile incontrare in occasione di fiere o in alcuni ipermercati del capoluogo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tuttavia non è semplicissimo attrarre nuovi lettori. «Molto spesso veniamo scambiati per venditori di enciclopedie e c’è chi pensa che una volta preso il libro sarà costretto in futuro a pagare qualcosa», ci confida Enza Tedesco, ideatrice di Giraillibro, progetto che le è stato ispirato dai racconti di un suo amico di ritorno da Berlino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Insomma abituati a gente che vuole vendere qualsiasi cosa, i baresi si stanno dimostrando un po’ diffidenti nei confronti di questa forma di condivisione (gratuita) della cultura. Mancanza di fiducia che sembra essere “patrimonio” degli adulti, visto che come sottolinea Enza, «i ragazzini vengono attratti dalla novità e spesso incuriositi si avvicinano alla nostra postazione, solo che poi c’è sempre un genitore che li porta via».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E allora spesso non resta che lasciare i libri su una panchina o “appoggiati” magari a un palo, nella speranza di attrarre l’attenzione dei passanti. All’interno dei volumi si trova sempre una piccola filastrocca e il timbro dell’associazione con l’indirizzo, in modo che chiunque ritrovi il libro venga a conoscenza del progetto. Capita così che chi trova il libro contatti le “bande” per ringraziarli o che approfitti per portare loro volumi per dare sostegno all’iniziativa. «Come una signora di Bari. Recentemente ci ha portato un trolley pieno di libri – dice soddisfatta Enza - e alla fine ci ha lasciato persino la valigia».
(Vedi galleria fotografica)
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Cassandra Capriati
Cassandra Capriati
I commenti
- Marco - Ho poca fiducia verso la civiltà dei baresi affinchè certe iniziative siano possibili.
- alberto - ho piena fiducia in questa iniziativa e Vi auguro un pieno successo ciao