di Katia Moro

La Polifonica di Bari: «Attivi da 90 anni, ma il Comune ci ignora»
BARI – In quasi 90 anni non ha mai dismesso la sua attività artistico-educativa, nemmeno durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale. E’ l’”Associazione barese Polifonica Biagio Grimaldi”, fondata nel 1926 dal maestro Biagio Grimaldi. Un ente che però vivendo quasi unicamente delle proprie quote associative deve combattere anno dopo anno per non sparire definitivamente dalla scena culturale barese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’associazione si occupa di insegnamento di canto corale polifonico per bambini e per adulti che poi sfocia in esibizioni concertistiche a cappella o con accompagnamento strumentale di musica sacra e profana, canti gregoriani e canti popolari pugliesi. Oggi l’associazione conta circa 30 elementi che vanno dai 16 agli 80 anni, con prevalenza femminile, che si impegnano in prove e concerti a titolo assolutamente gratuito. (Vedi foto galleria)

«Ma anche i concerti che offriamo ai baresi sono gratis – afferma il direttore artistico dell’associazione, il 44enne direttore di coro e d’orchestra Sabino Manzo -. Essendo iscritta regolarmente all’albo regionale dello spettacolo l’associazione deve pagare la sua quota ed assolvere l’obbligo di un certo numero di concerti ogni anno, tutti gratuiti per il pubblico. In cambio riceviamo un sovvenzionamento annuale da parte della Regione (quest'anno 4.900 euro, ndr). Il problema è che questa somma non è sufficiente a coprire le spese che tutti i concerti, almeno 20 all’anno, comportano, comprese le collaborazioni esterne di musicisti professionisti. E nonostante i nostri accorati appelli, Comune e Provincia continuano a rimanere sordi a ogni nostra richiesta, ignorando la nostra esistenza».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Eppure la Polifonica rappresenta un vero e proprio pezzo di cultura di questa città. Da quando l’associazione si è esibita per la prima volta l’8 dicembre del 1926 nel teatro Margherita di Bari, diretta dal maestro d’organo Donato Marrone, si è assunta l’onere di diffondere e recuperare la conoscenza e l’amore per i grandi compositori locali: don Cesare Franco di Acquaviva, Franco Casavola di Modugno, Tommaso Traetta di Bitonto, Giovanni Paesiello di Taranto e lo stesso Biagio Grimaldi, barese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Gli spartiti delle opere di questi autori sono tutti conservati nell’archivio storico dell’associazione, assieme agli articoli pubblicati sull’ente, le locandine di tutti i concerti, le fotografie scattate e gli attestati. Archivio che è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per la Puglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Della Polifonica come detto fanno parte coristi di tutte le età, alcuni dei quali rappresentano la “memoria storica” dell’associazione. Come  l’81enne Vittorio Coppola. «Sono da 70 anni nella Polifonica – racconta Vittorio -. Ricordo ancora quando a 16 anni passai dal coro delle voci bianche a quello degli adulti e il maestro mi disse che se non mi fossi tolto i pantaloni corti e indossato quelli lunghi non mi avrebbe concesso il passaggio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché il Coro ha sempre lavorato con i bambini. «Il ruolo del maestro Grimaldi per il recupero dei ragazzini del centro storico della città di Bari è stato fondamentale - testimonia Sabino Manzo -. Ha tolto dalla strada decine di ragazzini e non solo ha trasmesso loro un amore per la musica che altrimenti non avrebbero mai avuto, ma soprattutto ha insegnato il senso del dovere e dell’impegno che ha accompagnato questi cantori nel corso di tutta la loro vita. E allora come oggi il bacino d’utenza è trasversale e tocca le più diverse fasce d’età e ceti sociali».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Il legame con il centro storico della città è sempre stato molto forte - aggiunge il presidente dell’associazione, il 65enne Enzo Mariani -. Dopo la prima sede ubicata nel Palazzo del Sedile, nel 1935 la Polifonica si trasferì nel Palazzo de Gironda in strada de Gironda dove ancora oggi campeggia una targa in pietra. Dopo la morte del maestro, avvenuta nel 1986 e dopo circa dieci anni di permanenza in via D’Azeglio, nel quartiere Libertà, dall’anno scorso siamo tornati nel centro storico ospiti nel palazzo dell’arciconfraternita del Carmine in strada del Carmine, dove oggi svolgiamo le lezioni, le prove dei concerti e spesso anche molte esibizioni nella chiesa omonima che offre un’ottima acustica e un organo storico. Qui abbiamo anche trasferito l’archivio storico in attesa però di una risistemazione definitiva».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una sistemazione definitiva che si spera possa riguardare non solo l’archivio ma tutto lo storico coro barese, che è sopravvissuto alla guerra ma rischia di arrendersi davanti alla cecità culturale delle Istituzioni baresi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel video il Faurè Requiem di Gabriel Faurè registrato il 28 settembre 2012 nella Basilica di San Nicola di Bari. Esecuzione dell’orchestra Ico della Provincia di Bari e del Coro della Polifonica barese "Biagio Grimaldi":
 

 


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