di Salvatore Schirone

Il sogno di una nuova piazza Umberto: «Aperta, multietnica, ma libera»
BARI - «Non vogliamo che la piazza sia presidiata, desideriamo che sia un luogo di incontro: aperta, multietnica ma libera, libera veramente». A mantenere vivo il sogno della rinascita di piazza Umberto, è Lorenzo Scarcelli, presidente del "Comitato piazza Umberto", che dal 2007 non solo denuncia il degrado e l'abbandono in cui versa da decenni il più grande giardino di Bari, ma è impegnato a custodirne la memoria storica e a diffondere una visione complessiva per il suo futuro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Risale a ieri sera l’ultimo fatto di sangue avvenuto nei pressi della piazza, con il ferimento di un carabiniere in borghese. Ma è possibile preservare questo pezzo di storia cittadina, da sempre punto di ritrovo di “coloro che non sanno dove andare” e quindi luogo aperto a tutti, senza dover per forza, come in molti auspicano, doverlo chiudere o presidiare?

La soluzione risiederebbe in un progetto di riqualificazione che il comitato ha predisposto e che dovrebbe essere presentato a fine giugno alla cittadinanza e al Comune. Ne abbiamo parlato con Scarcelli, che abbiamo incontrato al centro della piazza, sotto la statua equestre di re Umberto I, inaugurata l’11 giugno del 1905 alla presenza del re Vittorio Emanuele III e della consorte Elena Petrovich del Montenegro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Gli chiediamo il perché di un comitato cittadino. «Perché dopo decenni di immobilismo abbiamo sentito il bisogno di dare più forza al grido dei residenti per riuscire a fare pressione sull'amministrazione comunale – ci risponde - . L'ultima nostra petizione è stata sottoscritta da ben 2700 cittadini. Questa piazza, che potrebbe essere il fiore all'occhiello della città, è stata abbandonata a se stessa diventando di fatto una zona franca, una terra di nessuno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Infatti sotto i nostri occhi c'è chi beve e lascia lattine e bottiglie per strada, chi addirittura urina nelle aiuole, perché i bagni sono in ristrutturazione e i servizi ecologici insufficienti, chi si sdraia ubriaco nella aiuole. Qualcuno ci guarda con sospetto e ci intima di non essere fotografato. E poi ancora ci imbattiamo in una fontanella abbattuta (in seguito rimossa e transennata), in una postazione di bike-sharing senza bici, in un intero isolato di cassonetti accanto alla fermata del bus. E ancora, cartelloni elettorali, sporco dappertutto. E la palazzina “Goccia del latte”, dove decenni fa  le balie nutrivano i neonati baresi, che doveva essere ristrutturata l'autunno scorso, ad oggi è ancora transennata. Non sembra in definitiva che le petizioni abbiano prodotto risultati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«È vero – ammette il presidente - purtroppo è stato fatto poco e niente. Abbiamo chiesto di poterci sedere al tavolo tecnico del Comune ogni volta che si parla della piazza, come organo consultivo. Anche se fino ad oggi siamo solo interpellati per alcune manifestazioni culturali. Ma in questi otto anni abbiamo ottenuto almeno una vittoria: lo stralcio della ristrutturazione della piazza dal progetto di riqualificazione di via Sparano, con un impegno finanziario di 1 milione e mezzo di euro già inserito nel piano delle Opere pubbliche per il triennio 2014-2016».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In questo modo verrebbe riconosciuta alla piazza una funzione (culturale e aggregativa) diversa rispetto a quella puramente commerciale di via Sparano. «I vari progetti proposti su via Sparano stravolgevano completamente l'assetto della piazza storica – denuncia Scarcelli -. Per questo noi ci siamo opposti. Questa non è una piazza di quartiere, è la “piazza della città”. Non solo è la più grande di Bari, con i suoi circa 20.800 metri quadrati, ma è anche il più grosso polmone verde del centro cittadino».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ci spostiamo verso la fontana monumentale, inaugurata il 14 aprile del 1915 per festeggiare l'arrivo dell'acqua del Sele a Bari dopo la faraonica impresa dell'Acquedotto pugliese. Alle spalle si trova il palazzo dell'Ateneo del 1888. E’ un bel guardare da qui. Continuando a passeggiare ci troviamo dinanzi alla già citata Goccia del latte, all'installazione in ricordo dei caduti di via dell'Arca nel 1943, alla colonna che indicava il museo archeologico presente un tempo nell'Ateneo. Infine un bellissimo angolo di giardino con un grosso e tortuoso albero che Scarcelli chiama “il salotto”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Del resto parliamo di una piazza storica, riconosciuta tale a livello europeo con la “Convenzione europea del paesaggio”, firmata a Firenze nel 2000 e ratificata con la legge 14 del 2006. Inoltre su di essa è stato posto dalla Regione Puglia un preciso vincolo paesaggistico perché considerato “giardino storico” sulla base del Codice dei Beni Culturali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Per questo noi vogliamo che sia mantenuta la strutturazione storica della piazza – denuncia il presidente -. Vogliamo che sia tolta la pavimentazione e l'asfalto per lasciare solo la terra drenante e che tutti i monumenti siano valorizzati con precise segnalazioni turistiche e descrizioni. E tutto deve essere ripulito: eliminata la cartellonistica pubblicitaria, tolti tutti gli ostacoli, i servizi elettrici di privati sorti addirittura all'interno delle aiuole. Abbiamo già ottenuto l'eliminazione di un’edicola abusiva di cui nemmeno l'amministrazione sapeva niente. Vorremmo anche - continua - che Piazza Cesare Battisti possa comunicare con piazza Umberto attraverso la riapertura del passaggio del palazzo dell'Ateneo, che purtroppo è occupato attualmente dalle stanze del Rettorato. Si libererebbe così anche quell’altro giardino dall'asfissia in cui giace, riposizionando il palazzo dell’Ateneo in una grande unica area verde».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sì ma tutti questi lavori di abbellimento e di valorizzazione, per quanto necessari, non vediamo come possano migliorare la sicurezza della piazza. Né crediamo che ordinanze come quella del 2013, che vietava “la sosta in gruppo con atteggiamento di sfida”, emanata dall’allora sindaco Michele Emiliano, possano servire a restituire decoro a questo angolo di Bari. Cosa propone il comitato?

«Di certo non vogliamo che la piazza sia presidiata – dichiara Scarcelli -. Desideriamo invece che sia un luogo di incontro: aperta, multietnica ma libera, libera veramente: dallo sporco, dalla violenza, dall'illegalità. Basterebbero una sorveglianza con delle telecamere e magari degli agenti in borghese, ma soprattutto una cultura diversa, che non può essere quella di chi ha creduto e ancora crede che il centro di Bari sia solo la vetrina delle grandi marche multinazionali, senza una sua grande storia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel video, la denuncia del degrado di piazza Umberto fatta dal “comitato piazza Umberto”:


 


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