di Giancarlo Liuzzi

Pietro Ravanas, l'imprenditore venuto dalla Francia che cambiò il destino dell'olio pugliese
BARI – Il suo nome riecheggia in tutta la provincia di Bari e nel capoluogo sono a lui dedicati un busto in pietra in piazza Garibaldi (nella foto) e una lunga via nel quartiere Libertà, ma in pochi conoscono l’importante ruolo che questo imprenditore ha svolto in Puglia. Perché Pietro Ravanas fu l’artefice del totale rinnovamento dell’olivicoltura locale: se oggi l’olio “barese” è rinomato in tutto il mondo, lo si deve a questo francese, che introdusse nuove tecniche di lavorazione e moderni macchinari, cambiando per sempre la storia dell’“oro verde”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Prima del suo arrivo, nel 1826, nel Sud Italia venivano infatti ancora utilizzati metodi antiquati nella produzione olearia. I frutti venivano raccolti solo una volta caduti dall’albero, quando erano già in fase di fermentazione, e la molitura era effettuata all’interno di frantoi ipogei in scarse condizioni igieniche e con attrezzi rudimentali. Il risultato era un olio di scarsa qualità, definito “fetido” e utilizzato principalmente per scopi industriali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Al contrario in Francia, nella regione della Provenza, la cura nella coltivazione e selezione delle olive, unita alle più moderne apparecchiature, permetteva l’ottenimento di un prodotto d’eccellenza venduto persino in Asia e in America.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Agli inizi dell’800 la crescente richiesta dell’olio provenzale portò così molti imprenditori francesi a cercare territori dove recuperare la materia prima. Il loro interesse cadde quindi sui vasti oliveti del Mezzogiorno, in particolare su quelli pugliesi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E tra i primi a testare questo nuovo mercato fu Pierre Etienne Toussaint Ravanas (italianizzato in Pietro), originario di Aix-en-Provence, città a sud della Francia, facente parte di una famiglia che commerciava olio a Marsiglia. Insieme con il fratello Jean Baptiste decise di creare nel barese una rete di moderni ed efficienti oleifici, realizzando un prodotto di qualità che avrebbe raggiunto poi la Francia per essere da lì piazzato all’estero.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il primo passo fu ottenere, nel 1826, con decreto reale del Regno delle Due Sicilie, un brevetto della durata di cinque anni sull'invenzione di tecniche e strumenti per la raccolta e lavorazione delle olive. Tra queste la mola a doppia macina e la pressa idraulica, già utilizzate in Francia ma quasi sconosciute in Italia, che riducevano di molto i tempi di produzione oltre a fornire un olio migliore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Pierre giunse così in Puglia e, individuata nella provincia di Bari l’area più conveniente per il suo progetto, si recò dai produttori locali per raccogliere informazioni su come avviare la propria attività. Questi ultimi però, temendo il potenziale concorrente “forestiero”, non si mostrarono per nulla collaborativi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’imprenditore non si arrese e decise comunque di aprire i primi stabilimenti a Monopoli, Conversano e successivamente a Massafra. Ma i grossi investimenti per la ristrutturazione, il costo di installazione delle apparecchiature (arrivate direttamente dalla Francia) e i raccolti inferiori alle aspettative, rischiarono sin da subito di compromettere l’impresa di Pierre. 


Ma nell’autunno del 1827 tutto cambiò: la produzione di olive a Bitonto fu così abbondante che gli oleifici locali si ritrovarono nell’impossibilità di lavorarle tutte. E così i grandi proprietari terrieri, venuti a conoscenza delle tecniche innovative di Ravanas, lo pregarono di impiantare da loro uno stabilimento per salvare il copioso raccolto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tra questi possidenti il più influente era il conte Carmine Sylos, che fece ottenere a Pierre la concessione di un vecchio frantoio in disuso nel quattrocentesco torrione Angioino della città. Ravanas lo restaurò, installandovi cinque vasche di raccolta e dei moderni torchi per l’estrazione, riuscendo ad aprire l’oleificio nell’aprile del 1828, giusto in tempo per salvare parte delle olive dell’anno precedente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’imprenditore tra l’altro offrì ai produttori locali la possibilità di lavorare le loro olive nel suo stabilimento, pagando con parte dell'olio che veniva prodotto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Fu un successo. E i proprietari dei frantoi fecero subito in modo di emulare le tecniche di lavorazione di Pietro, approfittando anche della scadenza del brevetto che egli aveva sulle stesse. Dal 1831 i torchi idraulici si diffusero in tutta la provincia: soltanto cinque anni dopo nella sola Bitonto se ne contavano 120.  L’economia pugliese legata all’olivicoltura cambiò radicalmente. Nel giro di soli 10 anni le esportazioni dalla provincia di Bari quintuplicarono, passando da 2 milioni di litri nell’annata 1834/35 a quasi 10 milioni nel 1845.

Tutta la cittadinanza fu grata a Ravanas e, nel 1836, il re Ferdinando II, rispondendo a una petizione degli abitanti di Bitonto, gli conferì una medaglia d’oro al merito civile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nonostante l’aumento della concorrenza la fortuna di Pierre crebbe letteralmente “a macchia d’olio”: nel 1840 aprì il suo più grande oleificio nell’ex convento dei domenicani di Modugno e nello stesso periodo si trasferì a Bari (dal cui porto partiva il suo prodotto) dove aveva avviato un altro stabilimento in contrada San Marco, lungo la via che conduceva a Mola di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel 1841 fece anche ingresso nella Borsa di Napoli con la sua società. Ma nel 1844, a causa di mancate commesse e a una scarsa esperienza nel mercato dei titoli, si ritrovò gravemente indebitato e costretto a ipotecare le sue proprietà. Nonostante ciò continuò tenacemente a esportare piccoli carichi di olio solo da Modugno, fino al suo definitivo ritiro dagli affari nel 1850.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il suo immenso patrimonio sparì, ma non la stima che la comunità continuò a tributargli. Nel 1854 il re Ferdinando II gli conferì una seconda medaglia al merito “per aver diffuso l’arte dell’olio in Puglia”, oltre a un vitalizio annuo che gli permise di vivere il resto dei suoi giorni in tranquillità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il tutto mentre in Puglia l’olivicoltura continuava a far arricchire produttori e chiamare a sé commercianti da ogni dove. Tra questi i nizzardi Federico Avigdor, che aveva tra i suoi migliori dipendenti Felice Garibaldi, fratello minore del patriota Giuseppe, il quale divenne uno dei più conosciuti commercianti di olio di quegli anni. Ma anche Prosper Chartroux, che tra le altre cose fece realizzare il bel palazzo di corso Cavour che oggi ospita il liceo Scacchi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ravanas dal canto suo, dopo aver vissuto per un periodo a Trani, fece ritorno in Francia, a Marsiglia, dove morì l'11 giugno 1870 all’età di 74 anni, lontano da quei secolari uliveti ai quali aveva cambiato per sempre il destino.


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Giancarlo Liuzzi
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  • Vincenzo - Bellissimo articolo
  • egidio de pace - questa notizia ci consente di conoscere questo signore a cui é intitolata una importante strada delle nostra citta
  • Brigitte - Grazie per questo bell'articolo, non sapevo niente del Signor Ravanas. Sono francese e mi fa sentire di più a casa in Puglia!


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