di Giancarlo Liuzzi - foto Valentina Rosati

Bari, Villa Lucia: la dimora liberty più suggestiva e fiabesca di corso Alcide de Gasperi
BARI – Il suo raffinato torrino rosa, che svetta tra la lussureggiante vegetazione del giardino, la rendono la più suggestiva e appariscente tra le dimore in stile liberty presenti su corso Alcide De Gasperi. Lei è Villa Lucia, residenza eretta alla fine dell’Ottocento che, a distanza di oltre un secolo, mostra ancora la propria fiabesca bellezza fatta di mille decorazioni, eleganti statue e particolari elementi architettonici. (Vedi foto galleria)

Fu edificata tra il 1888 e il 1895 dal costruttore Pasquale di Rienzo, lo stesso che realizzò qualche anno dopo anche le opere murarie del Teatro Petruzzelli. L’imprenditore faceva parte di quel gruppo di benestanti baresi che, tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, scelse questa zona per creare sontuosi luoghi di villeggiatura estiva. Area che un tempo si trovava in aperta campagna e prendeva il nome di Contrada Torre Vrunnolo.  

Appena ultimata però, passò nelle mani del farmacista Benedetto Morelli il quale, nel 1904, la cedette poi al gioielliere molfettese Corrado Ancona. Nel 1930 fu infine il gioiese Giuseppe Lillo ad acquistarla e a “battezzarla” con il nome della moglie Lucia, le cui lettere svettano tuttora in color blu lapislazzulo sulla facciata rosa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La villa si trova al civico 395 di corso Alcide de Gasperi, lì dove fa capolino oltre l’alto muro di cinta in pietra che la circonda. Ad accoglierci è la proprietaria Anna Scivittaro, la quale ci invita a varcare il cancello verde d’ingresso. Quest’ultimo è inserito tra due colonne in pietra che riportano il nome di Giuseppe Lillo. «Dieci anni fa abbiamo comprato la dimora proprio dagli ultimi eredi della famiglia», sottolinea la donna.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una volta all’interno ci ritroviamo immersi in un magnificente giardino arricchito da sculture come la fontanina in pietra che raffigura un putto con in braccio un cigno. Attorno all’opera si sviluppa un’aiuola circolare che comprende altre due statue. «Rappresentano Renzo e Lucia – spiega la padrona di casa -. Negli anni 30 sono state poste qui da Lillo in onore di sua moglie».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Continuiamo a passeggiare nell’area verde, dove tra svariati e profumati ciclamini, piante mediterranee, una datura e una rara pianta di incenso, trovano spazio altri curiosi manufatti. Incrociamo ad esempio una struttura a globo in ferro sormontata da un tronco secco di edera e un macabro teschio di maiale selvatico adagiato sui resti di un vecchio pino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Inebriati dai profumi di alberi e piante, raggiungiamo così la preziosa facciata rosa e bianca della villa. L’edificio in stile liberty si innalza su due livelli poggiando su un piano seminterrato: presenta raffinate finestre monofore e bifore con persiane e imposte verdi sormontate da archetti e decori in pietra bianca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sono gli stessi che ritroviamo anche sulle facciate laterali, assieme a elementi geometrici che arricchiscono il già fantasioso prospetto. Altri notevoli particolari architettonici sono la scalinata esterna colma di fiori che conduce al loggiato di ingresso e soprattutto il torrino belvedere ottagonale scandito da una serie di finestrelle, tipico delle residenze di quel periodo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«La villa in origine era di colore rosso, successivamente fu resa completamente bianca e infine venne dipinta nell’attuale tonalità rosa», ci illustra Anna mentre la seguiamo sul lato destro della struttura.

Questa parte è caratterizzata da particolari decori rossi con motivi vegetali posti a coronamento di alcune finestre. Facevano parte dell’originaria struttura spiovente posta sul torrino: rimossa negli anni 30 per essere sostituita con l’attuale balaustra, è stata posizionata qui come ornamento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci spingiamo sino alla parte posteriore del giardino, dominato da un lungo vialetto centrale ai cui lati si sviluppano delle aiuole adornate con vasi e un originale salottino in pietra. Quest’area è tenuta perennemente all’ombra da due imponenti querce secolari e impreziosita da piante da frutto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Tutto il giardino è di interesse storico e non può essere modificato – ci spiega la proprietaria -. Nel corso degli anni mi sono così occupata di curare le piante già presenti, aggiungendo giusto qualche altro piccolo arbusto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non ci resterebbe ora che far visita all’interno della villa, ma in realtà gli ambienti non presentano particolari di pregio: nel corso del tempo infatti gli antichi pavimenti e arredi sono stati rimossi a causa di numerose e invadenti ristrutturazioni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A essere rimasto perfettamente uguale è invece l'alto torrino. Sorge sull’angolo nord-occidentale, innalzandosi come un faro per tre livelli e terminando con una cornice ad archetti. Vi accediamo attraverso una porta grigia e subito ammiriamo gli originali gradini in pietra, delimitati dall’elegante ringhiera nera in ferro il cui colore contrasta con le fasce bianche e blu delle pareti laterali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Alziamo lo sguardo restando incantati dalla visuale a spirale della rampa di scale che circonda un meccanismo a corda che corre lungo tutta la colonna centrale. «Si tratta di un antico montacarichi, si è conservato così com’era ed è ancora funzionante, persino la corda è quella originale», sottolinea Anna mentre tirando la fune fa scendere la struttura metallica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Continuiamo a salire la “chiocciola” sino a raggiungere un terrazzino. Sul pavimento è presente un variopinto mosaico di cementine realizzato con i resti degli originali decori situati all’interno delle stanze.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Osserviamo anche il grazioso tetto spiovente a tegole, arricchito da elementi a punta e geometrici, sino a porre lo sguardo sulla parte superiore del torrino. Quest’ultima è contraddistinta da archetti bianchi che lasciano spazio a un’ultima fascia di finestrelle ottagonali. Affacciandoci infine dalla balaustra ammiriamo dall’alto il sontuoso e verde giardino della dimora.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Prima di accompagnarci all’uscita Anna ci svela però un curioso aneddoto. «Un mio amico che vive in uno degli edifici di fronte sosteneva, da bambino, di scorgere in una delle finestrelle una ragazzina che lo salutava». Si tratta di un racconto fantasioso, certo, ma che ben si sposa con il fiabesco aspetto di questa splendida villa barese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Giancarlo Liuzzi
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  • Ermelinda - Questa meravigliosa dimora antica è sempre stata la mia preferita ,io abito nelle vicinanze e ogni volta che passo davanti mi domandavo come fosse da dentro.Ora che ho visto queste meravigliose foto mi sono incantata...È stupenda


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