di Mina Barcone

Balene preistoriche, marmi antichi, piante rare: sono i musei del Campus
BARI - Il Campus di Bari non è solo un importante polo universitario, ma anche un vero e proprio museo della scienza. Da balene preistoriche a marmi antichi, da animali imbalsamati a piante rare, qui è possibile visitare e entrare a stretto contatto con mondi diversi e affascinanti. È il Cismus (Centro interdipartimentale di servizi per la museologia scientifica) a coordinare il circuito museale, che consta di cinque strutture diverse: il Museo di zoologia, l'orto botanico, il Museo di scienze naturali, quello degli strumenti di fisica e un percorso museale all'aperto. (Vedi foto galleria)

«L’obiettivo del circuito - spiega il responsabile del Cismus, Ruggero Francescangeli - è quello di conservare al meglio il patrimonio presente nei vari dipartimenti del Campus, dando importanti possibilità di studio e ricerca a universitari. E’ aperto anche al pubblico, che però è formato quasi esclusivamente da scolaresche».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il Museo di scienze della Terra - In questo museo, che si trova all’interno del dipartimento di Scienze della terra e Geoambientale , siamo entrati mesi fa per raccontare della Balenoptera, il fossile del più grande animale barese mai ritrovato: una balena di 11 metri che viveva 1,7 milioni di anni fa. Ma qui non c’è solo il grande cetaceo. Il museo, disposto su un'area di circa mille metri quadri è diviso in due settori: quello geopaleontologico e il settore mineralogico e petrografico. Il museo è dotato anche di un percorso per non vedenti, con un opuscolo scritto in braille.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel settore geopaleontologico ci ritroviamo dinanzi a una maestoso Ceratosaurus. In realtà si tratta di una ricostruzione dello scheletro di dinosauro ritrovato alla fine dell'800 al Garden Park, in Colorado. Proseguendo è possibile osservare una raccolta di pietre antiche e fossili e una collezione di circa 600 pezzi di marmi provenienti dai territori dell'Impero romano acquistata dal dipartimento nel 1957 grazie ad un contributo ministeriale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sono esposti anche vari strumenti del passato come il “georesistivimetro”, utilizzato per la ricerca dell'acqua nel sottosuolo o il pendolo orizzontale di Verbaandert-Melchior che serviva per la registrazione delle maree della crosta solida terrestre.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il settore mineralogico e petrografico è dedicato a Carlo Lorenzo Garavelli, padre della mineralogia italiana, che ha donato al museo una collezione di circa 1100 campioni di minerali tutti con particolarità diverse, tra cui rarissimi esempi di silicati. Ci sono decine di armadi con cristalli, marmi e rocce di ogni tipo come quelle magmatiche, metamorfiche e sedimentarie. E in più la collezione “Pelloux”, acquistata anch’essa nel 1957 e  considerata una delle più belle e prestigiose raccolte mineralogiche italiane, comprendente 11.000 campioni rappresentativi di 1572 specie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui sono presenti dei piccoli laboratori che mostrano come si formano i cristalli in natura o come si creano i colori con la terra o ancora l'allestimento che spiega le caratteristiche geometriche dei vari minerali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Il percorso museale all'aperto - Si tratta di un ampio giardino adiacente al dipartimento di Scienze della Terra nel quale si trovano grandi cartelloni che danno informazioni su monitoraggio climatico, sismologia, recupero e campionamento di rocce. «Per questo percorso – spiega Francescangeli – ci siamo dotati di anemometro, pluviometro e sensori collegati ad una piccola stazione metereologica digitale. Li portiamo qui all’occorrenza, quando ci vengono a visitare le scolaresche.  

Tra le varie “esperienze” che è possibile fare qui, l’osservazione di calchi di impronte di dinosauro e la “stazione sismica”, composta da una specie di gru e un oggetto metallico del peso di 5 chili che viene sollevato e fatto cadere su una base di cemento e simula la propagazione delle onde sismiche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il Museo di zoologiaDel museo di Zoologia abbiamo ampiamente parlato in un articolo sull’imbalsamazione. All'interno del dipartimento di Biologia Ambientale e Animale, dopo aver percorso una scalinata ci si trova in un piano inferiore dove è possibile ammirare falchi, lupi, caprioli, coccodrilli, pitoni, iguana, enormi pesci e granchi e circa 500 esemplari di insetti, tutti impagliati. Oltre ad acquari (con pesci vivi) e resti umani, tra cui lo scheletro di un ominide rinvenuto a Carbonara oltre ai reperti del neolitico ritrovati a Cala Colombo, a Torre a Mare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il Museo degli strumenti di fisica - Si trova all'interno del dipartimento di Fisica. Al suo interno sono conservate la collezione degli istituti di Fisica, Fisica sperimentale e Meccanica razionale. «Si tratta di una sala storica - spiega il professor Augusto Garruccio, presidente del comitato scientifico del Cismus - che conserva strumenti risalenti addirittura alla fine dell'800, alcuni dei quali ancora utilizzabili e sfruttati durante alcune lezioni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le pareti con grandi armadi a muro dell'ampia stanza situata al secondo piano, contengono circa 184 pezzi come bilance, macchinari per l'elettrolisi, batterie di ogni tipo e grandezza e rappresentano una raccolta quasi completa degli strumenti didattici usati per esperienze dimostrative nei vari settori della fisica: dall’elettromagnetismo, all’elettrostatica, dalla meccanica, alla termologia. 

Il Museo ortobotanicoAbbiamo scritto un articolo ad hoc su questo museo che si trova all'interno del dipartimento di Biologia. E’ formato da due strutture interne (la banca del germoplasma e l'herbarium, fondamentali per la ricerca, lo studio e la conservazione della biodiversità) e da un ampio e bel giardino di circa un ettaro nel quale è possibile osservare le varie specie di flora pugliese, piante officinali e un piccolo stagnetto che ospita le ninfee dei laghi Alimini a rischio di estinzione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui il sito del Cismus Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


 


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Mina Barcone
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  • Francesco - Tutte queste collezioni prese singorlarmente sono abbastanza piccole e difficilmente possono attrarre un vasto pubblico; se venissero unite e raccolte in un unico museo moderno invece sarebbero invece un vero polo di divulgazione scientifica di alto livello e attrattività!


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