di Mina Barcone

Anche a Bari spopola il Bubble Tea, la bevanda proveniente da Taiwan che "scoppia" in bocca
BARI – Non più soltanto panzerotti, sgagliozze, pizza, focaccia e birra: a Bari ormai, complice anche l’esplosione del turismo, è possibile mangiare e bere prodotti provenienti dai più disparati Paesi del mondo. Dal kebab alla pita greca, dal poke hawaiano al panino spagnolo, dal sushi al burger americano, il capoluogo pugliese si è fatto sempre più cosmopolita dal punto di vista soprattutto del cibo e delle bevande da “asporto”. L’ultima novità che sta spopolando è il Bubble (o Boba) Tea, una bibita taiwanese a base di tè freddo a cui si aggiungono latte, sciroppi e soprattutto speciali bollicine e perline.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quest’ultime sono proprio il “pezzo forte” del prodotto. Ce ne sono di due tipi. Le classiche perline di tapioca, bianche o nere che, assorbendo i succhi presenti nel bicchiere, donano alla bevanda una piacevole consistenza. E poi le gelatine ripiene (“popping boba”), le quali scoppiano quando vengono tirate su con la cannuccia, liberando in bocca dei dolcissimi succhi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La possibilità di personalizzare il sapore, l’aspetto grazioso nel bicchiere trasparente e il costo abbastanza contenuto (tra 3 e 5 euro) hanno reso il drink gettonatissimo soprattutto tra i giovani. A Bari ci sono cinque locali che vendono il bubble tea: sono tutti in centro e per la maggior parte gestiti da persone provenienti dall’Estremo Oriente

La bevanda nacque infatti a Taiwan circa quarant’anni fa, per incidente, quando la dipendente di una caffetteria fece cadere distrattamente delle palline di tapioca nel classico infuso freddo. Il proprietario dell’attività assaggiò l’intruglio e ne rimase entusiasta, tanto da inserirlo all’interno del suo menu.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Col tempo il tè con le bolle è sbarcato anche in Europa generando decine e decine di varianti, tra cui anche una versione granita. Dopo essere passato tra le più grandi città europee, tra il 2016 e il 2017 ha fatto il suo ingresso in alcuni locali di Roma e Milano. La volta del capoluogo pugliese è arrivata nel 2018, quando nei pressi dell’Ateneo venne aperto il “Taiwan Bubble Tea”, un piccolo locale di gestori cinesi dedicato esclusivamente all’infuso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Quando seppi che anche qui vendevano il boba non ci potevo credere – racconta la 24enne Annalisa –. L’avevo provato in un bar a Malta anni prima e me n’ero innamorata: fresco, gustoso, altamente “instagrammabile”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il “pioniere” del bubble tea barese non ha però avuto lunga vita: ha chiuso i battenti due anni fa. Poco distante però ha aperto il suo successore: il ristorante Maki Taki Poke & Bubble Tea di piazza Aldo Moro. «Abbiamo lanciato il locale ad aprile di quest’anno e il proprietario ha deciso di inserire nel menu anche questo tipo di drink – ci dice il ragazzo asiatico dietro al banco –. È davvero semplice da preparare: le perline, gli sciroppi e la polvere di latte si acquistano direttamente dal grossista e il risultato finale sta alla fantasia del cliente che sceglie i gusti che preferisce».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Salutiamo il giovane e ci spostiamo su corso Cavour, quasi al confine con la città vecchia, dove dal 2018 c’è Mr Poke & Bubbletea, che come il locale precedente commercializza sia il tè che l’hawaiana poke.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Decidiamo di farci servire la popolare bevanda. La chiediamo in cassa a una signora dai tratti orientali che ci consegna una scheda sulla quale scegliere la dimensione del bicchiere (piccolo o medio), il tipo di tè (classico, nero o verde) e l’opzione con o senza latte. Indichiamo anche il tipo di sciroppo fruttato che vogliamo e i gusti delle perline.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Optiamo per l’infuso con sciroppo al mango e bolle “popping” alla pesca. Osserviamo così il giovane versare tè e sciroppo in un contenitore che poi posiziona in uno shaker elettrico, una volta mischiato il tutto viene travasato in un bicchierone di plastica trasparente nel quale infine sono immerse le popping boba.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Queste ultime risalgono lungo la larga cannuccia e schiacciandole con la lingua contro il palato sentiamo la densità del dolcissimo succo fuoriuscire dall’involucro e mischiarsi con il tè freddo. Il sapore è zuccheroso ed esotico, un toccasana in questo autunno anche troppo mite.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Continuiamo il nostro giro proseguendo su corso Cavour. Accanto al liceo Scacchi entriamo nel Bubble Tea&Food e chiediamo qualche informazione, ma i ragazzi che ci lavorano parlano poco italiano e comunicare non è semplicissimo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci spostiamo allora su via Dante dove si trova il Beauty Bar. Si tratta di un posto particolare: un centro estetico che vanta anche un piccolo bar all’interno del quale, tra i tanti drink, non manca il tè con le bolle. «La proprietaria Sofia ha origini orientali e così ha deciso di commercializzare anche il boba – spiega la dipendente dietro al bancone –. Proponiamo due tipi di tè: verde e nero e abbiamo l’opzione del latte senza lattosio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

C’è però anche chi, a Bari, ha deciso di reinventare il bubble tea adattandolo a ciò che già vendeva precedentemente nella sua attività. È il caso del Fruit Bar Bari di via Abate Gimma, dove per dare il gusto fruttato all’infuso non si usano sciroppi e polveri ma le spremute e i frullati già disponibili nell’esercizio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ci siamo dovuti adattare a questa nuova moda – confessa Gianni, il proprietario – ma abbiamo pensato di farlo senza perdere il nostro tratto distintivo, cioè la genuinità dei prodotti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Mentre si appresta a servire la bibita ai suoi clienti notiamo che tra questi ci sono anche persone più agé. «Seppur preferita dai giovani, non è solo una bevanda per ragazzini – afferma –: oramai viene richiesta da persone di tutte le età».


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