Facebook, spopolano le pagine ''di merda'': sfogo contro fidanzati, conquilini e suocere
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venerdì 5 aprile 2013
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di Rachele Vaccaro
Da qualche mese a questa parte su Facebook sono state infatti create delle bacheche che raccolgono ogni giorno sfoghi di sfortunati a cui, per colpa di qualcuno, ne sono capitate di tutti i colori. Si va dal coinquilino che incendia la casa universitaria, ai danni provocati da una zia pettegola, alle gaffe di ex fidanzati durante situazioni intime. Il nome di ognuna di queste pagine termina con la parola “di merda”: esistono appunto “il padrone di casa di merda”, “il coinquilino di merda”, “l’ex fidanzato di merda" e ancora il parente, i genitori, l’amico, il collega e il professore e chi più ne ha più ne metta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il procedimento di pubblicazione è molto semplice: chi vuole diffondere la propria storia, la invia tramite messaggio agli amministratori, che la pubblicano. In genere non vengono effettuati né tagli né censure, a meno che non ci siano termini particolarmente pesanti nel racconto (che può variare da due righe a interi paragrafi).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Il coinquilino di merda è nata da una mia esperienza personale: volevo condividere i piccoli problemi della convivenza e mi son ritrovato a raccogliere le confessioni di tantissimi fuorisede», ci dice Giuseppe, il creatore della prima di queste pagine. «Penso che le persone abbiano bisogno di parlare – continua -. In molti mi scrivono per raccontare la loro storia e poi chiedono di non pubblicarla, dicendo che stanno già meglio al solo pensiero di averla detta a qualcuno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Questo sarebbe quindi il segreto di queste pagine, tra le più cliccate del social network: si va dai 233mila fan ai 13mila, a seconda della popolarità delle peripezie degli utenti. I loro post sono richiestissimi, i fan esultano quando anche la loro storia viene resa pubblica e fanno a gara per raccontare la storia più divertente a caccia dei “mi piace”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«A nostro avviso le persone che ci seguono lo fanno per farsi due risate – dichiarano gli admin de “Il fidanzato di merda” - anche se abbiamo notato un sempre più diffuso sentimento di solidarietà da parte delle vittime». Anche quelli della “suocera di merda” sono d’accordo: «La pagina è nata con l'intento di offrire una valvola di sfogo. Spesso le nuore che ci scrivono sono state portate all'esasperazione dalle suocere e scriverci su Facebook serve a consolarsi. Come si dice, mal comune mezzo gaudio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sembra quindi che il bisogno di sfogarsi e di condividere i propri malesseri abbia quasi un effetto terapeutico, ma c’è da stare attenti. «Molte donne ci chiedono di restare nell'anonimato – dicono gli amministratori di “suocera di merda” - spesso le suocere controllano ciò che fanno online le nuore». Quindi raccontate pure i vostri problemi con marito, figli e colleghi, ma attenzione a vostra suocera.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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Rachele Vaccaro
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