Albo dei buskers, a Bari iscritti solo in 5: «Qui ci vedono come accattoni»
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mercoledì 5 novembre 2014
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di Annamaria Lacalamita
Ma il capoluogo pugliese non sembra essere una città fatta per i buskers, nonostante la loro attività sia disciplinata da un apposito regolamento del Comune di Bari emanato il 30 maggio 2012 e dal titolo “Disciplina per le attività dei writers e dell’arte di strada”. Il regolamento attua una legge regionale del 2003 in cui la Regione Puglia si dichiarava ospitale verso tutte le forme artistiche di strada, favorendo la libertà di espressione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tutto sulla carta però, visto che nell’Albo dei writers e degli artisti di strada previsto dal regolamento, attualmente risultano 39 iscritti, di cui solo cinque buskers (il resto sono "graffitari"). Eppure l’Albo dà la possibilità agli iscritti di ottenere uno spazio tutto per loro, per la durata di anno (rinnovabile), dove poter esprimere la propria creatività. E si tratta anche di spazi centrali, tra cui Piazza del Ferrarese, Piazza Mercantile, via Sparano, via Argiro e Largo Due Giugno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma allora perché gli artisti non approfittano dell’occasione? Probabilmente perché, come detto da Giancarlo Ceglie, Bari non è una città adatta per gli artisti di strada. «Dopo lo spettacolo noi artisti appoggiamo il cappello per terra per dare la possibilità ai presenti di fare un’offerta, di pagare “il biglietto” se lo si desidera – afferma il 25enne giocoliere Christian Lisco –. Ma in una città come Bari questo gesto viene percepito come una vera e propria elemosina».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E la mancanza di cultura nei confronti dei buskers, porta anche a episodi come questi. «Una sera - racconta la barese Katia - assistetti a una rappresentazione teatrale di un testo shakespeariano in piazza del Ferrarese nel centro storico di Bari, allestita da due attori di età avanzata . C’erano pochi spettatori, ma tra questi mi colpì un gruppetto di ragazzini, che iniziarono a sbeffeggiare e insultare i due attori lanciando contro anche cartacce. In particolar modo ricordo una ragazzina che si avvicinò simulando il gesto del calcio contro l'attrice distesa in terra per esigenze sceniche».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un’altra storia, questa volta più divertente, ce la racconta Vittorio Cosentino, 59enne regista e attore, che inscenò tempo fa con altri clown una “schiaffeggiata di gruppo”. «Dopo lo spettacolo arrivò la polizia accusandoci di avere provocato una “rissa tra clown” - ricorda-. Noi spiegammo che era una scena del nostro spettacolo, ma loro vollero comunque andare a chiedere al bar di fronte se avessimo detto la verità».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Un giorno ero vestito da mimo vicino a un negozio – dice invece Giancarlo –. Una signora per fissarmi non vide un gradino e cadde. La cosa “esilarante” fu che mi accusò di averla fatta distrarre e di essersi fatta male per colpa mia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma come fare a cambiare la “mentalità” dei cittadini nei confronti dell’arte di strada? «Ci vorrebbe un grande festival che coinvolga la gente e la faccia appassionare all’arte di strada – afferma il 39enne Stefano, giocoliere e attore di teatro di figura -. Come a Martina Franca, dove durante i giorni della “Ghironda” basta appoggiare la valigetta per terra per far fermare decine di passanti curiosi».
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Scritto da
Annamaria Lacalamita
Annamaria Lacalamita
I commenti
- gabry - Ma quando i giocolieri avranno un Albo??