di Salvatore Schirone

Contro tutto il condominio ferma l'abbattimento di un albero: cosa dice la legge
BARI - Dopo la palma secolare fatta fuori dal punteruolo rosso, volevano eliminare anche il pino, ma il signor Gianni questa volta ha fermato la motosega minacciando denunce. È avvenuto lo scorso 13 maggio. Una piccola palazzina del quartiere San Paolo, due piani, 6 condomini, un pezzo di giardino che abbraccia a "elle" l'edificio e poi un albero di pino alto più di 10 metri (nella foto).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
«Quei maledetti aghi e la resina ci sporcano le macchine», è la lamentela dei condomini che nel parcheggio attiguo lasciano l'auto. L’albero è sano, non c'è rischio di incolumità pubblica, né problemi per la struttura e la vita dei condomini. Sarebbe sufficiente una semplice ordinaria potatura. E invece l'assemblea a maggioranza decide l'abbattimento e il solerte amministratore appalta una ditta per procedere alla immediata "pulizia".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Ma a quel punto interviene Gianni, condomino dissenziente e “ambientalista”, che convince i giardinieri ad abbandonare il campo, salvando il pino dalla sicura morte. Il tutto viene rimandato alla prossima assemblea condominiale, ma Gianni può stare tranquillo perché la legge è dalla sua parte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Infatti la corte d'appello di Roma nella sentenza n. 478 del 6 febbraio 2008 ha considerato l'abbattimento di alberi condominiali una "distruzione di un bene comune", un "intervento di innovazione" vietato ai sensi dell’art. 1120 secondo comma del codice civile, che richiederebbe per essere effettuato l'unanime consenso di tutti i partecipanti all’assemblea condominiale. Quindi basta un “no”, come quello di Gianni, per rendere qualsiasi delibera nulla.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

 
In alcuni Comuni addirittura occorrerebbe anche il parere favorevole dell'ufficio comunale preposto. Questo avviene per esempio a Cassano delle Murge, che dispone di un disciplinare ben strutturato che prevede anche procedure di ripristino del verde con tipologie diverse. Bari invece non si è dotata ancora di un regolamento sulla tutela del verde urbano e come abbiamo documentato in un altro articolo, il rischio è quello di continui abbattimenti selvaggi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
In realtà le "Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani" (legge n.10 del 14 gennaio 2013), entrate in vigore dal 16 febbraio scorso, chiedono ai comuni l'impegno per "l'incremento, la conservazione e la tutela del patrimonio arboreo esistente nelle aree scoperte di pertinenza degli edifici".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
E’ proprio da questa normativa nazionale che il Comune di Bari dovrebbe partire per regolamentare tutta la materia e per non lasciare Gianni da solo a difendere gli alberi dalla loro morte.


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  • Nunzia - Tutela Ambiente Puglia Un bel pezzo ed una bella storia! Aggiungo solo una precisazione di natura botanica che potrebbe esser utile per il sig. Gianni, ma anche in molti altri casi: i pini essendo delle conifere, hanno la caratteristica, come tutte le conifere, di non veder mai più ricrescere i rami che vengono tagliati; i pini differiscono in questa caratteristica dagli altri alberi, come gli ulivi o gli alberi da frutta, che dopo le potature generano altri rami dai punti potati. Proprio perché nei pini i rami tagliati non ricresceranno mai più, è doveroso far sapere, come gli esperti sanno, che le conifere non si devono mai potare se non per pulire il secco! Inoltre il taglio anche di un solo ramo creerebbe dei pericolosi squilibri ad un albero che vedo attualmente ben bilanciato e dritto: una vera fortuna per questi condomini avere un pino così dritto, sano e per nulla pericolante come alcuni pini inclinati. Una vera fortuna anche l'ombra che il pino fa alle loro macchine parcheggiate, che altrimenti sotto il sole estivo si "cuocerebbero". Ad ogni modo il mio suggerimento è che ovviamente l'albero va salvato, ma che l'assemblea condominiale se vuole fare una delibera sensata per evitare che la resina del pino cada sulle auto, deve deliberare l'acquisto di un telone o pensilina che trattenga la resina. In molti ristoranti all'aperto sono utilizzati questi bei sistemi per proteggere i tavolini e le cene dei commensali. Castellaneta Marina (Ta), oltre che un famoso luogo di villeggiatura è un bellissimo esempio di convivenza tra uomo e natura, essendo l'intero paese ricoperto dai pini, strade pubbliche e giardini privati, mentre lì al S.Paolo non vogliono apprezzarne uno solo, ma tanto utile per l'ombra e l'ossigeno? Inoltre è risaputo che in cromoterapia il colore verde si usa per calmare e curare anche le malattie del cuore, non a caso i chirurghi usano i camici verdi, e togliendo quel tocco di verde, aumenterebbero le sofferenze di ogni tipo! Complimenti al Sig. Gianni, per il coraggio di lottare da solo contro un intero condominio, e complimenti al giornalista Schirone che con questo pezzo accrescerà sicuramente la solidarietà verso il senso civico-ambientalista di chi, essendo nel giusto e tutelando l'ambiente, merita il massimo rispetto da parte di tutti.


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