di Fabrizia Chieppa

Giose, Soap, Move: chi sono i writers che hanno fatto la ''Bari graffiti''
BARI - Si chiamano Giose, Soap, Move, Just, SetOne, Bole e Mais e sono i city writers che negli anni 90 hanno fatto la storia del graffitismo a Bari. Partendo da zero hanno creato in città una cultura del “city writers”, vitale  e allo stesso tempo discreta, poiché si è  espressa per anni senza creare problemi alle autorità cittadine. Ce ne parla Vittorio Parisi, barese di origini e dottorando in Storia dell’Arte alla Sorbonne di Parigi, che da appassionato di forme d’arte urbana  ha seguito con interesse gli sviluppi di questa forma d’arte urbana nel capoluogo pugliese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Vittorio, chi erano i writers baresi?
 
Ragazzini  di 15- 16 anni, appassionati di cultura underground newyorkese, che nei pomeriggi di skate si divertivano a graffitare con l’uniposca le tavole degli amici. La svolta per loro arrivò con Iave, uno skater e writer di Vicenza che li introdusse al writing, cominciando a parlare dei mostri sacri della cultura newyorkese anni ’80 e non solo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Su quali muri esercitarono la loro arte?
 
Poggiofranco e la stazione di Santo Spirito sono stati i primi luoghi colonizzati dai writers, che quasi indisturbati hanno lasciato tracce di cultura underground anche nel parcheggio Amtab di corso Mazzini e in uno dei sottoponti del canalone ribattezzato “Los Angeles”. Infine sui vecchi treni rossi delle Ferrovie Appulo Lucane, assimilati in piccolo ai vagoni della metropolitana di New York e oggi quasi del tutto rimpiazzati da treni bianchi più nuovi. Uno dei pregi di Bari è che non è mai stata “vandalizzata”, a differenza di Roma o Milano che hanno avuto seri problemi con sfregi a monumenti, vagoni, metro e saracinesche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Cos’è accaduto poi?
 
Col passare del tempo i graffitari baresi sono riusciti a rompere l’isolamento della scena pugliese, prima partecipando a varie convention in tutta Italia e poi trascorrendo periodi all’estero dipingendo  muri a New York, Amsterdam e Tokyo. I ragazzi hanno ospitato a loro volta  writers di fama europea (Same, Jake, Tfp sono solo alcuni dei loro nomi) diventati per l’occasione veri e propri baresi ad honorem. Sembra paradossale, ma la scena del writing barese è molto più conosciuta all’estero che a Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

 
C’è un tratto peculiare del graffitismo barese?
 
Una particolarità che vorrei sottolineare è che spesso si accosta il graffitismo al fenomeno culturale e musicale hip-hop. In realtà la vera matrice, a detta di molti è quella legata alla musica e alla cultura funk, specie a New York.  Sia Giose che Soap sono due grandissimi estimatori di questa sottocultura e i loro graffiti sono molto diversi da quelli legati alla scena hip-hop, che è più aggressiva e assai meno "raffinata”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Qual è lo scenario attuale?
 
Esiste da alcuni anni un’associazione di nome V- roots creata da me, Giose, Mario Nardulli e Giuseppe Santoro, con l’obiettivo di far rivivere, in modo legale, la scena del writing barese. Risale al 2010 il progetto "Scenario Project", realizzato con artisti olandesi e inglesi. Data invece agosto 2011 il progetto “CAP 70110 - City Art Project", da noi realizzato in collaborazione con l’amministrazione comunale, che ha fornito ai giovani graffitari  dei muri in adozione allo scopo di favorire l'incontro tra la città e i fenomeni artistici metropolitani. E’ stato inoltre stato creato un Albo dei writers e degli artisti di strada.L’associazione ha realizzato un  documentario di nome “Bari Graffiti” ancora in fase di montaggio e si occupa di promuovere numerosi eventi: nel 2011 “Don’t give a shit” ha visto artisti internazionali e baresi impegnati a realizzare graffiti su lamiere di vecchie automobili.


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita



Scritto da

Lascia un commento
  • Davide - I primi writer Baresi si chiamavano "gli americani" di cui ne ho la testimonianza fotografica,ed i primi posti a Bari ad essere disegnati sono stati la zona s.caterina vicino il locale Renoir ed alcuni muri sparsi tra carrassi e poggiofranco.Uno dei primi writer se non il primo e' stato SLAUCIO di Capurso,assieme a Wany di Brindisi SLEP di Bitonto e GIOSE di Bari con Zoka,move Just e Soap subito dopo solo qualche anno in seguito tutti gli altri citati nell'articolo......Bisogna essere precisi se si parla di storia !!!! Dato che la storia non si cambia !!!!!
  • MIxer - Concordo pienamente quanto detto da Davide, solo che e' SLAUGIO il nome e non SLAUCIO di cui conosco personalmente, senza dimenticare gli altri che hai citato come il grande wany e tutti gli altri che sono stati dei grandi. Saluti a tutti i writer da un ex Writers MIXER di kapurso, anche se sono stato poco nel mondo dell' hip hop ma non dimentichero' mai le uscite con Slaugio SALUTI.


Powered by Netboom
BARIREPORT s.a.s., Partita IVA 07355350724
Copyright BARIREPORT s.a.s. All rights reserved - Tutte le fotografie recanti il logo di Barinedita sono state commissionate da BARIREPORT s.a.s. che ne detiene i Diritti d'Autore e sono state prodotte nell'anno 2012 e seguenti (tranne che non vi sia uno specifico anno di scatto riportato)