di Gaia Agnelli - foto Paola Grimaldi

Rose, miele e olio d'oliva: quando i massaggi si praticavano con ciò che si aveva nell'orto
BARI – Rose, miele, salvia, alloro, olio d’oliva e matterelli: sono gli ingredienti dei massaggi “di una volta”: pratiche casalinghe messe in atto al fine di rilassare il corpo in un’epoca in cui l’industria del “beauty” ancora non esisteva. Quando infatti il wellness, le creme per il viso, le maschere o lo shiatzu ancora dovevano entrare a far parte della quotidianità delle donne pugliesi, erano gli elementi naturali a entrare in gioco per ringiovanire la pelle, eliminare la cellulite e attenuare dolori muscolari e piccoli malesseri.  

«Fino ai primi decenni del 900 si era soliti utilizzare gli elementi che offriva l’orto della propria terra o ciò che si trovava nella dispensa della cucina - afferma la 47enne spa manager Daniela Madaghiele -. Basti pensare alle mele cotogne, ottime come antirughe o i petali di rosa usati come “fard” per colorare le guance o la farina utile a sbiancare il viso».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Daniela nel suo centro estetico ha riproposto i massaggi di un tempo, basandosi sugli scritti di medicina popolare dell’etnobotanico e sociologo Gianfranco Mele. «Mi piace  - ci dice - l’idea che i clienti possano vivere un’esperienza “sensoriale” che li porti a provare sulla propria pelle quelli che erano i “rimedi” delle nonne. Un modo anche per non disperdere il patrimonio culturale ereditato dal passato».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Rituali, tra l’altro, che rappresenteranno la Puglia nel “Campionato del mondo di massaggio e terapia manuale” che si terrà a Lecce dal 27 al 29 ottobre. Siamo dunque andati a trovare Daniela nella sua “Beautique” di via Melo per scoprirli (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Entriamo quindi in una stanza dove Madaghiele ha fatto precedentemente accomodare una giovane cliente sul lettino, non prima di averla avvolta in un lenzuolo bianco. È così pronta a mettere in pratica il primo massaggio, quello del viso, il cosiddetto “rituale dell’acqua di San Giovanni”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’esperta prende una ciotola con all’interno lavanda, alloro e salvia, legate tra di loro a spirale con uno spago. Dà quindi fuoco al mazzetto e a mo' di incenso lo muove oscillandolo lentamente sulla faccia della ragazza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«È la pratica dell’accensione, utile per rilassare la cliente grazie all’odore che viene rilasciato nell’ambiente – spiega –. Un tempo queste erbe si accendevano per purificare la casa eliminando i batteri nell’aria, ma si pensava che l’odore avesse un impatto positivo anche sulla mente, riducendo lo stress».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Daniela ora raccoglie dei petali di rosa e li pressa sulle guance, sul mento e sulla fronte della giovane. Il fiore è infatti un nutriente naturale che ringiovanisce la pelle e contrasta le rughe. Si avvicina poi a una ciotola ricca di fiori, oli essenziali, foglie e ancora petali di rose, per versarvici all’interno dell’acqua molto calda.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«Il risultato è la versione più simile all’ “acqua di San Giovanni” - sottolinea -. Secondo la tradizione durante la notte tra il 23 e il 24 giugno, giorno dedicato al Battista, la natura donava una grande energia positiva alla rugiada del mattino. Così un tempo si ponevano all’esterno delle abitazioni ciotole d’acqua con all’interno erbe e fiori che andavano ad assorbire la rugiada preziosa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La professionista afferra quindi una pezzuola e la imbeve nella miscela, per poi sistemarla sul viso della paziente coprendolo interamente e lasciando libero solo il naso. «Richiama la pratica del suffumigio – spiega – ossia l’antico rimedio di inalazioni a vapore che danno sollievo alla gola e idratano le vie respiratorie liberandole».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Infine versa un estratto di erbe pugliesi sulla fronte della ragazza per poi massaggiarle delicatamente il volto: un’azione che conclude il trattamento rilassante, idratante e purificante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Prontamente l’esperta prepara tutto il necessario per il secondo rituale, quello del corpo. La vediamo posizionare su una tavolozza di legno una coppetta con miele e cannella, il mazzetto con le erbe che aveva fatto bruciare durante il primo massaggio e una boccetta con olio d’oliva. Dopo di che fa accomodare la cliente a pancia in giù su un lenzuolo bianco che aveva precedentemente sistemato sul pavimento ricoprendolo di petali di rose.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per iniziare, si posiziona con le ginocchia sulle cosce della giovane e, afferrandole i polsi, le tira il busto verso di sé, così da scioglierle i muscoli. Subito dopo prende la ciotola con miele e cannella e fa cadere lentamente la soluzione sulla schiena della donna.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Il miele viene usato come prodotto di bellezza sin dall’antichità – commenta –: grazie alle sue innumerevoli proprietà e vitamine lascia la pelle più luminosa e giovane, la purifica eliminando i batteri, la idrata e la esfolia. Poi quando si va a massaggiare la superficie mielosa si crea anche un effetto di “cosmesi adesiva”: la mano si attacca alla pelle, tirandola e aumentando l’irrorazione sanguigna».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per concludere spalma un po’ d’olio d’oliva sulle gambe, per far entrare in gioco il matterello con il quale massaggia tutta la coscia. «Il legno sulla pelle genera un effetto drenante e rimodellante, riducendo il gonfiore, aumentando la tonicità e favorendo la circolazione - conclude Daniela -. Prima, assieme all’olio e agli altri elementi naturali era molto utilizzato: d’altronde chi non aveva un matterello in casa?».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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